Il nuovo polo per l’innovazione 4.0, voluto da Crif in collaborazione con la Fondazione Golinelli, è l’ennesimo esempio di uno sviluppo economico che sta radicalmente cambiando il volto del nostro territorio metropolitano
di Aldo Bacchiocchi, già dirigente politico
Come raccontato in questi giorni dai giornali cittadini, il quadrante Est della Città Metropolitana si arricchisce di straordinarie novità. Osteria Grande, frazione di Castel San Pietro Terme, a metà strada tra Bologna e Imola, sarà sede di Boom, l’habitat per l’innovazione pensato da Crif e Fondazione Golinelli. Il nuovo Polo sarà un luogo fisico di 3.200 metri quadrati ricavati da un capannone in disuso.
Obiettivo: le giovani generazioni, professionisti, imprenditori, start up. Più di 12.000 persone saranno coinvolte per almeno 56.000 ore di formazione. Crif è una potenza globale che opera in tutto il mondo. La Fondazione Golinelli è una eccellenza nazionale. Ad esse, si affiancherà la Banca di Bologna.
La profonda provincia bolognese, storica ‘campagna’ a ridosso della via Emilia – tale è Osteria Grande – era un ‘non luogo’ come ci insegnano i sociologi. Questo ‘non luogo’ sta per assumere un’ identità straordinaria, che si proietta sul futuro digitale, locuzione di sintesi di data science, open innovation e open business. Ma non esageriamo con l’inglese! Mario Draghi, come è noto, non gradisce.
Queste straordinarie novità, che ormai si vanno affermando in tutto il territorio provinciale, nella Città Metropolitana e in tanti antichi ‘non luoghi’, modificano di fatto il volto di quella che era appunto campagna. I Comuni, come sedi istituzionali, prendono atto di ‘potenze’ che agiscono per conto proprio, anche se rendono l’omaggio dovuto alle sedi istituzionali, che ormai definirei quasi sedi ex post.
Non siamo in grado ancora di percepire gli effetti di queste potenze innovative, intrise di una ‘positività’ che cambierà abitudini e stili di vita di queste nostre terre. Penso che sia maturo il tempo per incentivare ricerche e tesi di laurea su queste trasformazioni e valutare anche il ruolo che gli Istituti tecnici saranno destinati ad assumere in questo nuovo scenario, poiché saranno le ‘Aldini Valeriani’ del nuovo secolo, guerra permettendo.
La fine del mondo diviso in blocchi e la mancanza di governo in questo multilateralismo impazzito possono riservare sorprese terribili e possono essere forieri di disastri fino a oggi impensabili. Bisogna attrezzarsi da subito. Altrimenti anche la nostra capacità di innovazione e programmazione ne risentirà. Insieme a tutti noi.
Photo credits: Ufficio stampa del Comune di Castel San Pietro Terme
Beh, certamente queste energie potrebbero essere indirizzate, e parzialmente, gestite.
Rilevare la volontà di iniziativa dimostrata (sul piano culturale e dell’innovazione) da diversi imprenditori con un’idea sana della responsabilità sociale d’impresa – e i nomi di quelli che da noi ce l’hanno son noti a tutti…
Sarebbe il ruolo del Sindaco metropolitano…