Per fare grande la Città Metropolitana valorizziamo i suoi Comuni

Si apre una stagione di risorse che, come debito buono, ci arriveranno dall’Europa. È opportuno non perdere questa occasione. Sarebbe interessante aprire un confronto approfondito chiamando in campo le energie che abbiamo: il territorio è un portato storico che va prima di tutto studiato per poi estrarne, in modo non casuale, le inespresse potenzialità

di Aldo Bacchiocchi, già dirigente politico


C’è un problema, a mio avviso, che riguarda la valorizzazione dei Comuni che compongono la città metropolitana. Locuzione ‘fredda’ se ci si limita a parlarne solo sotto il profilo istituzionale.

Con questo intento, vorrei partire dai Comuni che compongono la fascia della ‘montagna’ bolognese. Sono, ciascuno con la propria peculiarità, una miniera ricca di attrattive da tanti punti di vista. Li enumero, senza pretesa di completezza: Alto Reno Terme, Borgo Tossignano, Camugnano, Castel d’Aiano, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Loiano, Monzuno, Monghidoro, Monterenzio, San Benedetto Val di Sambro, Vergato. Si tratta di realtà splendide sul piano paesistico, fervide sul piano del senso civico, ricche di peculiarità storico culturali.

Nel Covid e nel dopo Covid possono essere un vero e proprio ‘polmone’ per Bologna e per i Comuni della ‘cintura’. Ma dobbiamo riuscire a farli conoscere in modo approfondito a partire dalle scuole materne, elementari e medie, con l’aiuto del personale docente di regola molto qualificato. Di ogni realtà si tratta di metterne in evidenza le peculiarità e, in qualche modo, dar vita ad una ‘rete’ di relazioni che valga anche sul versante del turismo. 

La stessa operazione andrebbe fatta scomponendo il territorio metropolitano in altre aree omogenee. Non sono un geografo ma l’Alma Mater potrebbe essere sollecitata a favorire ricerche e tesi di laurea per scandagliare da diversi angoli, visuali in primis, la fascia montana bolognese. Sono abbastanza certo che le sorprese non mancherebbero.

Si apre una stagione di risorse che, come debito buono, ci arriveranno dall’Europa. È opportuno non perdere questa occasione. Mi interessa aprire un confronto approfondito chiamando in campo le energie che abbiamo: il territorio è un portato storico che va prima di tutto studiato per poi estrarne, in modo non casuale, le inespresse potenzialità.

Ora mi sta a cuore il territorio della nostra ‘montagna’ ma, come è ovvio, il tema si può estendere all’intero territorio provinciale che della città metropolitana è il corpo vivo.

Photo credits: Michael Martinelli


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