Il Museo d’Arte Moderna di Bologna trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo dell’artista visuale e film-maker ravennate Yuri Ancarani: Atlantide 2017–2023. La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, è stata inaugurata mercoledì 1° febbraio 2023 e rimarrà aperta al pubblico fino al 7 maggio 2023
di Lara De Lena, storica dell’Arte
Il progetto di Yuri Ancarani per il MAMbo si pone come una sorta di “esplosione” del film Atlantide, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all’interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film.

La storia, in breve, è quella di Daniele, un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia, che vive di espedienti ed è emarginato dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione.
Racconta l’artista in occasione di un’intervista rilasciata a settembre per cinematografo.it: «Atlantide è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un’osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi. Questo metodo di lavoro mi ha dato la possibilità di superare il limite di progettazione tradizionale nel cinema: prima la scrittura e poi la realizzazione. Così il film ha potuto registrare in maniera reattiva questo momento di grande cambiamento di Venezia e della laguna, da un punto di vista difficile da percepire, attento allo sguardo degli adolescenti. Il desiderio di vivere così da vicino le loro vite, dentro i loro barchini, ha reso possibile tutto il resto: il film si è lentamente costruito da solo».
Sebbene la narrazione ruoti intorno a Daniele e agli altri ragazzi, emerge come grande protagonista del film l’unicità della città lagunare. Così anche al MAMbo il fulcro è la Venezia-Atlantide ricreata dall’artista, una città difficilmente definibile, soffocata dallo sfruttamento turistico, costantemente sotto minacce ambientali che interessano tutto il pianeta, ma qui diventano particolarmente pregnanti.
Un luogo in cui gli abitanti, ormai ridotti a meno di 50mila, vivono in bilico tra la necessità di lottare per non essere sommersi dalle acque lagunari e dalle ondate turistiche inarrestabili e la tentazione di abbandonare la lotta e lasciare la città al suo destino. Nello stesso tempo, però, in un’ottica più ampia, la Venezia di Ancarani perde la sua connotazione geografica e urbana e diventa un simbolo, una rappresentazione ideale della decadenza del capitalismo, un luogo esemplare per raffigurare un problema globale. Alla fine del percorso ci si rende conto di come questi problemi non riguardino solo Venezia o i veneziani, ma ci coinvolgano tutti da vicino.

I materiali presentati sono vari e in alcuni casi si tratta di veri e propri cortometraggi, frutto anche del lavoro documentaristico svolto da Ancarani a Venezia (è il caso, ad esempio, delle riprese della manifestazione contro le grandi navi in laguna o del trasporto in barca di un elettrodomestico da Burano a Rialto, visto tramite i movimenti di una cimice sulle funi di fissaggio).
A Yuri Ancarani sarà inoltre dedicata una mostra antologica al Pac, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, dal 28 marzo all’11 giugno 2023, curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti, che sottolineerà il dialogo e la connessione tra le due esposizioni, bolognese e milanese.
L’articolo è stato realizzato per la rivista di CUBo – Circolo Università di Bologna, diretta da Massimiliano Cordeddu. In copertina: fotogramma del film di Yuri Ancarani, “still da Atlantide”, 2021, durata 104 min (credits: Studio Ancarani).