Dopo l’iniziativa “La Libertà è difficile e fa soffrire”, ospitata dalle nostre pagine in occasione della Festa della Liberazione, pubblichiamo le lettere inviateci dai lettori che hanno deciso di aderire all’appello lanciato nelle settimane scorse dalla presidente provinciale dell’Anpi Anna Cocchi e da Mattia Fontanella
di Sandro Ruotolo, responsabile cultura, informazione e memoria del Pd
Quando ero giornalista televisivo, avevo una sola tessera: quella dell’Anpi. Oggi, sono membro della direzione e della segreteria del nuovo Pd di Elly Schlein, con il ruolo di responsabile della cultura, informazione e memoria, e l’antifascismo rimane uno dei punti imprescindibili. Questo 25 aprile 2023 è stato all’insegna della Resistenza. Quindi bello, in tutte le piazze del Paese. All’insegna di un concetto chiaro che la storia ci ha tramandato: è la festa della liberazione dal nazifascismo. È una festa che ricorda centinaia di migliaia di vittime (civili, donne, uomini) che hanno perso la vita per liberarci dalla dittatura, dal ventennio fascista.
È importante anche perché c’è chi alla vigilia ha provato a riscrivere la storia. Ha iniziato Giorgia Meloni alle Fosse Ardeatine, poi c’è stata la raffica di interventi della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, seguito poi dal ministro Lollobrigida con la sostituzione etnica. Nessuno di coloro che oggi hanno ruoli istituzionali ha mai pronunciato la parola antifascista. E poi abbiamo viceministri e sottosegretari che si fanno fotografare vestiti da nazisti.
Il 25 aprile è la festa degli italiani che vogliono chiudere un periodo drammatico che chi oggi è al governo invece vuole tenere aperto. Io non dimentico il 9 ottobre di due anni fa con l’assalto alla Cgil di Roma. Oggi Salvini, per convenienza, si dichiara antifascista. Improvvisamente si scopre interessato al 25 aprile. Allora ci deve spiegare quella cena con i leader di Casapound. Mi ricordo molto bene una serie di estremisti, ex di Forza Nuova, confluiti al nord nelle sezioni della Lega.
Questo è il punto. Le parole del Presidente Mattarella ad Auschwitz, ancora una volta, sono state molto chiare: ha parlato del rischio dell’oblio. Ancora una volta possiamo solo dire: “Grazie Presidente!”. Sembra banale ripetere che “senza memoria non c’è futuro” ma è esattamente così. Ogni anno ha la sua attualità, ogni anno ha la sua legge razziale. E l’odio razziale si riconosce quando si schianta contro i fragili, contro gli ultimi. Quest’anno abbiamo sfilato, a Milano, dietro lo striscione “nata dalla Resistenza”. Abbiamo fatto la prima segreteria a Riano in memoria di Giacomo Matteotti. Io, personalmente, sono stato anche al Museo Cervi. Per noi questi sono i valori, questa è l’identità del nuovo Pd. I valori della Costituzione.
Insiste La Russa a dire che la Costituzione non è antifascista: vada a leggersi Calamandrei nel discorso agli studenti del ’55. E oggi lo rivendichiamo: se non ci fosse stata la Resistenza non ci sarebbe stata la Costituzione. A parte il divieto di ricostituzione del partito fascista, gli articoli 21 e 3 della carta non sono articoli antifascisti? Non è solo la fotografia della cena con Casapound. Loro al governo provano a imporre una diversa narrazione, provano a riscrivere la Storia dalla parte degli sconfitti. Si vorrebbe, addirittura, partire da Dante Alighieri iscritto d’ufficio alla destra italiana (sic). Dobbiamo invece tutto a quella generazione di italiani che si sono ribellati a un regime dispotico, assassino.
Il 25 aprile è una festa che io ho sempre, da quando portavo i pantaloni corti, onorato. Perché credo molto nei valori fondanti della Costituzione italiana. E mai più vorrei augurare, a questo Paese, di rivivere le pagine dell’orrore, dell’olocausto che hanno segnato profondamente la storia della nostra Europa.