In uno scenario ancora ostinatamente segnato dalla pandemia, torna il progetto di alleanza culturale nato dalla collaborazione tra Comune di Bologna e BolognaFiere, che quest’anno parte da una necessaria ridefinizione delle modalità di condivisione dello spazio pubblico e da una riflessione sulle mutevoli dinamiche di relazione interpersonale
di Lara De Lena, storica dell’arte
Il progetto offre un ricco calendario di eventi dal 7 al 15 maggio (con l’immancabile notte bianca il 14 maggio), in concomitanza con Arte Fiera prevista dal 13 al 15 maggio. Come per l’edizione dello scorso anno, gli artisti Filippo Tappi e Marco Casella sono partiti dalla stella, segno grafico che nella scorsa edizione copriva il volto di Peter Pan e che quest’anno trema, sfuma, si moltiplica.

Bologna, come è stato detto nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento «diventa quindi una galassia nella quale ogni cosa accade: un agglomerato di pianeti iridescenti, stelle pulsanti, materia oscura, pulviscolo, che danza indisturbato al ritmo astronomico. In questa galassia miriadi di eventi entrano in contatto, si sovrappongono, si fondono, si fanno eco, si moltiplicano. Il rumore della città, delle sue strade, dei portici, dei colli e delle persone che l’attraversano è il rumore di fondo di una galassia che nelle giornate di Art City è attraversata da oggetti non identificati, bagliori anomali, mondi atomici che appaiono e scompaiono, suoni mai sentiti, battiti e segnali che transitano per qualche ora e poi spariscono».

Uno dei principali intenti della rassegna è porre all’attenzione del vasto pubblico luoghi della città spesso non deputati all’arte e talvolta raramente accessibili o sconosciuti, che si alternano nei percorsi artistici a luoghi celeberrimi e simbolici per eccellenza della città. Il filo rosso quest’anno è l’azione che ridefinisce gli spazi urbani attraverso i corpi, che tornano finalmente a uscire, muoversi e interagire. Tino Sehgal, Leone d’Oro all’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel 2013, porta in Piazza Maggiore ballerini e interpreti che, in un evento relazionale a cura di Lorenzo Balbi, interagiranno con il pubblico regalando un’esperienza diretta e fisica dell’opera, di cui non verrà fatta alcuna registrazione allo scopo di non essere mercificata, ma restare al qui e ora più autentico e inaspettato.
Stultifera, performance di Benni Bosetto a cura di Caterina Molteni, avrà luogo in Pinacoteca mentre la mostra dedicata a Giulia Niccolai, Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai sarà al Padiglione de l’Esprit Nouveau, a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni. L’elemento performativo torna anche in Zhōuwéi Network di Emilia Tapprest al Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo.
Vivere lo spazio attraverso azioni che lo ridefiniscono e generano narrazioni è un tratto peculiare anche della ricerca di Italo Zuffi cui è dedicata Fronte e retro, personale a cura di Lorenzo Balbi e Davide Ferri che si sviluppa su due sedi, la Sala delle Ciminiere del MAMbo, che propone un percorso retrospettivo dalla metà degli anni Novanta al 2020, e la Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi in cui sarà visibile una serie di nuove produzioni.
Il programma completo sul sito artcity.bologna.it.
L’articolo è stato realizzato per la rivista di CUBo – Circolo Università di Bologna, diretta da Massimiliano Cordeddu. In copertina: Emilia Tapprest, Zhōuwéi Network, 2021 (courtesy of the artist)