Sara Accorsi: una delega “all’ascolto” per la pianura bolognese

La consigliera comunale e metropolitana di San Giovanni in Persiceto ha ricevuto nei giorni scorsi la delega alle “Politiche per la pianura bolognese”. Un territorio che vede una grande differenza di situazioni, determinate da fattori sociali, demografici e anagrafici, di componenti etniche e di reddito. Per questo ha bisogno di essere ascoltato, coordinando al meglio il lavoro che le diverse amministrazioni mettono in campo quotidianamente

di Barbara Beghelli, giornalista


A Sara Accorsi, consigliera della Città Metropolitana e consigliera comunale a San Giovanni per il Pd, che lì è all’opposizione, è stata da poco affidata la delega alle funzioni amministrative delle “Politiche per la pianura bolognese”.

Fresca di nomina ha però all’attivo diverse esperienze amministrative: la Accorsi, 42 anni, nativa di San Giovanni in Persiceto, una laurea al Dams (Arte), un master in Creazione di Eventi a Firenze e un diploma alla Scuola di Biblioteconomia in Città del Vaticano, ha lavorato a Rimini, Ferrara e Modena dov’è tutt’oggi, come bibliotecaria diocesana e anche come coordinatrice di segreteria di un ente di formazione universitaria. Iscritta al Pd da 10 anni, mese più mese meno, ci racconta cosa succederà alla pianura bolognese.

Perché la necessità di una delega alla Pianura?

Per creare un’azione strutturata tra quelle già in campo. Considero questa delega come un collettore tra il mio lavoro e quello degli altri consiglieri e consigliere, che porrà al centro una grande opera di ascolto del territorio della pianura che con le elezioni del 25 settembre ci ha dichiarato, senza se e senza ma, tutto il disagio e il malessere che respira.

I problemi della pianura bolognese: lavoro, povertà, welfare, mobilità, sanità.

La pianura vede una grande differenza di situazioni, determinate da diversi fattori. Ad esempio, c’è una grande differenza in ambito sociale legata a diversi indici demografici e anagrafici, di componenti etniche e di reddito. Differenti sono anche le situazioni economiche dei territori con zone più ricche e produttive vicine ai grandi assi stradali e zone che, per diverse ragioni, non sono più nelle condizioni di garantire una occupabilità sostenibile.

Questo per dire che le cose da fare non mancheranno, ma dovrà essere un lavoro di squadra in cui il piano di azione ha coordinate chiare e condivise con gli amministratori e le amministratrici, ma anche con tutti i servizi attivi nei diversi territori: istituti scolastici, imprese e terzo settore. Il lavoro per l’Appennino ha visto in questi mesi un avvio, ci mettiamo in moto sulla stessa linea.

Quali le sue esperienze politiche più rilevanti?

Ho iniziato ad essere attiva nel Pd locale con le iniziative legate all’8 marzo, al 25 novembre, alle giornate della memoria e durante la festa dell’Unità. Nel 2009 sono entrata in consulta di frazione a Decima come rappresentante dell’Udi, poi in Consiglio comunale come capogruppo dell’opposizione. Era la prima volta che il centrosinistra stava all’opposizione e questo ha significato lavorare tanto dentro al Consiglio ma anche fuori, per ricostruirsi. Nel 2021 è arrivata la candidatura a sindaca che si è conclusa con la sconfitta di un anno fa, e quindi lavoro di nuovo a testa bassa dai banchi dell’opposizione. A novembre dell’anno scorso sono stata eletta in Città Metropolitana, dove il sindaco mi ha affidato le deleghe al welfare, lotta alla povertà e politiche per la casa, a cui da ieri si è aggiunta la delega alle politiche per la pianura.

A proposito di Pd, vedrebbe bene il suo scioglimento come qualche suo collega auspica?

Sono iscritta al partito democratico dal 2012, nel mio operato cerco di metterci il massimo impegno e oggi dico che la strada non è lo scioglimento. Sono convinta che il nostro partito necessiti di una cura ricostituente, che convinca chi si è allontanato dal nostro progetto di società a crederci ancora. Dal 2008 al 2022 abbiamo perso 7 milioni di voti: questo è il problema e occorre invertire la rotta.

Futuro segretario/a: meglio Bonaccini, De Micheli, Nardella o Schlein?

Non è questo il tempo di tirare fuori un nome. Certo la figura della persona che guiderà il partito è importante, soprattutto di questi tempi, ma non ci servono figure dal magico appeal, bensì menti pensanti che abbiano una visione politica efficace per tutto il Paese e le diverse generazioni. Sono interessata a promuovere un dibattito politico che si concentri sulla lotta alle disuguaglianze, sul problema del lavoro e della casa, su azioni efficaci di contrasto alla povertà e di reinserimento sociale. Solo dopo aver ridefinito il campo di azione verrà il momento della scelta del o della leader. Parliamo prima di tutto di chi vogliamo essere e di quali azioni occorre mettere in campo per la vita delle persone.


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