Ultime “tande” per la Milonga del Mercato

Insieme al Mercato Sonato chiude anche la famosa scuola di Tango, nata nel 2006 e fortemente radicata nel quartiere San Donato. Pur auspicando per tutti i passi migliori che possano arrivare, e sperando di trovare presto una nuova apertura anche presso le istituzioni comunali, resta l’amara consapevolezza della fine di un’esperienza unica e irripetibile

di Associazione Culturale Sguardi oltreilTango


La primavera è arrivata nel Quartiere San Donato accompagnata da note molto malinconiche. Come è ormai noto a tutta la cittadinanza bolognese, il Mercato Sonato, creato all’interno dell’ex mercato ortofrutticolo di San Donato sull’onda delle azioni di Incredibol 2010 grazie all’iniziativa e alla creatività dell’Orchestra Senzaspine, chiuderà definitivamente i battenti per essere buttato giù. Al suo posto sorgerà un nuovo spazio polifunzionale, il cui progetto è pubblico e visionabile sugli appositi canali del Comune di Bologna, e per la cui costruzione sono preventivati almeno tre anni. Questi i fatti che vedono coinvolta anche la nostra associazione, Sguardi oltreilTango, che dal 2016 è partner dell’Orchestra Senzaspine nella realizzazione di un progetto di Tango sociale e inclusivo negli spazi del Mercato Sonato. 

L’Associazione Sguardi oltreilTango, presieduta da Anna Miceli, nasce nel 2006 sul territorio metropolitano per volontà di tre caparbie donne, tra cui la ballerina professionista e insegnante Cesira Miceli, pioniera del Tango argentino in Italia che porta avanti con passione il suo lavoro di diffusione di questo ballo da oltre 25 anni. Fortemente radicata nel Quartiere San Donato, a giugno 2016 e dopo l’incontro con gli artisti della Senzaspine, l’associazione ha aperto all’interno dello spazio del Mercato Sonato “La Milonga del Mercato”, che ha avuto da subito un ottimo successo presso la comunità tanguera della città e di tutta Italia (se ne parla anche sul Sole 24ore).

Ogni giovedì il Mercato Sonato si trasforma in una piccola Buenos Aires, perché all’attività prettamente didattica dei nostri corsi di Tango, rivolta a tutte le fasce di età – come nel progetto TangoYoung – e anche a persone con sindrome di down – come nel progetto Tango T21 – si affianca da sempre l’attività artistica e di intrattenimento con la serata danzante detta “Milonga”, proprio come nell’area di Buenos Aires e Montevideo. Nel corso di questi anni sulla pista del Mercato Sonato si sono susseguiti ballerini metropolitani insieme a tanti provenienti da tutta Italia e dall’estero, richiamati dalle diverse orchestre, argentine e non, che si sono esibite sul palco. L’associazione, infatti, ha sempre un’attenzione particolare alla musica dal vivo proponendo le più importanti orchestre sulla scena mondiale, anche grandi formazioni fino a dieci elementi.

Questa esperienza, portata avanti peraltro da un direttivo prevalentemente al femminile, è costretta ora a scontrarsi con la fredda logica della rigenerazione urbana pensata dall’amministrazione comunale. Ci è sicuramente chiara la forte necessità di ristrutturazione di cui il Mercato ha bisogno da tempo, e di certo non ci compete, al di là delle opinioni personali, emettere giudizi di merito sul nuovo progetto. Ma di fatto, a pochi mesi dalla chiusura della stagione in corso dobbiamo affrontare molti punti interrogativi che, al momento, non hanno ancora avuto risposte. Dopo tre settimane dalla conferenza stampa e dall’incontro di Quartiere di presentazione del progetto del nuovo polo culturale non abbiamo infatti ancora ricevuto risposta alle nostre richieste di interlocuzione con l’amministrazione.

Certo le parole ascoltate in quella sede ci hanno lasciato un retrogusto un po’ amaro, lasciando intendere se non altro la scarsa conoscenza di quanto veramente è avvenuto nelle mura del Mercato, e della vera rigenerazione sociale che da più parti è stata portata avanti in questi anni. Cionondimeno, attendiamo fiduciose una risposta e un prossimo incontro, come proposto dalla stessa delegata del sindaco Di Gioia in occasione della presentazione, certe di poter ancora dare un apporto costruttivo e artisticamente rilevante alla vita del Quartiere San Donato e della comunità bolognese.

Una cosa però non potrà cambiare: La Milonga del Mercato, una delle più belle della città se non del Paese, chiuderà i suoi battenti per sempre perché, ammesso che si possa ricreare una milonga all’interno della nuova struttura, probabilmente non avrà più senso chiamarla con questo nome, e i nostri dj Resident a breve dovranno loro malgrado suonare l’ultima tanda. «Falta una, falta la mejor», avrebbe detto uno storico dj del Tango, e con questo spirito ci proponiamo di affrontare il nostro futuro associativo, auspicando per tutti i passi migliori che possano arrivare, e sperando di trovare presto una nuova apertura anche presso le istituzioni comunali.


Un pensiero riguardo “Ultime “tande” per la Milonga del Mercato

  1. Piange il cuore pensare che Bologna debba rinunciare a uno spazio così suggestivo e dai contenuti artistici e sociali così preziosi. Il rendering del nuovo enorme e sgraziato cubo di cemento che sostituirà il vecchio mercato solleva più di un interrogativo.
    Non si poteva ristrutturare e ammodernare la vecchia struttura migliorandone l’efficienza e la funzionalità? Perchè uno spazio culturalmente così vitale e amato viene demolito e rifatto senza il coinvolgimento attivo di tutti i suoi animatori? Perchè non si riesce a proteggere questo spazio storico (non tutelato dalla Sovraintendenza) che dopo la sua vita di mercato ha attirato così tante energie creative che sono riuscite a cogliere e valorizzare al massimo le sue potenzialità di nuovo contenitore culturale? Gli spettacolari appuntamenti della “Milonga del Mercato” ci ricordano che Bologna è da più di trent’anni la capitale europea del Tango Argentino, da cui passano i migliori maestri di danza e musicisti internazionali ed possiede un incredibile numero di scuole e di ballerini.
    Sono domande che rimarranno molto probabilmente senza risposta, perché non è scontato rigenerare luoghi con l’accordo di ragione e sentimento. Rimane la melanconia di un ultimo tango al mercato, di una storia bella che finisce.

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