Corte Santa Margherita, un nuovo inizio all’insegna dell’ecoturismo

È stata riaperta al pubblico il 27 maggio la storica struttura nel parco della Chiusa a Casalecchio. Un progetto pilota, frutto della collaborazione tra Comune e il consorzio cooperativo La Chiusa scarl, che l’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Bosso auspica sia di esempio per altri territori, perché la fruizione del verde pubblico sia sempre più in linea con l’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente

di Barbara Beghelli, giornalista


A piedi nudi nel parco. O se preferite in sella alla vostra bici, o di corsa. Insomma, in qualsiasi modo meno che in auto perché siamo dentro a un’oasi verde grandissima e bellissima, l’ex Talon a Casalecchio di Reno, dove sabato 27 maggio è stato inaugurato il nuovo Agriturismo Parco della Chiusa, ufficialmente aperto da fine giugno.

L’appuntamento green è per tutti: grandi e piccini, podisti, turisti, viandanti… Una risposta di ricezione che raggiunge anche i camminatori della Via della Lana e della Seta, della Via degli Dei e i ciclisti (Ciclovia del Sole).

Questa idea di ecoturismo realizzata all’interno del parco pubblico della Chiusa in pratica è un progetto pilota, che l’amministrazione auspica sarà di esempio per altri Comuni, perché la fruizione del verde pubblico sia sempre più in linea con l’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente.

Spiegano infatti il sindaco Massimo Bosso e l’assessora all’ambiente Barbara Negroni che «è sicuramente un primo grande passo molto importante», uno degli obiettivi (politici) che stanno dentro al partenariato pubblico-privato, che di fatto è il contratto di servizi sottoscritto con la società consortile La Chiusa di cui la cooperativa sociale Copaps è la capofila, visto che ha in gestione anche l’agriturismo con venti lavoratori.

Il partenariato di cui si parla è stato attivato dopo un percorso di condivisione con la società civile di tre anni che ha coinvolto cittadini e stakeholder, e di cui l’assessorato all’ambiente ha seguito interamente il percorso amministrativo. Prevede appunto la gestione del verde pubblico e del parco della Chiusa, che comprende anche interventi realizzati con fondi propri del gestore sulle corti coloniche, a fronte poi di un utilizzo delle varie strutture.

Da non sottovalutare che nel restauro della struttura, che conta quattro camere (due delle quali con servizi per disabili) e dove si può anche solo pranzare, cenare o fare feste (in tutto 40 coperti) «abbiamo riposto particolare attenzione alla sostenibilità sociale, oltre che a quella ambientale». Questo perché la società consortile La Chiusa scarl (formata da 4 coop sociali tra cui Copaps che ha restaurato con fondi propri) ha al proprio interno lavoratori fragili che vengono impiegati sia nella gestione del verde pubblico ornamentale, sia nel parco per le coltivazioni di lavanda e colture agricole estensive mellifere, sia nella produzione di miele locale e infine nella gestione diretta dell’agriturismo.

Dopo questo intervento pubblico «avremo presto altri restauri legati principalmente alla parte ambientale e storica del parco», sempre grazie a un impegno di Copaps che ha partecipato e vinto il bando del Pnrr dedicato a interventi di restauro e valorizzazione dei giardini storici.

Il prossimo obiettivo legato agli edifici storici delle corti coloniche del parco sarà la ristrutturazione di Villa Ada, e anche qui la rigenerazione del complesso rurale vedrà un impegno di Copaps, che darà vita al “contenuto del contenitore”: il bando presentato e vinto dal Comune di Casalecchio potrà infatti vivere solo grazie alla gestione attiva della cooperativa.

Cosa si farà a Villa Ada? Intanto si recupererà la corte colonica per fare divulgazione ambientale e dare ospitalità a ciclisti, camminatori e visitatori. Quindi si farà accoglienza: in contemporanea si sta definendo l’ipotesi di dedicare una parte della struttura alle persone/lavoratori fragili di Copaps.

Photo credits: Massimo Gennari/Comune di Casalecchio di Reno


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