Oggi il Consiglio comunale sarà chiamato a votare la delibera sulla conformità urbanistica dell’ampliamento autostradale, sul quale però non sembra esserci stata alcuna contrattazione, bensì la semplice accettazione delle scelte di Autostrade, su spinta della Regione. Per questo chiediamo a consigliere e consiglieri neoeletti di votare No alla grande opera e permettere alla città di diventare davvero innovativa sul tema della mobilità sostenibile
di Marcello Saltarelli, candidato capolista alle elezioni e portavoce di Volt Bologna
Nella giornata di oggi il Consiglio comunale sarà chiamato a votare la delibera sulla conformità urbanistica del Passante di Mezzo, l’allargamento da 12 a 18 corsie dell’Autostrada/Tangenziale che passa dentro Bologna.
Noi di Volt riteniamo che il Progetto presentato da Aspi non sia compatibile con quanto contenuto all’interno del programma di coalizione, e ufficializziamo il nostro no a quest’opera. Ecco i motivi per cui riteniamo che le forze di maggioranza, per mantenere fede agli impegni presi coi cittadini, dovrebbero votare no, il 27 dicembre.
Nel programma di coalizione, abbiamo sottoscritto e firmato il seguente punto sul Passante:
.. realizzeremo opere di copertura, mitigazione, e compensazione .. Un’Infrastruttura di nuova generazione … laboratorio di innovazione sulla tematica della mobilità sostenibile e della tutela della salute dei cittadini trasformando il Passante Autostradale esistente in un’opera simbolo della transizione ecologica.
A Settembre, da una parte della coalizione di centro sinistra, ci veniva assicurato l’avvio di un’assemblea cittadina prima dell’approvazione al progetto e l’introduzione contestuale di grandi migliorie. A metà Settembre è stata poi inoltrata a tutti i partiti di coalizione, per la firma, la proposta di programma di cui sopra, ambigua e dai mille significati. Abbiamo firmato, speranzosi che dopo le elezioni le forze neo elette avrebbero avuto la forza di fare valere le promesse fatte prima e durante la campagna elettorale.
Soltanto a metà Dicembre sono state rese pubbliche le richieste di miglioria fatte dal Comune in Conferenza dei Servizi, con le risposte di Aspi a queste. Con sconcerto abbiamo appurato come Aspi non abbia accettato una buona parte delle richieste fatte dal Comune di Bologna; richieste che comunque non renderebbero alcuna opera “di seconda generazione”. Una delle mancanze più importanti per esempio è il mancato inserimento tra le richieste dell’installazione preventiva delle centraline di monitoraggio per valutare adeguatamente l’attuale impatto degli inquinanti generati sulla salute dei cittadini, cosa che rende molto difficile la valutazione in corso d’opera della variazione di inquinanti.
Inoltre il progetto del Passante, su proposta di Aspi, è stato diviso in Fase 1 e in Fase 2. La Fase 1 è la fase di allargamento da 12 a 18 corsie, 2 miliardi di euro e 4 anni di lavori che bloccheranno la città. Progetto quindi praticamente identico a quello del 2018 a cui l’allora opposizione di Coalizione Civica e M5S si oppose con forza. Questa fase di autorizzazione della conformità urbanistica si riferisce esclusivamente alla fase 1.
La fase 2 è soltanto un’ipotesi di Società Autostrade, accolta dal Comune, ma che rimane sulla carta senza alcun impegno vincolante. Tutte le migliorie sostanziali (coperture, filtri, 50MW di pannelli fotovoltaici) sono rimandate alla fase 2. (per l’analisi completa potete leggere qui: https://www.marcellosaltarelli.it/passante-di-bologna/)
Il punto politico che vogliamo sollevare è semplice: non sembra esserci stata, né da parte della giunta Merola prima né da parte della Giunta Lepore adesso, alcuna contrattazione, ma una semplice accettazione delle scelte di Autostrade, su spinta della Regione.
Se è vero che bisognava mediare con Regione e Aspi rispetto alle opere di mitigazione, bisognava però fissare dei paletti senza i quali non si sarebbe votata l’opera. E i paletti dovevano essere 2: il primo con la Regione: condizionare il voto favorevole in giunta allo sblocco da parte della Regione di tutti i fondi necessari a mettere a regime il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) come da accordi ‘97, e soltanto dopo aver verificato l’effettivo passaggio di un treno ogni quarto d’ora sulle linee principali nell’ora di punta poter procedere ai lavori. Il secondo con Autostrade: Le mitigazioni, serie, effettive e da subito, erano da pretendere in cambio del voto positivo all’opera. Non erano semplici suggerimenti sui quali Autostrade poteva dire la sua, accogliendole o meno.
