Le mani sul Tesoretto

Una lista della Conti in appoggio a Lepore per non perdere i diecimila voti che la sindaca ha preso alle Primarie. Il Pd ci pensa, lei frena, ma l’esito è quasi inevitabile. Serve solo tempo

di Massimo Gagliardi, giornalista


Il modello non è quello della Frascaroli ma è vero che da lunedì, dal giorno dopo le Primarie, il Pd si sta ponendo il problema del Tesoretto. Di come non perdere cioè quel pacchetto di diecimila voti che la Conti ha incassato sfidando Lepore e che a Lepore andrebbero solo in parte alle Amministrative di ottobre. 

Se l’elettore che ha votato Conti l’ha votata perché non vuole Lepore, perché non vuole i grillini, perché non ama la Clancy, perché voleva dare aria nuova al Pd o per mille altri motivi, perché dovrebbe convergere su Lepore a ottobre?

Certo, prima di votare, Conti ha sottoscritto una dichiarazione di lealtà al centrosinistra. Al centrosinistra, appunto. Non a un candidato (Lepore) che molto chiaramente aveva detto di scegliere la sinistra di Coalizione Civica e i grillini. E non bastano le aperture del giorno dopo fatte da Lepore a Tonelli e Galletti.

Insomma, è facile pensare che, di quei diecimila “isabelliani”, molti (chissà quanti) torneranno al Pd ma molti (chissà quanti) torneranno al centrodestra o, più facilmente, sceglieranno di non scegliere. Cioè, non andranno a votare.

L’elezione del Bonaccini I, che evidenziò un’altissima percentuale di astenuti, dovrebbe far ancora riflettere. Anche perché Lepore ha riportato una buona ma non brillante vittoria. E i partecipanti a queste Primarie, pur così focose, sono stati inferiori a quelli per le Primarie di Merola e Delbono. Ecco perché il Pd si pone il problema di riagguantare almeno i due terzi di quei diecimila. 

Ma come? Sicuramente non con il modello Amelia.

Amelia Frascaroli ebbe un grande successo contro Merola ma andava a coprire un’area politica ben diversa, anzi opposta, da quella coperta dalla Conti. Amelia copriva cioè, dopo la fine di Rifondazione comunista, quella fascia elettorale storicamente a sinistra del Pd e che a Bologna, appunto, raccoglie attorno al 10%. Quell’area oggi già coperta dalla Clancy e che facilmente converge al secondo turno sul Pd.

Avrebbe un senso una lista civica di centrosinistra senza la Conti? No. Ecco perché aumenteranno le pressioni su di lei per farla, e per farla in appoggio a Lepore.

Renzi ha già detto chiaramente: “Ora si appoggia Lepore”. La Conti ha già detto di non voler fare altre liste, resisterà. E più resisterà più salirà il suo prezzo politico. Anche perché il centrodestra ha quasi deciso il suo candidato: Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, già direttore di Qn-il Resto del Carlino.

Uno dei compiti che lo aspetta, e che toccherebbe a qualunque candidato del centrodestra, è proprio quello di riportare a casa i voti finiti alla Conti. Il che non farà che aumentare le quotazioni della Conti. Ma una Conti in consiglio comunale, magari con un drappello di fidati consiglieri, potrebbe essere un bel problema per Lepore. Tutto si può dire di lei, tranne che sia una yeswoman.

E quindi? Nel Pd si sa che c’è un prezzo (politico) da pagare. E lo si pagherà. I patti si fanno prima, e si possono fare chiari.

Non solo. La Conti, oltre a una spinta dall’alto, cioè dalla nomenklatura dem, riceverà anche una spinta dal basso. Dai suoi colonnelli, da chi si è esposto per lei, dai vari Aitini, Lombardo, Gualmini, Critelli, Licciardello e tanti altri che non possono e non vogliono rimanere tagliati fuori. Ogni generale sa che una ordinata ritirata salva le truppe, permette di riorganizzarle e di sferrare anche un contrattacco, ove possibile.

Metafore militari a parte, c’è una fetta importante del ceto politico bolognese che il Pd non può permettersi di buttare a mare. Certo, se costretto, il partitone non esiterebbe. In passato ha dimostrato di essere più che severo con chi era considerato un traditore. Ma come sempre, recuperare è meglio che rompere.

Il puzzle non è facile, c’è bisogno di tempo. E, di tempo, non molto ma ce n’è. Si può fare, si farà, perché conviene a entrambi, al Pd e alla Conti.


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