Avvocati di strada, da Bologna una nuova legge di civiltà

È la prima norma in Italia che garantisce il diritto alla salute alle persone senza dimora. Avere un medico, per queste persone, significherà sentirsi di nuovo cittadini, significherà sentire che lo stato c’è per i deboli

di Antonio Mumolo, consigliere regionale e presidente associazione Avvocato di Strada


A Bologna 20 anni fa è nata l’associazione Avvocato di strada per la tutela giuridica gratuita ed organizzata delle persone senza dimora. Oggi siamo presenti in 56 città italiane e siamo diventati oltre mille volontari. Siamo allo stesso tempo lo studio legale più grande d’Italia e quello che fattura di meno, praticamente niente.

Un’associazione che nasce per dare una risposta concreta ad una esigenza concreta. Siamo partiti in pochi, 20 anni fa, con l’idea di dedicare qualche ora del nostro tempo per offrire assistenza giuridica gratuita alle persone senza dimora.

Da anni, insieme ad associazioni di volontariato laiche e cattoliche del nostro territorio tra cui Piazza grande, Avvocato di strada, Sokos, Caritas, Sant’Egidio e tante altre, porto avanti una battaglia per garantire a queste persone il loro diritto alla salute.

Ho provato la strada di presentare una proposta di legge nazionale, tramite alcuni parlamentari, senza però alcun esito. In Regione abbiamo cercato di ovviare al problema supportando le tante associazioni di volontariato di medici come Sokos che, nel nostro territorio, curano le persone senza dimora. 

Con l’emergenza Covid abbiamo visto tutti i limiti del sistema: associazioni chiuse, nessuna cura disponibile, pronto soccorso preso d’assalto, focolai d’infezione nei dormitori e tra le persone senza tetto.

Il Covid ci ha ricordato che il diritto salute è un diritto collettivo ed è interesse della collettività che tutti possano curarsi. Si è finalmente compreso che è necessario curare anche le persone senza dimora per garantire la salute di tutti.

In questa situazione ho presentato una proposta di legge regionale, perché in questa materia è possibile partire dalle Regioni, sulla base della riforma del titolo V della Costituzione. La legge (approvata il 29 luglio 2021 N.d.R.) dà la possibilità alle persone senza dimora presenti nel territorio regionale, seppur prive di un’iscrizione anagrafica, di iscriversi nelle liste degli assistiti delle Ausl al fine di consentire ai suddetti soggetti, in caso di malattia, di potersi rivolgersi anche ai medici di medicina generale, anziché accedere soltanto ai servizi di Pronto Soccorso.

Nell’attuale emergenza pandemica le persone senza fissa dimora, a causa del divieto di rivolgersi direttamente agli ospedali ed al pronto soccorso, se non per situazioni gravi, sono di fatto rimaste quasi totalmente prive di assistenza sanitaria. Come se tutto ciò non bastasse, le persone senza dimora non hanno potuto eseguire tamponi molecolari, per mancanza di prescrizione del Medico di Medicina Generale, obbligatoria per accedere ai laboratori autorizzati ad eseguire il tampone. Oggi il problema si chiama Covid 19, ma ieri si chiamava tubercolosi, epatite e mille altre malattie infettive.

La legge da me presentata è la prima in Italia che garantisce il diritto alla salute alle persone senza dimora. Avere un medico, per queste persone, significherà sentirsi di nuovo cittadini, significherà sentire che lo stato c’è per i deboli, significherà avere una speranza ed uno stimolo per uscire dalla strada. Approvare questa legge significa affermare che, in questa regione, il diritto alla salute non è subordinato al censo.

Tutto questo comporta anche un notevole risparmio per le casse della Regione: infatti fino a ieri le persone senza dimora potevano accedere ai soli servizi di Pronto Soccorso, il cui costo stimato mediamente, per singolo intervento, è quasi triplo ed in alcuni casi anche quadruplo rispetto al costo annuale di un Medico di Medicina Generale per ogni paziente.

Io spero davvero che questa legge, frutto del lavoro non solo mio ma di tante persone e di tante associazioni, venga presa ad esempio per altre regioni italiane che vorranno seguire la strada che oggi noi, in Emilia-Romagna, abbiamo tracciato.

Compito della politica è trasformare speranze condivise in sogni realizzati. Un compito difficile, ma a volte, tutti insieme, ci si può riuscire.


2 pensieri riguardo “Avvocati di strada, da Bologna una nuova legge di civiltà

  1. Complimenti, iniziativa molto bella e veramente utile. Mi auguro davvero che venga presa ad esempio anche nelle altre Regioni

  2. La già meritoria Avvocato di Strada aggiunge una nuova conquista al suo percorso di civiltà che sarà d’esempio alle altre Regioni. Grazie!

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