Il pensiero dominante condanna il partito che vi siete candidati a guidare. Da anni una moviola scorretta mostra solo gli errori del Pd e omette ciò che resta di una storia gloriosa, molto evidente nella vostra Emilia-Romagna. Se si facessero vedere solo i gol che sbagliò anche Maradona passerebbe per un brocco. Purtroppo al mainstream si sono accodati milioni di elettori e troppi dirigenti. Chi guiderà la forza principale del centrosinistra risvegli l’orgoglio di chi ha fatto la Costituzione
di Giampiero Moscato, direttore cB
Proviamo a uscire tutti dal tranello della lettura mainstream sul Pd, il pensiero demolitore oramai prevalente non solo tra gli avversari ma addirittura tra i potenziali elettori e tra troppi dirigenti? Proviamo a essere minoranza (la sinistra lo è, prendiamone atto) ma almeno fieri della nostra storia? Possiamo sperare che questo orgoglio sia l’animo dominante nel lavoro di chi, tra Bonaccini e Schlein (rovescio qui l’ordine alfabetico del titolo), prevarrà nelle Primarie del 26 febbraio e sarà la guida del Pd per i prossimi anni e dunque, verosimilmente, la figura trainante dell’intero centrosinistra? Riuscirà a portare nel resto d’Italia qualcosa dei successi di Bologna e dell’Emilia-Romagna da cui provenite?
Ho usato in questo incipit un termine che non userei mai – mainstream – perché non mi piace. Non per la parola in sé. Essa nasce in ambito culturale per indicare una corrente prevalente all’interno di una singola arte: è dunque un bellissimo vocabolo nella sua lingua originale, sia chiaro. Ma perché non dire allora, qui in Italia, “corrente principale”? Troppo provinciale? Troppo poco cool, come va pure di moda dire?
Già l’utilizzo inutile degli anglicismi è disturbante. Ma in questo caso c’è qualcosa in più di urticante. La parola mainstream in certi ambienti e in certa pubblicistica (soprattutto sulle reti sociali) viene usata con intento dispregiativo nei confronti delle maggioranze. È un diritto di ogni opposizione, anche la più minoritaria, criticare chi governa ed essere maggioranza non significa avere ragione. Lo so anche perché la maggior parte della vita l’ho passata da sconfitto alle elezioni, praticamente mai ho vissuto da vero vincente o del tutto soddisfatto. Ma un conto in democrazia è dire che chi governa lo fa male. Un conto è pensare che la maggioranza che quella classe politica l’ha mandata al governo sia “stupida”, come sottintende chi sputtana il mainstream, nella politica o nell’informazione: «Branco di allocchi, ve lo spiego io perché lo siete» è la narrazione che da anni prevale nel Paese contro qualunque organismo provi a sostenere le ragioni del centrosinistra e del Pd in particolare. Ecco, che siano i Cinquestelle, i forzisti, i leghisti, gli eredi del Msi a condannare senza appello il Pd è del tutto naturale. Hanno le loro idee e provano a demolire l’unico partito tradizionale che resiste nel solco del vecchio arco costituzionale e che può fermarli. Lo fanno legittimamente, anche se spesso usano strumenti calunniosi: non a caso il tentativo di avvicinamento al Pd di personaggi come Dino Giarrusso crea qualche grattacapo alla sola di idea di ammetterlo in famiglia, dopo quello che ha detto dei Dem in passato.
Quello che è meno comprensibile è quando a questa vulgata mainstream, che attribuisce al Pd ogni nefandezza e tutte le colpe per quello che non va nel nostro Stato, si accoda gran parte del bacino elettorale del centrosinistra. Del tutto inaccettabile è che addirittura dai dirigenti si sentano parole denigratrici di una storia che è certamente piena di lacune, errori e pure vergogne ma che resta nel profondo gloriosa. Certo, ci sono state camarille, interessi loschi, malcostume, sbagli come il Jobs act (altro inspiegabile anglicismo) e similari e non ammettere le colpe sarebbe più grave che averle compiute. Ma insieme si deve con forza rivendicare il fatto che questo Paese senza le battaglie e le leggi nate sotto la spinta delle varie anime del Pd sarebbe molto più arretrato e reazionario e probabilmente sarebbe stato pure travolto dal proprio debito pubblico, tipo Grecia se non Argentina.
Sul Pd la narrazione mainstream mostra solo i problemi. Anche Maradona ha sbagliato gol a porta vuota ma se la moviola dei social network mostrasse solo i suoi errori passerebbe alla storia come un brocco. Una moviola onesta non omette gli svarioni ma mostra anche i colpi del fuoriclasse.Ecco. Chi di voi due prevarrà alle Primarie si è già impegnato a correggere gli sbagli del passato. Faccia con lo stesso impegno in modo di ricordare a chi ancora vota il centrosinistra – ma soprattutto a chi ha smesso di farlo e resta a casa o addirittura vota altrove – che la storia Dem è fatta e sarà di difesa del lavoro, dei diritti, della dignità, dell’eguaglianza e della lotta alle storture, alle sperequazioni, agli arricchimenti illeciti, agli egoismi. Uscite (usciamo) dalla moviola mainstream: altro che brocchi, le nostre anime hanno fatto la Costituzione.
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Per certi aspetti Lei richiama il monito inascoltato,per ora,di Gianni Cuperlo
Il problema è che mentre Maradona ha alternato errori e cose buone, il PD (a livello nazionale) ha fatto cose buone, si, ma molto tempo fa. In tempi recenti no.
Bravo!!! Lo dico sempre perché ho avvertito ciò, ma si figuri lì ho tutti addosso anche quelli del mio partito. Grazie dell’articolo!!!
La maturità di una organizzazione c’é se a fronte di una scelta che non ha dato i risultati attesi, sa analizzare e anche trovare le proprie responsabilità e correggere per andare oltre