Volti nuovi, giovani, competenti. Ma la compagine messa in campo da Lepore in ottica metropolitana è molto affollata. Sapranno andare d’accordo rinunciando ai personalismi? Il Pd sosterrà la sua giunta lasciandosi alle spalle divisioni e rancori?
di Aldo Balzanelli, giornalista
Si presenta come una giunta giovane, di novità, competente e metropolitana. Matteo Lepore l’ha presentata a Palazzo Malvezzi (già sede della Provincia) in curiosa contemporaneità con la diffusione degli exit poll sui ballottaggi delle amministrative che certificavano la vittoria del centrosinistra in questa tornata elettorale e la speranza di un’onda capace di fermare le derive populiste.
Vedremo se sarà così e vedremo anche se “l’onda giovane” di Lepore saprà mantenere le promesse. Dopo la lettura dei nomi resta in sospeso solo un piccolo dubbio, ma di questo parleremo più avanti.
Prima le notizie. Si tratta certamente di un radicale cambio generazionale alla guida della città che va salutato positivamente. Ci sono i politici puri, due: Emily Clancy (vicesindaca e assessore alla casa) e Massimo Bugani (delega ai rapporti con il consiglio comunale). Affiancati da due consiglieri comunali che avranno una delega specifica: Davide Celli (diritti degli animali) e Mattia Santori (turismo e grandi eventi sportivi). Resta sospesa, per ora, la partecipazione al gruppo di un/a rappresentante della Lista Conti.
Ci sono poi cinque “usati sicuri”: Valentina Orioli (l’unica riconferma della giunta Merola, mobilità e infrastrutture), Luca Rizzo Nervo che resta parlamentare ma torna per occuparsi ancora di welfare, Daniele Ara (ex presidente del Navile, ora si occuperà di scuola), Simone Borsari (ex presidente del San Donato-San Vitale ha la delega ai lavori pubblici) e Luisa Guidone (già presidente del Consiglio comunale, ora al commercio).
Due i tecnici: il docente dell’Alma Mater Raffaele Laudani (urbanistica e università) e Anna Lisa Boni (Pnrr e rapporti internazionali). Utima dei magnifici dieci con una delega a sorpresa Roberta Li Calzi, in predicato da tempo per l’assessorato allo sport, le è stato affidato anche il bilancio.
La nuova giunta è stata presentata in via Zamboni e non a Palazzo d’Accursio per marcare il fatto che, in attesa delle modifiche legislative, sarà comunque avviata una stagione in cui tutte le scelte amministrative verranno fatte in ottica metropolitana. Ecco perché i dieci assessori “tradizionali” saranno affiancati da “delegati in città metropolitana” invitati permanenti in giunta. Qui Lepore si è giocato i suoi fedelissimi: Sergio Lo Giudice si occuperà di lavoro, Matilde Madrid di sicurezza, Erika Capasso di Quartieri e partecipazione, Rosa Grimaldi di promozione economica e Cristina Ceretti di famiglia e disabilità.
La squadra, si diceva, sembra buona. Ora dovrà dimostrare di esserlo davvero. Probabilmente nei prossimi giorni sarà integrata da qualche ulteriore ingresso e proprio questa piccola folla alla guida della città induce il dubbio che esprimevo in apertura.
Tra assessori, miniassessori e consulenti, sono davvero tanti, sapranno andare d’accordo? Sapranno restare squadra rinunciando a personalismi, voglia di marcare politicamente il territorio, desiderio di visibilità mediatica? L’area metropolitana saprà trovare intese fruttuose, quelle che non è stata in grado di produrre nelle unioni di Comuni quasi sempre fallite? Lepore sarà in grado di continuare a svolgere il ruolo di grande mediatore che ha dimostrato di saper interpretare nella costruzione della “coalizione più larga d’Italia”? Il Pd saprà sostenere la sua giunta oppure riproporrà le divisioni interne, le guerre intestine, le guerriglie sotterranee che hanno caratterizzato la sua storia degli ultimi anni?
Il consiglio comunale è blindato, grazie alla schiacciante maggioranza conquistata nelle urne e a una composizione “ortodossa”, amputata dei dissidenti. Le condizione favorevoli sembrano esserci e Matteo Lepore per dare vita alla sua amministrazione ha puntato sulla politica, sulla buona politica. Ha fatto bene. Persino Bugani, archiviando le intemperanze del passato, sembra convertito sulla via di Damasco.
Chissà se anche il Pd bolognese saprà aprire una stagione nuova. L’occasione ci sarà a breve; è l’elezione del nuovo segretario. Non resta che stare a vedere.
Photo credits: Mitko Denev (CC BY-NC 2.0)
LA SQUADRA DI LEPORE
Matteo Lepore, eletto Sindaco del Comune di Bologna e, di conseguenza, Sindaco della Città Metropolitana di Bologna, ha comunicato i nomi dei componenti della Giunta comunale e le relative deleghe. Inoltre ha reso noti i nominativi di altri collaboratori (delegati in Giunta comunale e metropolitana, consiglieri delegati e consiglieri speciali).
