L’educazione alla verità rende le persone libere

Non è infrequente, negli ultimi tempi, sentire o leggere inesattezze e narrazioni quantomeno discutibili su questi primi cento giorni di governo della nuova giunta. Così, questo aneddoto personale vuole essere il prologo di un contributo in tre parti, volto a fare chiarezza e a ricostruire, dal mio punto di vista, come si sono svolte realmente le cose

di Marco Lombardo, segretario provinciale di Azione, già assessore del Comune di Bologna


L’educazione alla verità rende le persone libere. Ho imparato questo insegnamento tra i banchi di scuola. In particolare, sotto la forma di un ricordo che risale ai tempi delle scuole elementari.

Non ho mai negato a un compagno in difficoltà la possibilità di copiare da me. È sempre stato più forte di me. Pur biasimando quelli che mi chiedevano di copiare il compito, non sono mai riuscito a negare un aiuto a un compagno di banco in difficoltà. 

Ho imparato presto che le persone si dividono, già dai tempi della scuola, in due categorie: quelli che scrivono i compiti e quelli che copiano. Nella mia esperienza personale ho poi imparato che esisteva anche una sotto-categoria: quelli che copiano, ma vogliono far sembrare il loro compito l’originale. 

Un giorno un compagno in difficoltà mi chiese di copiare il compito in classe. Mancava poco alla fine del tempo di consegna e notai che il suo foglio era ancora completamente bianco: non aveva scritto nulla, era sudato e in forte difficoltà. Mi supplicava di dargli una mano. Non feci una piega. 

Del resto, la fortuna di noi “mancini” è che, per far copiare chi ci siede accanto, non dobbiamo nemmeno spostare il foglio: basta semplicemente tenere la schiena dritta. Solo che appena il mio compagno finì di copiare, rimasi totalmente sorpreso dalla sua reazione e da quello che, di lì a poco, sarebbe successo. 

La persona che avevo aiutato corse dalla maestra come un vero centometrista per consegnare il compito per primo, in modo da non far capire che era stato lui a copiare da qualcun altro. Rimasi sbigottito. Allibito. Piano piano fui preso da un forte senso di vergogna. Consegnando dopo, temevo che sarei passato io per quello che aveva copiato…

Non ho mai dimenticato però l’insegnamento che stavo per trarre da quella che sarebbe stata una lezione di vita. Non ricordo infatti che voto presi, ma ricordo ancora molto bene quello che successe dopo.

Quando andai a consegnare, con lo sguardo basso e un vago senso di colpa, la maestra mi fermò con lo sguardo dolce e bonario dicendomi: “Non preoccuparti, ho visto tutto. Ricordati sempre Marco che le bugie hanno le gambe corte e che la verità rende le persone libere”. 

Quell’insegnamento non mi ha mai abbandonato. Anche se crescendo nella vita di adulto ho imparato, a mie spese, che difendere la libertà, l’indipendenza e la verità è una cosa tutt’altro che semplice. E che a volte si è costretti a pagare un prezzo molto alto per essere leali con se stessi e gli altri. 

Ma ne vale la pena. Ne vale sempre la pena.

(Segue) La favola dei 100 giorni della città più progressista d’Italia…


3 pensieri riguardo “L’educazione alla verità rende le persone libere

  1. Non conosco personalmente Marco Lombardo , anche se da osservatore della realtà bolognese ho avuto modo di apprezzare il suo impegno come assessore della Giunta Merola .

    Il suo intervento di oggi, venerdì, su Cantiere Bologna, con la testimonianza di una “esperienza scolastica“ che lo vede generoso suggeritore di compagni di scuola meno dotati di lui nella conoscenza, è veramente una metafora attuale che va dritta al bersaglio.

    L’intervento di Lombardo , come quello di altri “epurati” testimonia la permanente grave frattura nel centro sinistra bolognese. L’aspetto che più mi colpisce è l’assoluta impermeabilità di Matteo Lepore, che è stato l’autore della spaccatura. Perché, di questo sono convinto, l’appoggio di personalità del Pd a Isabella Conti, che milita nel centro sinistra, non era stato un atto eversivo. La pervicacia del sindaco nella rottura dimostra un suo aspetto preoccupate e non politico, ma della sua personalità. Siamo di fronte non alla politica ma al carattere della persona. E questo è un problema anche politico.

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