Un’ultima chiamata per il cambiamento

Questa sera alle 18.30, presso la Casa Della Cultura “Italo Calvino” di Calderara di Reno e in collaborazione con la sezione locale dell’Anpi “Adelmo Mingozzi”, un incontro dedicato ai futuri che verranno. Per capire come mettere un freno alla corsa forsennata all’aumento dei consumi e imporre limiti e vincoli ai poteri degli Stati sovrani e dei mercati globali, a garanzia dei diritti umani e dei beni comuni di tutti, a cominciare dall’Ambiente

di Vincenzo Giuseppe De Girolamo, presidente della sezione Anpi  “Adelmo Mingozzi” di Calderara di Reno


Clima, pandemia, bolletta energetica e guerra, sembra un connubio viaggiante su un unico binario, oggi.  Si potrebbe azzardare che sulle nostre teste non si aggiri uno spettro, ma il ”Masso della Crisi”, così bene rappresentato dal Pittore Piero Gilardi in una sua opera.  Un macigno che investe in tutto il nostro vivere quotidiano.

“Ultima Chiamata” vuol essere un incontro dedicato ai futuri che verranno, in programma questa sera alle 18.30 presso la Casa Della Cultura “Italo Calvino” di Calderara di Reno.

Ha l’intento di mettere in relazione la crescente crisi ambientale e climatica con le crisi economiche, sanitarie, politiche e sociali fin qui prodotte dal nostro sviluppo infinito. Prova a chiedersi se dalla crisi pandemica si può uscire con un nuovo paradigma di società.

Parte da un rapporto dell’Onu sui disastri naturali, dove le calamità legate all’emergenza climatica si contano, dal 2000 al 2020, in 7348 e le persone morte legate a queste catastrofi sono state 1.200.000, mentre i danni materiali prodotti calcolati in 3000 miliardi di dollari. Approda ad un nuovo paradigma di sviluppo, che accantoni quello partito in altra epoca, a metà del ‘700 con la rivoluzione industriale.

A tessere i fili della proposta è Maurizio Pallante. Già presidente del Movimento della Decrescita Felice, nella sua esposizione pone particolare attenzione a capovolgere il dogma della crescita.

La proposta di economia della decrescita che porta avanti è mossa da due leve. Da un lato un progresso tecnologico, finalizzato ad accrescere l’efficienza nell’uso delle risorse, in particolare quelle energetiche, indirizzata a ridurre il consumo a parità di servizi. Dall’altro un mutamento di stili di vita atti a liberarsi dai comportamenti indotti dal consumismo, dalla dipendenza del mercato, dalla chiusura individualistica e recuperare i vantaggi fondati sulla reciprocità.

Qui, l’autore del libro Ultima Chiamata – Cosa ci insegna la pandemia e quali prospettive può aprire, a suo modo, è convinto che tutto questo debba servire a indicare una strada idonea a costruire un post pandemia che prenda le distanze da una «economia finalizzata solo alla crescita della produzione delle merci». E nel ragionamento che porta avanti, si chiede anche quali settori industriali devono trovare meno spazio per fermare la deriva in cui siamo stati gettati e quali, invece, devono essere promossi.

Secondo le argomentazioni di Maurizio Pallante, tocca anche alla scienza cambiare paradigma. La conoscenza scientifica deve dare un nuovo indirizzo allo sviluppo scientifico, deve cercare di essere più attenta alla tutela della vita delle popolazioni e meno intenta ad accrescere la potenza della specie umana sulla Natura.

Così, la società trasformata darebbe possibilità di far esistere e immaginare tanti futuri. Essere all’altezza di sconfiggere la malattia del presentismo. Battere l’ideologia che riduce l’essere umano alla figura del consumatore e a quella di una banca dati finalizzata ad orientarne i consumi. Insomma un altro modo di intendere sviluppo e progresso.

A noi, infine, viene da pensare che per avviare un tale processo sia necessario prendere in esame la proposta di Luigi Ferrajolo, fatta nel suo libro, Per una Costituzione della Terra. Riconoscere, cioè, l’esigenza di imporre limiti e vincoli ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali, a garanzia dei diritti umani e dei beni comuni di tutti.

Per maggiori informazioni, vi invitiamo a consultare il sito culturara.it.


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