Un’ulteriore tappa è la biciclettata partita dalla Curia verso il Santuario di San Gabriele nel Gran Sasso: il via ai ciclisti lo hanno dato il cardinale Matteo Zuppi, l’artista Alessandro Bergonzoni e la delegata al Welfare del Comune Cristina Ceretti. Altra tappa giovedì 7 giugno: nell’Auditorium Enzo Biagi si riuniranno i tavoli di lavoro che porteranno al documento conclusivo del 7 ottobre. Tanti i temi, a cominciare dalla lotta alle discriminazioni e alle violazioni dei diritti umani
di Fulvio De Nigris, direttore Centro Studi per la Ricerca sul Coma nella Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, direttore di “Gli amici di Luca Magazine”
“Bologna è cura” è anche una biciclettata che è partita dal cortile della Curia arcivescovile e arriverà a fine mese al Santuario di San Gabriele nel Gran Sasso. A dare il via alla partenza l’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, con Alessandro Bergonzoni, testimonial della Casa dei Risvegli Luca De Nigris, e Cristina Ceretti, consigliera del Comune di Bologna delegata al welfare e disabilità. A promuoverla la Uisp Bologna e l’associazione “Fausto e Serse Coppi”. Attraverso tre tappe, l’iniziativa, sostenuta dall’azienda Sgarzi, vedrà l’arrivo dei ciclisti al santuario di San Gabriele dell’Addolorata sul Gran Sasso. I ciclisti bolognesi porteranno con sé il messaggio dell’iniziativa di partecipazione “Bologna è cura manifesto per la Giornata dei risvegli” promossa da Gli amici di Luca e dal Comune di Bologna.
«San Gabriele – ha detto Claudio Pesci, presidente dell’associazione Fausto e Serse Coppi – è il protettore dei ciclisti e anche il luogo nel quale molto spesso vanno per grazia ricevuta. Noi sei ciclisti bolognesi, uno dei quali ipovedente in tandem con un guidatore, porteremo un casco rotto e delle scarpe simboli di un incidente occorso qualche anno fa».
Nasce da Bologna la “Giornata dei risvegli per la ricerca sul coma – vale la pena” che giunge nella prossima edizione del 7 ottobre (giorno in cui Luca. figlio mio e di Maria Vaccari, si svegliò dal coma) alla 25ma edizione nazionale (l’anno scorso ha avuto la medaglia del Presidente della Repubblica quale iniziativa di alto valore culturale e sociale), anche nona “Giornata europea dei risvegli” (con l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo).
È proprio pensando alla cura, al fatto che le Giornate su varie problematiche e varie disabilità vadano celebrate in tutti i mesi dell’anno, abbiamo pensato di rilanciare questa iniziativa per condividerla con la città. Così con Cristina Ceretti consigliera comunale è nata “Bologna è cura – manifesto partecipativo per
la Giornata dei risvegli”. Un percorso di partecipazione finanziato dalla Regione e dal Comune, partner l’Azienda Usl di Bologna, vari Istituti scolastici e altre importanti istituzioni.
Perché bisogna presidiare quell’”Essere o Essere” che è lo slogan del nostro testimonial Alessandro Bergonzoni, per sottolineare storie senza fine. Senza fine vita, in quel territorio di confine ancora dentro la vita che combatte per il diritto di cura, contro l’accanimento, l’abbandono e la desistenza terapeutica. La Giornata dei risvegli, che storicamente si lega alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris, struttura pubblica postacuta dell’Azienda Usl di Bologna, dunque si rafforza nella realizzazione di un “manifesto” condiviso (c’è anche un progetto di legge depositato dal parlamentare Andrea De Maria).
Giovedì 7 giugno a Bologna nell’Auditorium Enzo Biagi si riuniranno i tavoli di lavoro che porteranno al documento conclusivo del 7 ottobre prossimo. Tanti i temi da comunicare, a cominciare da quello di combattere le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani, come espresso nella “Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità” diventata legge dello Stato ma ancora largamente inattuata. Con un’attenzione particolare ai percorsi di cura, dalle strutture riabilitative fino al domicilio dove si combatte la sfida più importante e dove le famiglie devono continuare a essere sostenute.
Come scrive il Cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi, «la Casa dei Risvegli Luca De Nigris è un luogo di amore e di speranza, di resilienza, che continua il suo operato dopo che le persone sono tornate a casa. Se nella Casa i moduli sono dieci, possiamo dire che nei domicili si concretizzano l’undicesimo, il dodicesimo modulo e così via. Tante Case dei risvegli vivono nelle case dove le persone continuano il percorso della loro vita attiva».
Tante case che vivono nella speranza perché, per usare uno slogan fatto proprio dalla Società Italiana di Cure Palliative, «c’è tanto da fare anche quando non c’è più niente da fare». Perché rimane sempre un po’ di mistero nella vita e bisogna averne rispetto.
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