Ancora in questi giorni sono andato a Pistoia, sono tornato e ho trovato una situazione sempre più catastrofica: queste realtà tra Emilia e Toscana, che hanno avuto per secoli continui e strettissimi rapporti e intensissime comunicazioni, sono separate da un diaframma quasi invalicabile: tre semafori sulla strada Porrettana e la ferrovia interrotta
di Renzo Zagnoni, presidente Centro Studi Alto Reno
Ho studiato in ripetute occasioni il traffico transappenninico nel Medioevo attraverso la strada Francesca della Sambuca, che percorreva sostanzialmente l’itinerario della Porrettana fra Porretta e Pistoia, e devo concludere, usando un’espressione un po’ iperbolica, che forse nel secolo XIII ci voleva meno tempo per attraversare il crinale appenninico.
Ancora in questi giorni sono andato a Pistoia, sono tornato e ho trovato una situazione sempre più catastrofica: oramai Porretta e Pistoia, che hanno avuto da secoli continui e strettissimi rapporti e intensissime comunicazioni, sono separate da un diaframma quasi invalicabile: tre semafori sulla strada Porrettana e la ferrovia interrotta.
Partendo da Porretta il primo semaforo è a Pavana, dove, dopo l’interruzione di tre anni (!) causata dall’immane frana, il semaforo è stato semplicemente spostato un centinaio di metri. In questo cantiere, di solito, non c’è nessuno al lavoro: oggi pomeriggio ad esempio c’erano due operai che con due pale spostavano un piccolo mucchio di ghiaia: i potenti mezzi dell’Anas.
Poi si arriva al semaforo di Taviano, per fortuna più veloce e in procinto, speriamo, di essere eliminato, visto che il ponte di collegamento con la piazza del comune è sostanzialmente terminato. Ma anche in questo caso temiamo si vada avanti ancora a lungo, visti i tempi dei collaudi e delle relative autorizzazioni.
Terzo semaforo quello del traforo: in questo caso nessuno mette in dubbio la fondamentale importanza di questa manutenzione, che, dopo anni di totale incuria, si è deciso finalmente di realizzare. Ma anche qui i lavori non si può certo dire che procedano alacremente, qualche volta si vede un raro mezzo meccanico e più spesso non c’è nessuno al lavoro. Oggi pomeriggio nessuno e 10 minuti di attesa. I lavori poi non sono organizzati su più turni giornalieri, ma su mattina e pomeriggio, con pausa pranzo e interruzione completa nel fine settimana: alla faccia del propagandato ed esaltatissimo “sistema Genova”, che ha permesso di realizzare il ponte ex Morandi in poco più di un anno. Ma lì si lavorava giorno e notte.
Ma passiamo alla ferrovia: mesi di interruzione e, si dice, forse riapertura in giugno. Motivo un masso caduto sui binari nella zona della galleria della Madonna del Ponte a Porretta. Motivazioni di questo lunghissimo lasso di tempo sembrano legate alla messa in sicurezza delle pendici, che durerà sicuramente più a lungo, perché anche qui non si vede nessuno, né uomini né mezzi, al lavoro. Pure sui servizi sostitutivi c’è molto da recriminare, poiché anziché pensare a treni che partano e arrivino alla Venturina, con un servizio di autobus di 3 km fra la stessa e Porretta che avrebbe implicato un costo bassissimo, si è pensato a un sistema molto complesso: alcune corse sono sostituite da autobus diretti tra Porretta e Pistoia ed altre arrivano e partono da Pracchia, dove in questi casi si trova il treno. Per di più a Porretta non si trova nessuna indicazione sul luogo della fermata dell’autobus: la settima scorsa ho rischiato di perdere la corsa delle 7,15 per Pistoia, perchè il sito delle ferrovia metteva le partenze dal piazzale degli alpini, mentre la corriera è partita dalla piazza della stazione intitolata a J.L. Protche, l’ingegnere progettista della linea, che credo si rivolti regolarmente nella sua tomba alla Certosa di Bologna a vedere la sua splendida opera ridotta in questo modo.
Questa a dir poco catastrofica situazione per la strada Porrettana è aggravata dall’interruzione, per i secoli dei secoli, del ponte di Sasso Marconi, che rende sempre meno raggiungibile la montagna da Bologna e per il cui recupero corre voce che si sia deciso di conservare il grande arco e ricostruire il resto.
Il 12 febbraio Rai 2 ha trasmesso un lungo servizio sulla montagna pistoiese (e in parte bolognese) parlando quasi esclusivamente del Porrettana Express, il treno turistico Pistoia-Pracchia-Porretta, descrivendo le bellezze delle montagna, i luoghi che si possono visitare ecc. ecc. Peccato che se qualcuno vorrà provare l’emozione di questo viaggio, le agenzie, gli uffici informazioni e gli uffici turistici dei comuni dovranno dire che non si può fare perché la ferrovia è interrotta. Di fronte a tutto ciò sento un silenzio assordante: non sento proteste né da parte di associazioni, né da parte dei sindaci del territorio.
Cordiali saluti e buon viaggio.
Photo credits: Norkypoint (CC BY-SA 3.0)