Tre motivi per cui bisogna evitare il ballottaggio e far sì che le elezioni di autunno rappresentino un segnale forte nel cambiamento della politica, dando vita a una nuova costituente dell’area democratica, progressista e riformatrice
di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore
Sono molte le ragioni politiche perché il centro-sinistra e il suo candidato Matteo Lepore dovrebbero riuscire a vincere al primo turno elettorale, evitando il ricorso al ballottaggio. Almeno tre sono i motivi che richiedono di superare nettamente il 50% dei voti nella prima tornata.
Il primo motivo è prettamente elettorale. La prova di democrazia data dalla sinistra con le Primarie, nonostante la reticenza e il tardivo accodarsi del Pd locale, ha visto la netta vittoria di Lepore e la buona affermazione della concorrente Isabella Conti. I due si sono sfidati con uno spirito competitivo e un intento unitario. Una prova di maturità politica e di partecipazione democratica.
Il successo della consultazione degli elettori di centro-sinistra è un vantaggio sulla lungaggine e i contrasti del centrodestra nella scelta del loro candidato, alla fine imposto dal Capitano del Carroccio. Questo distanziamento acquisito, che obbliga il candidato civico della destra a un lento e confuso inseguimento, va incrementato ogni giorno fino al voto autunnale senza ingiustificate esaltazioni di quei non pochi dirigenti e parlamentari della sinistra, già sicuri della vittoria finale e per ora pronti ad andare in vacanza.
Matteo Lepore fa bene a essere un instancabile tessitore di relazioni con tutti i soggetti sociali e le persone progressiste invitandoli a partecipare alla “Fabbrica del programma” con idee e proposte. La lista ‘Matteo Lepore sindaco’ non solo è opportuna ma vincente. È coraggiosa e porterà sicuramente a superare con nettezza la soglia maggioritaria, sempre che riesca a smarcarsi politicamente da quei partiti già seduti al tavolo della spartizione delle poltrone, delle sedie e degli sgabelli in caso di vittoria. La discontinuità con la vecchia pratica spartitoria dei capi e capetti correntizi la sollecita il suo stesso segretario nazionale Letta, vero sostenitore della sua candidatura e della necessità di una larga alleanza, Isabella Conti e Iv inclusi.
Se sarà sindaco al primo turno, com’è dato credere, Lepore deve promettere che eserciterà il suo potere di autonomia, nominando la sua squadra amministrativa sulla base del merito, dell’affidabilità e della trasparenza. Cosa non riuscita a Merola nei suoi due mandati e neanche a Bonaccini nella formazione della giunta regionale.
Il secondo motivo è prevalentemente istituzionale. Se sarà sindaco della città, Matteo Lepore dovrà da subito mettere mano alla costruzione della Città metropolitana di Bologna, dotandola di un intelligente statuto che preveda nel 2026 l’elezione diretta del sindaco metropolitano da parte di tutti i cittadini del territorio provinciale. A questo fine la sfidante e sindaco di San Lazzaro Isabella Conti potrebbe avere un ruolo di coordinamento degli altri sindaci con l’obiettivo di arrivare a una configurazione amministrativa sistemica del territorio, con uno statuto condiviso e anticipando la messa in rete (secondo il modello Hub) dei servizi sanitari e sociali. Prevedendo che l’Hub possa essere collocata anche nel territorio di montagna o di pianura,funzionalmente articolata con le altre sedi, le tecnologie informatiche e di telemedicina.
Il terzo e ultimo motivo è politico e riguarda Lepore come giovane leader della sinistra. L’esperienza amministrativa accumulata come amministratore del comune di Bologna, l’iter seguito per la sua discesa in campo come candidato, il percorso fatto di consultazione e d’incontri di questi ultimi due anni, l’hanno reso popolare e sostenuto con convinzione dai democratici, progressisti e riformatori.
Un sindaco con questo medagliere, visto la moda esibita dal commissario generale Francesco Figliuolo, è di sicuro un nuovo leader che partendo dal territorio e dal Comune può rappresentare una valida promessa per la guida della sinistra. Questo ruolo politico nazionale va giocato con determinazione, perché si muove nella via indicata da Letta per riformare la politica e i partiti della sinistra.
Per ora il segretario del Pd sta incontrando molti ostacoli di vecchi e nuovi capibastione interni ed esterni al partito. Da Bologna dovrebbe arrivare un segnale forte nel cambiamento della politica, dando vita a quella nuova costituente dell’area democratica, progressista e riformatrice che i più si attendono. Matteo Lepore può essere tutto questo. Auguri.