Agilmente, reagire all’apnea, o dei Verdena a Bologna

Della reazione della città all’annuncio del tour di lancio del nuovo album “Volevo Magia”, ma anche degli spazi che ospitano eventi in città

di Andrea Femia, consulente digitale cB


Intendiamoci, la pandemia sicuramente è stata problematica sotto un miliardo di aspetti della vita delle persone. In primis per la salute, quella immediatamente percepibile. Gente che sta male fisicamente, e che nel peggiore dei casi è costretta dire addio al pianeta. E tutte le persone che hanno perso il lavoro, e quelle aziende che hanno sfruttato la cassa integrazione senza un minimo ritegno, fagocitando per sé anche gli aiuti destinati a chi bisogno ne aveva davvero. E i disagi emotivi e psicologici che hanno travolto le persone. Uno stato di chiusura esistenziale che ha completamente indebolito i sistemi immunitari dell’apparato emotivo.

L’ultima volta che ho visto i Verdena vivevo in un’altra città, avevo semplicemente un’altra vita, e nel frattempo ne sono passate almeno un paio. Trasferirsi, isolarsi, riaprirsi non si sa bene come. E così è valso per ognuno. Compreso chi scrive canzoni per vivere. Prima del 2020 avevano scritto alcuni brani che dovevano finire sul settimo disco. E però, poi, quando gli esseri umani non possono coesistere senza rappresentarsi come minacce, qual è il senso di far uscire un album?

E quindi, semplicemente, hanno messo da parte quei brani per aggiungerne, successivamente, altri. A detta loro più violenti, sicuramente più veloci. Se cambia ciò che vivi all’esterno, certo non puoi pensare di scrivere come se la vita non fosse stata radicalmente stravolta.

Tutto questo ci porta in modo un po’ confuso a giugno di quest’anno, all’annuncio di un tour a cui sarebbe seguito l’annuncio dell’album.

Parliamo di un gruppo che, nei fatti, è completamente assente dai social network. Avete presente quanti fenomeni di ogni natura d’intrattenimento siano venuti fuori durante l’isolamento? Un quantitativo abominevole di artisti, gruppi, autori, che provavano giustamente a sfruttare il momento in cui tutto il mondo consumava compulsivamente prodotti artistici. I Verdena no, zero, e per una strana forma di contraddittorio paradosso, forse proprio quell’assenza indelicata ha reso possibile quanto è avvenuto, appunto, a giugno.

L’annuncio del tour, dicevo. Estragon per Bologna. I biglietti non durano più di un’ora. No, davvero, per ogni altra città d’Italia potevi comprare i biglietti per giorni, mesi, per Bologna impossibile. Per rimediare inseriscono subito una seconda data. Niente. Nuovo sold-out, così, senza capire bene come.

La reazione di Bologna è il motivo che mi spinge a scrivere tutto ciò. Ha veramente impressionato questa ansiosa reazione di un quantitativo enorme di cittadini necessitanti musica. Come reagire all’apnea. Proprio per questo, gli organizzatori di DNA Concerti avranno pensato: «Vabbè, ma a sto punto ne aggiungiamo un’altra». E ancora, poche ore e via. E senza esagerare, pochissimi giorni dopo, ancora la stessa cosa. Quattro sold-out, tutti nel giorno stesso in cui la data veniva annunciata.

La domanda che ho sentito più di ogni altra, in coda all’Estragon, è stata: «Ma non potevano suonare all’Unipol arena?». Non lo so, non ne ho idea, forse no. Ma fa respirare meglio l’idea che esistano gruppi che non rinunciano a un contatto intimo con il pubblico anche quando potrebbero. E viene da chiedersi se in città esistano alternative intermedie tra l’Estragon e le grandi arene (Unipol e addirittura lo stadio). L’unica risposta sensata a questa domanda sembrerebbe essere, purtroppo, No. Per un pubblico così affannato alla ricerca della “propria” musica, è abbastanza incomprensibile. Forse a questa cosa bisognerebbe pensarci un po’.

Rimane molto difficile capire come un gruppo che era completamente sparito dalle scene, che non ha fatto assolutamente nulla per rimanere nel cuore delle persone, possa avere avuto una reazione del genere in questo tempo della costante presenza necessaria. Reazione intergenerazionale in senso assoluto, a vedere l’età media presente ai concerti. Nel mondo in cui viviamo è un dato molto affascinante.

Comunque, spazio recensione: sono ancora dei diavoli.

Di nuovo scompaio se te ne vai. E va bene lo stesso.

Photo credits: Jarno Iotti/DNA concerti


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