Tra i movimenti che hanno dato vita alla manifestazione di sabato scorso ci sono istanze e obiettivi differenti. Ma non si può negare che in quella massa di volti giovani che hanno sfilato per le vie della città ci siano anche un messaggio e una sfida più profondi, che è essenziale cogliere
di Antonella Peloso, dipendente Asl
Interno giorno, casa mia: torna mia figlia dall’incontro mattutino con i compagni di Fridays For Future che la notte prima hanno dormito a Bologna, sistemati in un ex teatro nei pressi del ponte Stalingrado. Sono venuti da fuori città per partecipare alla manifestazione Convergere per Insorgere, promossa da Collettivo di Fabbrica Gkn, Fridays for Future Italia, Assemblea NoPassante e Rete Sovranità Alimentare, che sabato 22 si è snodata per le vie della città, passando anche per la tangenziale.
«Mamma hai sentito che la Meloni vuole ridiscutere Passante e tram? Ma cosa c’entra il tram?»
«Eh! Dovete stare attenti a non farvi strumentalizzare… Questi sono degli infingardi.»
«Ma ci hai preso per scemi?! Ti pare che diamo retta alla Meloni sul tram? Noi siamo per la diminuzione dall’uso delle automobili»
«Scusa, volevo chiederti, perché avete buttato i Verdi fuori dal corteo? Ti sembra una cosa normale?»
«Noi?!»
«Si! Sì stanno arrabbiando tutti!»
«Ma non siamo stati noi, ti pare? Sono stati quelli di Potere al Popolo, che tra l’altro non sono nemmeno fra coloro che hanno indetto la manifestazione… Ma adesso di questo ne parliamo.»
«Adesso??»
«Sì, sta per cominciare l’assemblea regionale sul Passante, vado, torno stasera. Ciao!»
«MA QUANDO STUDI??!!»
La porta sbatte, mia figlia è già fuori. Rimango a pensare alla conversazione appena terminata. Sarà che l’interlocutrice è mia figlia, ma sento forte l’idea che “dialogo” non vuol dire soltanto confronto, ma anche necessità di compromesso. E che il rifiuto dell’ascolto distrugge la fiducia. Per quanto faticoso, bisogna sforzarsi di aprire un canale di dialogo costante con questi ragazzi. Altrimenti a farla da padrone saranno rabbia e disillusione, nelle quali sguazzano le destre e i pensieri più pericolosi.
Quante volte ho ascoltato mia figlia esprimere con aggressività le sue urgenze, quante volte ho sentito le sue parole dure scagliate contro le istituzioni colpevoli a suo dire di marciare in senso contrario, contro le forze politiche che non prestavano ascolto alle sue/loro argomentazioni e dubbi. E quante volte ho risposto: «Figlia, entra in relazione con chi hai davanti, considera anche il suo punto di vista. Prova a gestire la frustrazione frutto della necessità di compromesso. Non per rinnegare te stessa, ma come tappa necessaria in un percorso di relazione».
Anche per questo, sabato scorso, sono andata insieme a mia figlia alla manifestazione. E il 5 novembre prossimo andremo insieme a Roma, per chiedere la Pace ai potenti della Terra. Da madre e da cittadina credo che l’obiettivo dell’acquisizione di un pensiero critico e autonomo si raggiunga anche sul campo, coinvolgendo il più possibile le persone che lo desiderano nelle scelte che ogni comunità deve compiere per progredire.
Illustriamo dunque i perché di quel che facciamo e confrontiamoci con loro sui percorsi che intraprendiamo, cerchiamo di raggiungere un ascolto vero: sono sicura che alla fine ci capiremo, nonostante tutto.
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