L’insieme di queste nomine configura diverse innovazioni la cui efficacia potrà essere giudicata nel tempo ma sulle quali vorrei esprimere qualche considerazione che prescinde dalle capacità e dal valore delle persone nominate, alcune delle quali conosco personalmente, stimo ed apprezzo.
In generale posso dire che nella squadra di Lepore sono presenti molti giovani dotati di competenze di rilievo, e questo, di per sé, mi sembra particolarmente positivo.
Per ciò che riguarda la Giunta comunale mi ha colpito la denominazione delle deleghe che solo in parte ricalcano gli ambiti di competenza “tradizionali” (sanità, cultura, casa, bilancio, commercio, lavori pubblici, protezione civile, mobilità, sport, welfare….). Compaiono altre denominazioni (economia della notte, assemblee per il clima, sussidiarietà circolare, economia di vicinato….) per le quali andrà meglio chiarito il contenuto e che lasciano intravvedere una sorta di “spacchettamento” di alcune materie tra diversi assessori e consiglieri comunali e metropolitani delegati (figure nuove sulle quali tornerò più avanti), che potrebbe produrre sovrapposizione e confusione nelle competenze. Inoltre questa frammentazione potrebbe produrre incertezze per quanto riguarda le strutture operative dedicate, il che richiederà presumibilmente una riorganizzazione della macchina comunale.
Alcuni esempi. Fra le competenze di Ara figurano gli adolescenti, fra quelle attribuite a Santori figurano le politiche giovanili. Non esiste una delega all’ Ambiente, ma esistono deleghe alle assemblee per il clima, all’agricoltura, alle reti idriche, all’impronta verde e parchi urbani, al patto per il clima, alla pulizia della città (gestione rifiuti?), ed infine al coordinamento della transizione ecologica, attribuiti a diversi assessori. L’integrazione dei servizi sanitari e sociali, uno dei punti principali del programma di mandato, è affidata du fatto al Sindaco ed all’assessore Rizzo Nervo.
Per quanto riguarda la giunta l’unica figura rimasta dalla precedente mandato è Orioli, la ex-vicesindaca ed assessora all’urbanistica ed all’ambiente (architetto e professore associato di Tecnica e pianificazione urbanistica al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna ), alla quale è stata tolta (chissà perché?) la delega all’urbanistica che è stata attribuita a Raffaele Laudani, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna.
Vale ancora la pena di notare con soddisfazione la particolare attenzione di Lepore al rango europeo a cui aspira la città di Bologna, in particolare, ma non solo, nelle deleghe attribuite ad Anna Lisa Boni, che presenta un profilo del tutto adeguato e che coordinerà anche la cabina di regia del PNRR.
Lepore ha anche nominato i due Capi di gabinetto, in Comune ed in Città Metropolitana, attribuendo loro anche deleghe (il che mi pare rappresenti un’altra novità) rispettivamente in materia di sicurezza e di lavoro.
Un altro aspetto di particolare rilievo che emerge dalle nomine è il tentativo di realizzare una profonda integrazione tra Comune e Città Metropolitana di Bologna, istituzioni di cui Lepore è Sindaco. Innanzitutto aver nominato per entrambe il medesimo Direttore Generale tende a promuovere (al netto del prevedibile rilevante impegno che ciò comporterà per il dr. Montalto) un coordinamento ed una sinergia che vada ben oltre gli Uffici metropolitani di vecchia memoria. Anche i servizi di comunicazione e gli uffici stampa avranno lo stesso dirigente.
Ma oltre a questo va segnalata la nomina di 6 figure (3 delegati del sindaco invitati in giunta e 3 consiglieri comunali delegati) alle quali Lepore ha assegnato deleghe di valenza metropolitana.
La legge n.5 del 7/4/14 nota come legge Delrio prevede, come organi della Città Metropolitana, oltre al Sindaco ed alla Conferenza metropolitana dei sindaci, la costituzione di un Consiglio metropolitano nominato con elezione di secondo grado da parte dei consiglieri comunali dei comuni compresi nella Città metropolitana, tra i quali, in passato, il Sindaco sceglieva e nominava alcuni componenti attribuendo loro deleghe specifiche. Non è dato di sapere come Lepore gestirà questo adempimento sul quale si giocano le relazioni politiche tra comune capoluogo e comuni del territorio. Dalle scelte fatte fin qui il segnale, del tutto condivisibile, che Lepore manda mi pare quello di una forte integrazione istituzionale che mira a cancellare definitivamente il dualismo tra Comune capoluogo e Provincia che ha sempre caratterizzato i rapporti fra i due enti, al di là del colore politico di norma coincidente, a parte la parentesi “guazzalochiana”.