Aiutando la “Primo Levi” si aiuta tutta la città

La rinascita dell’Università per adulti di via Azzo Gardino, piegata dagli anni di pandemia, va rilanciata con convinzione. Sarebbe un’operazione di cui beneficerebbe tutto il tessuto cittadino

di Aldo Bacchiocchi, già dirigente politico


Quella realizzatasi a Bologna con l’Università per gli adulti Primo Levi è stata un’esperienza qualificata e singolare.

Si è affiancata in modo intelligente alle strutture pedagogiche primarie pubbliche dalle medie superiori all’Università, realizzando così una inedita connessione nel mondo del ’sapere’ e dei ‘saperi’. Docenti e discenti hanno lavorato per anni assieme, offrendo risposte positive e non superficiali a un ‘bisogno’ di conoscenza che, anche a Bologna e su scala metropolitana, è molto diffuso. Più si sa e più si vuole sapere. In tutti i campi, umanistici e scientifici.

Purtroppo il Covid ha tarpato le ali a questa importante esperienza, che non deve tuttavia andare smarrita. La Primo Levi deve rinascere con forza e più in fretta possibile. È necessario circondarla di affetto e di aiuti materiali importanti.

Certo il bisogno di ‘cultura’ è di per sé importante; ma ne ha necessità anche il tessuto produttivo e commerciale della nostra realtà. Per essere competitivo di fronte alle novità e alle sfide che si dovranno affrontare o che sono già in atto. L’Università per adulti potrebbe anche diventare la sede per far convergere quel bisogno di Europa che in questi giorni ‘Cantiere Bologna’ sta giustamente mettendo in rilievo. In quest’ottica, anche i giovani studenti Erasmus che frequentano Bologna potrebbero essere di aiuto.

Per questo la rinascita della Primo Levi va rilanciata con convinzione. Sarebbe anche una modalità di eccellenza per restare fedeli ai messaggi di speranza che, fino all’ultimo, hanno segnato l’intelligenza di Marino Golinelli.


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