Essere epurati oggi

Non si possono accontentare le istanze di ogni singolo essere umano che pretenda di essere parte della corsa. Tanti sono stati coloro che immaginavano di essere candidati e non lo sono stati. Le logiche sono tante ma il termine epurazione non sta né in cielo né in terra

di Andrea Femia, digital strategist cB


L’ultimo mese, forse qualcosa in più, ha visto realizzarsi una situazione che solo un anno fa sembrava impossibile. Vi ricordate quando, anche su queste pagine, si cercava di capire quale sarebbe stato lo sviluppo più logico per consentire al centrosinistra di vincere a Bologna? Prima ancora delle Primarie, il nome di Alberto Aitini sembrava piacere a più di qualcuno. Non tutti, ovviamente, ma chi piace a tutti? Molti sì, però.

Sicuramente una bella fetta del Pd non avrebbe avuto da ridire – anzi avrebbe sostenuto caldamente l’eventualità – nel vedere l’assessore alla sicurezza come l’ariete capace di battere la destra. E proprio liggiù, in quella crepa del linguaggio, si è annidata la prima problematica. 

Per battere la destra, si presuppone che tu sia di sinistra. Mettiamola così, è molto difficile fare l’assessore alla sicurezza e vendere il proprio operato in maniera mediaticamente efficiente senza sfruttare quel termine lì. È inutile girarci troppo intorno, è sicuramente più semplice entrare sui giornali e passare per progressista avendo la gestione dei musei che non la gestione della pulizia cittadina o dei vigili urbani. Questi sono dettagli imprescindibili, non si può far finta che non esistano ed è bene tenerli a mente. Ciò non toglie che Aitini, su quel ruolo di “superuomo” della tranquillità sociale abbia costruito una buonissima fetta del suo consenso, e la cosa non può che produrre dei corposi problemi quando si sviluppano dei discorsi politici. 

Qui parlare di problemi rovina il finale, che però sapete già.

La vicenda di Aitini si intreccia indirettamente con la vicenda che ha posto fine al governo Conte Bis. In quel caso, il centrosinistra tutto, con in testa il Pd, si è fatto carico della responsabilità di vedere una luce abbastanza netta: Renzi ha il solo ruolo di sfilacciare la nostra coalizione.

Non è una rivelazione banale, di lì a poco si sarebbero decisi i destini di alcuni dei comuni più grandi d’Italia e capire la direzione politica, o quanto meno non lasciarla automaticamente in mani così deleterie, era un’urgenza per tutti. Nulla di meglio di rimettere mano allo strumento delle Primarie quindi, anche per contarsi, anche per capire se c’erano le prospettive perché effettivamente si potesse dire “siamo di più di voi, stateci”. Quale che fosse la fazione vincente.

Ciò che rimane incomprensibile, ancora oggi, è il perché Aitini, vicino all’area di Base Riformista, ovvero a dire quella grande area renziana rimasta dentro il Pd, non si sia candidato alle Primarie. Una scelta che necessariamente legittima sia chi vince sia chi perde, a meno che la sconfitta non sia così tanto sonora da poter dire “non vali niente”. 

Non lo sapremo mai, sta di fatto che ciò che sapremo per sempre è che con Isabella Conti candidata quell’area si è vista nutrita di molti più consensi di quanti non ne avrebbe avuti senza di lei. Sembrerebbe di poter dire, anzi, che il grosso problema di Isabella Conti siano proprio i suoi alleati, senza i quali potrebbe puntare a percentuali bulgare. 

Ora, da tutta questa vicenda, si ritiene che sia logico utilizzare il termine “epurazione”, per il semplice fatto che una persona non è stata candidata. 

Sia chiaro, non ci sarebbe nulla di male nell’immaginare Aitini dentro le liste del Pd. Proprio nulla, perché la politica prevede anche mediazioni. 

Anche, ma non solo. Non puoi accontentare le istanze di ogni singolo essere umano che pretenda di essere parte della corsa. Tanti sono stati coloro che immaginavano di essere candidati e non lo sono stati. Le logiche sono molte, una delle quali può anche essere l’antipatia personale, d’altronde parliamo sempre di esseri umani. Ma il termine epurazione sottintende qualcosa di diverso, una crudele cattiveria. 

La realtà dei fatti è che si doveva tirare su, in poco tempo, una squadra che non solo sia in grado di vincere, ma anche di governare senza grossi problemi.

Sicuri che con Aitini&co. inseriti in lista sarebbe andata così?


4 pensieri riguardo “Essere epurati oggi

    1. Complimenti non è mai facile superare il boy friend di Firenze, ma sarebbe opportuno che l’estensore dell’articolo, circa l’esclusione di Aitini si rileggesse lo statuto del partito a cui è iscritto l’assessore, e relativo regolamento da osservare soprattutto in materia elettorale

    2. Ma Aitini non è stato tenuto fuori dalla lista della Conti? Non capisco perché dovesse essere in lista PD. A parte che ho l’impressione che come assessore alla sicurezza abbia assicurato molte promesse ai cittadini e ben poche azioni risolutive alla città (droga, notti brave, indecenza portici e muri..)

  1. A me sembra che ciò che ha nuociuto alla operazione di protagonismo di Aitini sia stato proprio il suo far leva sulla sua funzione di assessore alla sicurezza. Soprattutto se all’ attivo non si contano tanti successi.

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