Cultura…  Sì, ma quale?

«Oggi in Piazza ci sono solo i portici e il cinema. Belli: ma non è un po’ poco? La politica, l’Amministrazione, cosa hanno fatto? Cosa hanno da dire? Scienze, letteratura, pittura, design, teatro, musica, architettura: dove sono?»

di Davide Giusti, ricercatore e tecnologo all’Enea


Affermazione apodittica. La cultura, a Bologna, e in Emilia-Romagna, non è neanche l’ombra pallida di ciò che è stata dagli anni ‘60 ai ‘90 del secolo scorso (quando la quasi totalità dell’attuale dirigenza politica aveva i calzoni corti o era altrove, e quindi non lo sa).  

Basta una breve rassegna degli autori a convincersene alla prima.

Oggi in Piazza ci son solo i portici e il cinema. Belli: ma non è un po’ poco? La politica, l’Amministrazione, cosa hanno fatto? Cosa hanno da dire?

Scienze, letteratura, pittura, design, teatro, musica, architettura: dove sono? Non sono solo cose di cui andare orgogliosi: sono fonti ispiratrici di grandi passioni, e gioie. 

A cosa si appassioneranno i ragazzi, nella Bologna del futuro?

Chi volesse rispondere a questa sollecitazione, potrebbe non farlo in tecnichese, o in politichese, o facendo minute rassegne di fatti insignificanti?

Photo credits: Bianca Ackermann


3 pensieri riguardo “Cultura…  Sì, ma quale?

  1. Postilla dell’autore

    Ritengo di poter tranquillamente scommettere una cena con chicchessia, che l’appello contenuto nelle ultime tre righe di questo breve articolo cadrà semplicemente nel vuoto. E non vi sarà alcuna risposta, né dall’Amministrazione, né dalla maggioranza politica di Palazzo d’Accursio.
    Felice, nel caso, di essere smentito e dover pagare.

  2. Scusa la mia osservazione,veniamo da 2 anni di pandemia, in cui la Cultura, mostre, musei, spettacolo, tanto per dire, sono stati chiusi con notevoli sofferenze anche economiche.
    Cosa guardi proprio in questo momenti dov’è la cultura?
    È una provocazione ?
    Io sono una semplice cittadina e ti posso raccontare di mostre viste nei brevissimi momenti di apertura, ti posso dire di come è stato allestito in cinema in piazza d” estate , con ingegneria , urbanistica e soprattutto tanto cuore. Serve sempre quello , dopo aver enunciato quello che manca.
    Ti posso dire di teatri che hanno resistito e non sono caduti, dopo il vento della pandemia che ha imposto loro dall’inizio della pandemia ad oggi 175 giorni di chiusura.
    Posso anche citarli con piacere, il Teatro dell’ Argine , teatro sociale, che porta il teatro fuori dal palcoscenico; loro hanno continuato a progettare, realizzando una esperienza con 700 ragazzi dai 14 ai 22 anni dedicata agli obiettivi della Agenda 2030, e una seconda esperienza che ha abbracciato i problemi dell’adolescenza e della pandemia.

    Questo è stato il frutto di oltre 2 anni e mezzo di lavoro e incontri più che altro online e poca presenza con tanta vera partecipazione e passione da parte di questi ragazzi.
    Hanno avuto importanti riconoscimenti per questo lavoro.
    Ti posso dire che non sono stati gli unici a essere resistenti e resilienti.

    Ecco di cosa si appassioneranno i ragazzi del futuro, dei problemi sociali e di come fare per risolverli, tra politica e poesia.

    E questa è pura arte.

    Ma non chiedermi, in questo momento storico, dove è la Cultura.
    La Cultura c’è, ha lavorato in sordina, ma c’è e un giorno si mostrerà in tutta la sua bellezza.

    Eugenia Borghi

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