Bologna30 è un non problema

La campagna sensazionalistica che sta avvolgendo la misura sulla mobilità cittadina spaventa ai limiti del comico. Cinque buoni motivi per stare tranquilli

di Andrea Femia, consulente digitale cB


Nessuno si offenderà, spero, se esordirò dicendo che a vederla con gli occhi di un calabrese espatriato, la delirante problematica relativa a Bologna30 sembra una roba da popcorn, birra, schermo gigante e assistere sotto il sole a un popolo enormemente ben abituato che dà di matto per un cambiamento poco sostanziale dello status quo.

È una sensazione forte, che cresce di giorno in giorno, da quando mi sono trasferito a Bologna mi sembra senza dubbio il momento di minore lucidità da parte dei cittadini tutti, probabilmente stremati da anni di paura e terrore fondati su avvenimenti seri (pandemia e guerre su tutti, per finire all’alluvione, tutto in tre anni), sembra che ci sia uno sfilacciamento tra il dato sostanziale e quello irreale. A partire dai giornali, fino a scendere ai singoli individui che vivono la città, io credo che se uno si fermasse anche solo un minuto a pensare su quanto la misura Bologna30 sia – letteralmente – un non problema, si finirebbe come appena usciti da una puntata di Black Mirror in un abbraccio collettivo dopo essersi odiati come i cani, dicendosi, abbastanza divertiti, «cosa diavolo è appena successo?».

Avete presente quelle famiglie dove va tutto enormemente bene, nessuno ha problemi di lavoro, i figli si rispettano tutti, i genitori e i nonni pure, insomma una pasqua, va tutto così bene che a un certo punto devi crearti una prospettiva di infelicità anche solo per poter riassaporare la felicità, e allora inizi a prendertela per delle fesserie allucinanti, tipo un messaggio di auguri scritto distrattamente, o un saluto non troppo accogliente, o il colore delle tovaglie al matrimonio della cugina di secondo grado. Bologna mi sembra una di quelle famiglie lì, o meglio, più che Bologna gli abitanti che stanno bene. Vi sfido a leggere una singola polemica incarognita su Bologna30 da parte di una persona che ha perso il lavoro, o di qualcuno che non trova una casa. Con ogni probabilità, vi manderà a cagare anche solo per aver pensato che la misura lo possa davvero toccare, nel bene o nel male.

Proviamo a fare un poco di chiarezza, ma giusto per stare tranquilli, che qua pare che se non si viaggia sul volo dell’ansia, del vedere drammi dove non esistono, la gente non sta bene.

Cinque motivi cinque, per stare tranquilli, per non farsi mangiare dal malumore. Il primo sarebbe valido in ogni città.

1) Avremo tutti motivi per essere tristi nella vita: lutti, disastri affettivi, litigi furiosi, drammi lavorativi. Tenetevi buono questa negatività per quei momenti piuttosto che per un limite di velocità.

2) La città non cambierà così tanto. Probabilmente il fatto che ci sia questa polarizzazione tra «Bologna30 salverà il mondo» e «Bologna30 mi farà perdere 10 anni di vita» potrebbe non rendervi facile vedere che ci sta una enorme strada luminosa nel mezzo. I viali rimarranno ai 50, le strade a scorrimento mediamente veloce, che già erano a 50, rimarranno a 50. Aumenteranno le strade 30, che già esistono e delle quali non vi siete mai neanche accorti, perché è quello il punto, sul lungo periodo non ve ne accorgerete. Io immagino che se aveste un problema vero, ve ne accorgereste.

3) Il timore che il centrosinistra perda le elezioni per Bologna30. Veramente, vi prego, state calmi. Se il centrosinistra perderà mai le elezioni a Bologna dipenderà dal fatto che si respira un vento di destra neofascista in tutta Europa e in una buona fetta del mondo. L’amministrazione di Bologna ha la fortuna di essere molto politicizzata, molto ben schierata, e questa cosa in questa città piace. Fatevene una ragione, state calmi.

4) Io non so se è vero che si salverà anche solo una vita. Ed è ragionevole che qualcuno dica: «Meglio un morto in più che dieci minuti persi al giorno». Lo capisco, magari è una persona che dà molto valore al tempo, non sono nessuno per giudicare questo pensiero. Anzi sì, perdonatemi, non ce la faccio, è un pensiero da idiota. E nessuno vorrebbe passare per idiota, dai, cercate quanto meno di mascherare la pulsione.

