La segretaria del circolo Galvani, capolista per Bonaccini al Congresso dei democratici, ci dice la sua sull’esito delle Primarie e su quanto si aspetta dal nuovo corso. A partire dal ruolo che avrà l’Assemblea nazionale del partito, nella quale è stata eletta
di Barbara Beghelli, giornalista
Il pane e le rose. Uno slogan? Una rivendicazione storica? O la sintesi di ciò che ancora oggi rincorriamo in una società che equa non è? Del tema dell’emancipazione femminile, in primis in politica, parliamo con Rosy Davidde, la prima Segretaria donna dei Giovani Democratici di Bologna nonché segretaria del circolo Pd Galvani. Rosy si è iscritta a Storia due anni fa, ha 27 anni, ha lavorato per anni e si è avvicinata alla politica nel 2015. Carattere fumantino, decisa, una che non si tira mai indietro, è riuscita a far avvicinare alla politica molti giovani, anche di 14/15 anni. È nata ad Avellino, mamma commerciante, papà cuoco, un fratello più grande e una sorella più piccola. Ama gli animali (ha 3 cani adottati) il balletto classico (ha fatto il concorso alla Scala a 14 anni) e tifa Napoli… D’altra parte quel che conta è che Rosy è entrata in assemblea Pd (era capolista per Bonaccini) e dunque sta per iniziare una nuova importante esperienza.
Domenica si vota il presidente del partito: ruolo che vorrebbe Bonaccini?
Stefano non ha chiesto nulla per sé, ha solo ribadito e confermato ciò che ha sempre sostenuto: se avesse perso, si sarebbe messo a disposizione del partito. Ora spetta alla neo-segretaria assumersi la responsabilità di tenere unito il Pd rappresentandone la pluralità. Suo compito anche quello di tenere viva l’Assemblea, che sia convocata spesso, come un grande contenitore di confronto.
La Schlein ha riavviato il tesseramento sollecitando i segretari provinciali: quanti accetteranno l’invito di passare da elettori a sostenitori?
È l’auspicio, quello di riuscire a recuperare tutti gli iscritti che negli anni abbiamo perso. Soprattutto sarebbe coerente che chi ha contribuito a far eleggere un nome diverso da quello indicato dagli iscritti, adesso decidesse di entrare nella nostra comunità e venire a darci una mano.
La campagna di Bonaccini è stata troppo morbida e poco legata ai temi del lavoro?
No, credo che Stefano abbia condotto la campagna con lo stile che gli è proprio: sobrietà, equilibrio, rispetto dei competitor e testa rivolta non alle polemiche interne ma alle cose da fare.
Ha pesato negativamente l’amicizia con Renzi?
Credo che negli anni passati sia stata molto più concreta da parte alcuni dei sostenitori di Elly.
È soddisfatta della modalità di voto delle Primarie?
Le convenzioni di circolo prima, le Primarie nella fase successiva rappresentano un unicum del panorama politico italiano e un prezioso esercizio democratico di cui tutti noi dobbiamo essere consapevoli, e la grande mobilitazione di domenica 26 ci consegna un popolo democratico che ha voglia di un centro-sinistra forte alternativo alla destra. Il risultato delle consultazioni lo si rispetta sempre, certo è giusto che chi oggi governa il Pd si assuma le responsabilità di un partito con un popolo di iscritti che ha fatto una scelta chiara, votando Stefano Bonaccini con un margine molto significativo.
Nei congressi di circolo i votanti sono stati 151.530. Bonaccini ha preso il 52,87%. Schlein il 34,88%. Cuperlo il 7,96%. De Micheli il 4,29%. Molti iscritti pro-Bonaccini sono tuttora arrabbiati. È stata una scelta sbagliata modificare lo Statuto a gennaio?
Sì, le regole non si cambiano mai in corsa, io non lo avrei fatto e avrei mantenuto lo statuto precedente. Detto ciò, ora bisogna guardare avanti.
Oggi è l’8 marzo. Il suo messaggio alle donne.
L’8 marzo rappresenta una giornata necessaria perché costringe le coscienze di tutti a focalizzarsi sullo status femminile, che periodicamente viene maltrattato e messo in ultimo piano. Il mio auspicio, il lavoro che quotidianamente mi impegno a portare avanti, è che non servano più giornate che ci portino a interrogarci su meccanismi sbagliati e distorti che esistono nel nostro Paese. Faccio riferimento per esempio al mondo del lavoro, dove continuano a essere normalità l’assoluta assenza di parità salariale e di merito, perché se sei donna purtroppo vali meno. Occorre rompere definitivamente questi meccanismi, da ora le cose devono cambiare per davvero.
Unita’ e’ un ‘aposteriori’ non un ‘a priori’-sarebbe da evitare trasformismo; Bologna ne e’ maestra