Erika Ferranti e il Pd di Elly Schlein: «Un partito femminista»

La sindaca di Bentivoglio, coordinatrice del comitato provinciale per la neosegretaria al congresso Pd appena concluso, commenta l’esito delle Primarie tra la gioia per la vittoria e la consapevolezza che il lavoro da fare per rilanciare il partito è ancora tanto

di Barbara Beghelli, giornalista


Inutile dire che è molto felice: Erika Ferranti, sindaca di Bentivoglio, ideatrice del comitato bolognese ‘Parte da noi’ a sostegno della neo segretaria del Pd Elly Schlein, co-coordinatrice del comitato provinciale assieme a Stefano Caliandro, è ottimista ma soprattutto fiduciosa che questa scelta politica in futuro darà grandi frutti.

Se l’aspettava una vittoria del genere?

Considerato che il numero di iscritti del Pd è molto limitato per via della crescente sfiducia nei suoi confronti ma anche per un’assenza di abitudine alla partecipazione attiva alla politica attraverso il tesseramento, e nonostante il Congresso abbia spinto un numero non trascurabile di persone a tesserarsi a gennaio, non si poteva considerare il voto nei circoli rappresentativo degli elettori, platea molto più vasta ed eterogenea. Per questo motivo il voto delle Primarie avrebbe potuto essere, come è stato, diverso da quello nei circoli.

Cosa cambierà da adesso?

Elly ha detto più volte che vanno cambiati i volti e il metodo: ci aspettiamo nuove modalità di selezione dei dirigenti, che premino soprattutto le competenze e riservino un ruolo di primo piano per le donne e i giovani. Non a caso circa due terzi dei capolista delle liste per l’Assemblea Nazionale erano donne. Ci aspettiamo che vengano scalzate le correnti come centri di potere, nuove forme di ascolto, collaborazione e consultazione dei diversi livelli organizzativi, dagli iscritti fino alla direzione nazionale.

Chi ha votato in massa per Schlein, ieri? Giovani, donne, ex Articolo1, infiltrati di destra…

Sciolgo il dubbio: negli ultimi due mesi ho partecipato a moltissime iniziative, ho incontrato tante persone, di tutte le età e di qualsiasi estrazione sociale e sono stata ai seggi durante il voto: non ho visto infiltrati ma tanta voglia di partecipare, 7di parlare, di essere ascoltati: persone anziane, ragazzi e famiglie. Credo che in tanti abbiano sentito finalmente parlare dei propri problemi condividendo il desiderio di cambiamento di Elly, per affrontare con il coraggio delle idee anche le questioni più complesse, come quella del contrasto alle disuguaglianze. Siamo riusciti a intercettare parte degli elettori che non ci votavano più e che rinforzavano da tempo le fila dell’astensionismo.

Con la segreteria Schlein cambierà anche l’impostazione del partito sulle grandi questioni nazionali e internazionali? Cosa pensa, per esempio, sulla guerra in Ucraina?

Il primo cambiamento sta nel modo di fare opposizione al Governo, che deve essere più puntuale e rigoroso su tutti i fronti: economico-sociale, scuola, sanità pubblica, immigrazione. L’indifferenza con cui assistiamo alle stragi nel Mediterraneo è letteralmente disumana. Riguardo l’Ucraina non credo che Elly cambierà la sua posizione: l’invio delle armi deve essere finalizzato esclusivamente alla difesa e accompagnato da un impegno forte a livello internazionale per una soluzione di pace.

Le donne: da ora avranno ruoli importanti, magari faranno squadra.

Il Pd di Elly è un partito femminista che vuole scalzare i meccanismi di selezione della classe dirigente – basati finora su gruppi di potere a favore, invece, delle competenze. È un po’ presto per dire quando e come, ma di certo i circoli vanno resi dei luoghi in cui si fa politica tutto l’anno e in cui si realizza davvero uno scambio tra il territorio e i suoi organi decisionali. Chi vorrà impegnarsi con serietà troverà sicuramente occasione per essere valorizzato, a tutti i livelli.

Franceschini è uno dei vecchi leader che con Zingaretti e Orlando ha sostenuto la candidatura vincente: sguardi benevoli verso i 5 Stelle, anche in passato col Conte 2, quel che non voleva invece nel presente la corrente di Guerini, Base Riformista.

La vittoria di Elly è una vittoria del basso, resa possibile solo grazie alla partecipazione di centinaia di migliaia di persone che non rispondono a nessuno dei vecchi leader. Persone che hanno deciso dopo una valutazione attenta, anche sofferta, di aprire un credito di fiducia al Pd. Io penso che i dirigenti debbano prima di tutto rispettare la scelta degli elettori ed essere loro riconoscenti per l’occasione di ripartenza che ci è stata offerta con il voto di domenica. Prima di qualsiasi decisione si dovrebbe riflettere su cosa significa essere rispettosi di quel voto, e io credo che avverrà.

Photo credits: Fabio Frustaci/Ansa.it


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