5) Vabbè sì, altre città lo hanno già fatto e pare non si sia suicidato nessuno e che nessuno sia finito al manicomio per lo stress. Questa roba, probabilmente, vi darà fastidio o vi solleticherà lo stomaco per un paio di mesi, poi vi sveglierete e penserete alla prossima cosa che vi darà fastidio perché non c’è molto altro a cui pensare. 

Tra poco tempo pare entri in vigore il decreto voluto da Salvini per rivedere il codice della strada. Salteranno patenti come se fossero denti in una rissa di strada. Salteranno serenità familiari, salteranno buonumori nel cuore della notte, salteranno i nervi per davvero. Suggerirei di tenere buona la rabbia per altro, se proprio dovete stare avvelenati. 

Sempre con il massimo rispetto, si intende (non metto cuori a finale perché comunque siamo una testata seria e non voglio essere ripreso dai piani alti, ma fate finta che ci sia).


8 pensieri riguardo “Bologna30 è un non problema

  1. Quindi bisogna acriticamente mangiare la minestra perché tanto c’è di peggio nella vita? E’ questo il senso di questo intervento?
    Molti semplicemente vedono questa misura come l’ennesima politica vessatoria nei confronti di chi utilizza l’automobile. Negli ultimi 30 anni anni a Bologna si è visto veramente di tutto in questo senso e la gente è giustamente stanca.
    Si può inoltre essere cittadini e automobilisti coscienziosi ed essere contrari a misure come queste, largamente discutibili.
    Se poi la città cambierà di poco perché spendere tutto quel pozzo di quattrini?

  2. Credo che Andrea Femia, che ringrazio per l’articolo godibilissimo, in questa situazione non ha colto bene quanto sta accadendo sulla questione 30. Certo che nella vita ci sono problemi più grandi, ma quando si vanno a scegliere i propri eletti non si è guidati dal fatto se mi è morta o meno la nonna, purtroppo ci si va con la pancia, credo che i fenomeni Berlusconi, Salvini, Meloni hanno insegnato qualcosa, o no ?
    C’erano tanti modi diversi di muoversi su questa vicenda: condivisione, mediazione, ponderazione, misura… Non è vero che non cambia niente, i viali vanno a 50, ma appena si gira fuori porta ci sono i 30, in strada quasi sempre di scorrimento.
    Far rispettare i 50 non era cosa ?

  3. Il cittadino di cui è questione, è innanzi tutto un pedone. Un pedone che talvolta, per necessità, urgenza, comodità, sale su un’automobile. Può capitargli anche tutti i giorni, ma come cittadino è prima di ogni occasione un pedone.
    E come pedone è più sereno, più garantito in una città a 30Km.

  4. Ognuno ha il diritto di esprimersi , fb ha dato la possibilità a tutti di scrivere ,ci mancherebbe ! Non ho mai letto tante banalità racchiuse in un intervento nei rispetti di una operazione delicata che coinvolge tutti i cittadini , in particolare quelli che ci lavorano , ci vivono .., e serve serietà nell’ affrontarlo , senza piaggerie inutili e dannose .

  5. Tutto ok. Ma quello di Salvini è un disegno di legge, non un decreto e pertanto sarà (se lo sarà) soggetto alla discussione, revisione e approvazione del Parlamento. Come tutte le leggi

  6. D’accordo, non é una tragedia, anzi (meno smog, meno incidenti e meno gravi, meno rumore, meno emissioni climalteranti); sì, ma… verranno fatti rispettare, e come, quanto? altrimenti sono misure simboliche, grida manzoniana

  7. Non controllerà nessuno.
    L’unico problema sorgerà in caso di incidente, chi supererà il limite, anche se avrà ragione, si divertirà poco..

  8. Mi risulta che il comune abbia/stia spendendo 1,4 milioni di euro per implementare nuovi autovelox e casualmente proprio ora che hanno imposto i 30 km/h…. a voler pensare male sembrerebbe più che vogliano fare cassa piuttosto che effettuare una vera e propria manovra di sicurezza stradale, oltre al fatto che pare non rispondano alle intterrogazioni su quanti sono e quanto sono costati.
    Credo di poter affermare, senza smentita, che nel maggior numero di casi di incidente l problema sia il “telefono/smartphone” basterebbe che i gestori telefonici e i produttori di device, implementassero un sistema che superati i 15 Km/h disabilitassero il traffico dati e la possibilità di effettuare chiamate in movimento.
    Per quanto riguarda il comune, se investissero denaro nel ripristino e nel riparare le strade e nell’insegnare educazione civica e stradale nelle scuole, forse e dico forse, qualche vita in più si salverebbe.

Rispondi