Monticelli: la mia Casa del Dialogo contro le guerre

La professoressa di Patrick Zaki racconta la sua esperienza e i suoi progetti in Consiglio comunale

di Barbara Beghelli, giornalista


Dici Rita Monticelli e pensi a Patrick Zaki. La coordinatrice del master d’eccellenza “Gemma” e il suo studente più famoso. La forza psicologica, la speranza e la resilienza. Quante cose è l’Università di Bologna, paladina delle libertà. Quanta virtù in questa storia di diritti umani violati che tutti noi vorremmo vedere al fine rispettati, già dal 6 aprile, giorno della prossima udienza del processo al ragazzo egiziano.

La determinazione gentile di questa professoressa ordinaria all’Università di Bologna dove insegna Studi di genere, teorie femministe tra differenze e diversità’ sta tutta nella sua sensibilità. Con lei, in prima linea ci sono sempre i diritti umani, non a caso al centro di tutti i suoi studi universitari e di specializzazione.

Una laurea in lingue e letterature straniere (inglese e persiano), ha conseguito il diploma nel primo master in letteratura delle donne basato su studi di genere a Hull (UK). A Bologna abita da 30 anni: “Bellissima già nel 1989, piena di idee e cultura, arte, musica, dove i movimenti studenteschi si mescolavano con gli altri movimenti”.

La politica l’ha sempre vissuta da esterna, a parte una parentesi in segreteria del Pd a Modena, nel 2009. La scorsa estate il Pd di Bologna le ha chiesto di candidarsi alle Comunali come capolista e lei ha portato a casa 836 voti: “È andata bene”, commenta. Indubbiamente.

Riesce a sentirlo in questi giorni, Zaky?

“Sì, ci sentiamo, anche perché ha finalmente ripreso gli studi. Ha dato da poco un esame sui movimenti delle donne; Patrick ha fatto solo il primo semestre, gli manca un anno per finire gli studi”. 

Ha avuto parole molto dolci per lei all’inaugurazione dell’anno accademico. 

“E io mi sono messa a piangere, davvero non ho saputo trattenere le lacrime quando ha detto che sono una di famiglia. Ero commossa e ringrazio i giornalisti, perché senza di loro questa lunga battaglia non sarebbe la stessa, scrivere la verità dei fatti è sempre un compito essenziale per la democrazia”.

Zaki ha parlato anche di Ucraina, in videocollegamento.

“Ha chiesto all’Ucraina di resistere e lui ne sa qualcosa. Più in generale io credo che l’Università abbia il dovere di difendere i diritti civili delle persone tutte, di sostenere le minoranze. E Bologna su questo è molto impegnata, da sempre”.

Come sta vivendo il suo nuovo impegno istituzionale?

“È un’esperienza meravigliosamente difficile. Una commissione dietro l’altra, tanto lavoro. Un ambiente nuovo per me, dove peraltro mi trovo benissimo, anche con le colleghe con cui c’è molta collaborazione. Devo dire che il sindaco Lepore ha favorito le competenze. Io personalmente ho presentato da poco un ordine del giorno sulle crisi umanitarie: in questo momento gli occhi sono tutti puntati sulla guerra e noi crediamo che in Consiglio comunale la maggioranza abbia il dovere di guardare ai problemi del mondo, non solo al proprio quadrilatero. Prendere una posizione è un modo per sensibilizzare”.

Che progetti ha in cantiere?

“Io, insieme coi colleghi, sto mettendo a punto la Casa del Dialogo; c’è già un protocollo d’intesa tra Comune, Curia, Ucoii, comunità ebraica e università per favorire le relazioni. Come delegata ai diritti e al dialogo interreligioso credo molto in questo discorso di condividere i progetti e le prospettive in un’ottica culturale per costruire insieme la società. Il futuro è questo”.


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