In ultimo nasce il problema del costo: Ci hanno raccontato che i costi sono saliti da 500 milioni previsti nel progetto del 2018 a 2 miliardi per il progetto 2021, per l’aggiunta delle mitigazioni ambientali. Come è possibile questo se le mitigazioni ambientali, come abbiamo visto, sono le stesse del 2018?
Per questi motivi ci appelliamo ai giovani consiglieri e consigliere con cui abbiamo personalmente condiviso in passato battaglie e punti di vista: Oggi in Consiglio votate NO alla conformità urbanistica su questa opera. Tenete fede agli impegni presi in campagna elettorale e date a Bologna la possibilità di diventare davvero una città innovativa, all’avanguardia, capace di guardare avanti verso una mobilità sostenibile, e non solo di facciata.
Fatelo per il futuro della nostra città.
Se l’opera e’ un grande inganno allora sono stati ingannati tutti quei cittadini che hanno votato chi di quest’opera ne ha fatto un cavallo di battaglia elettorale.
Il passante potrebbe andare così come per la parte autostradale è solo abbassando i limiti di velocità a non più di 80 km ora o forse meno con controlli sicuri e severi. Il tempo di percorrenza aumenterebbe di poco e probabilmente con tempi certi cosa che vale più della velocità.
Si potrebbe allargare solo con lavori di minima la parte cittadina concentrandosi però sul miglioramento delle uscite che sono il vero collo di bottiglia del sistema.
Rimane che la soluzione sud che avrebbe contenuto la risoluzione di tutti i problemi esistenti e stata scartata senza spiegazioni comprensibili.
(chi si è accorto dei lavori di perforazione per la alta velocità??)
Se non altro avrebbe consentito lavori senza interferire pesantemente con la vita dei pendolari che non possono essere obbligati a prendere i treno che spesso , per molti percorsi, non esiste.
Rimane infine da capire il sottinteso di tutti questi discorsi che ha solo ragioni ideologiche che andrebbero aggiornate: eliminare il traffico privato! Perchè?
Se le auto diverranno ,cosa prevedibile, poco o nulla inquinanti perchè dovremmo eliminarle?
Il NOCCIOLO DEL PROBLEMA NON E’ eliminare il traffico privato, BENSI calmieralo ed ottimizzarlo:
1) UNA VOLTA COSTRUITO IL PASSANTE SOLO AUTOSTRADALE a sud (o nord, preferibilmente a sud per evitare ulteriore consumo di suolo) come si e’ fatto nelle principali citta europee e americane (ci sono tantissimi esempi di cio’ Madrid, Francoforte, Detriot, San francisco ecc ecc per approfondire) ed aver ottenuto IL GRADE RISULTATO DI DEVIARE IN MODO PERMANETE TUTTO IL TRAFFICO AUTOSTRADALE ITALIANO ED EUROPEO LONTANO DALLA CITTA’
2) Aprire la sede della “dismessa autostrada ” al traffico cittadino LA COSSIDETTA BANALIZZAZIONE DELLA TANGENZIALE , IN QUESTO CASO SI OTTERREBBE quella tanto auspicata fluidificazione del traffico cittadino, tanto cara agli attuali sostenitori del progetto di allargamento, ma senza intervenire minimamente con cantieri e costosi rifacimenti di ponti, cavalcavia, rotatorie ,e relative opere di urbanizzazione ad esse necessarie.
3) CONTEMPORANEA IMPLEMENTAZIONE della poco considerata ferrovia EX-VENETA COI BINARI DELLA CINTURA FERROVIARIA BOLOGNESE, realizzando cosi’ il VERO COMPLETAMENTO DEL S.F.M (tanto nominato quanto bistrattato e trascurato dalle attuali forse governative comunali e regionali)
Tutti questi lavori, una volta ultimati renderebbero sicuramente la vera Bologna citta metropolitana LIBERA DALL’INQUINAMENTO e A vero titolo citta piu’ GREEN D’EUROPA.
IL RESTO SONO CHIACCHIERE E FUMO NEGLI OCCHI
Mi permetto solo di sottolineare che quanto sopra esposto da Carloni sono esattamente i tre punti sul tema da me proposti e sostenuti in campagna elettorale.
Se Bologna fosse una città meno ingessata e più aperta al dialogo questo dibattito, decisivo per per le politiche ambientali e di mobilità per i prossimi anni, avrebbe potuto (e dovuto!) essere seriamente affrontato in tempi più utili. E soprattutto fuori da inutili propagande.
già… che altro dire? Si fa un gran parlare di cambiamento climatico in occasione dei COP, e poi si continua con ricette obsolete come se niente fosse. Vedi anche Bonaccini che chiede una deroga al divieto di immatricolare auto a combustione dal 2035 (nota bene: dovremmo dimezzare le emissioni entro il 2030) per le supercar emiliane; é la stessa logica, succube di idee incompatibili con la vita degli esseri umani sul pianeta (ma tanto i ricchi, sempre più ricchi, se la caveranno benissimo)