Un libro per conoscere la strage del 2 agosto

Mercoledì con Repubblica “Il tempo della giustizia” con le sentenze, le battaglia per la verità, i mandanti

di Giovanni Egidio, giornalista


Non solo sul fronte della memoria, ma anche su quello della giustizia, il 2 agosto è una materia più che mai viva. Basti pensare che è di pochi mesi fa l’ultima sentenza che ha riconosciuto e condannato ispiratori, finanziatori e mandanti della strage. Una sentenza arrivata a 43 anni dalla bomba – sembra sempre incredibile a dirsi – che fece 85 morti e oltre 200 feriti. Intanto, nelle aule dei tribunali le udienze continuano, nelle piazze e nei dibattiti si ricorda e si ragiona, e insomma, se la materia come detto è viva, è bene ed è perfino doveroso che anche il giornalismo si fermi a fare un punto.

Per questo Repubblica ha deciso di dedicare un libro alla strage, intitolandolo “Il tempo della giustizia”, proprio in virtù di quell’ultimo verdetto. Perché un tempo della giustizia, finalmente, è arrivato. Nero su bianco, cioè scritto in sentenza, Licio Gelli e i suoi complici sono stati riconosciuti come mandanti della strage. «Vogliamo i mandanti», ha ripetuto Bologna, in tutti i modi possibili, in questi 43 anni. Ora li abbiamo. E anche se loro non ci sono più – non ci sia pace per l’anima loro – noi quaggiù sappiamo che ci fu chi armò i neofascisti spingendoli al più orribile e vigliacco dei crimini. Una bomba nel mucchio.

Convinti di destabilizzare l’ordine democratico del Paese e sicuri di passare indenni, quanto meno agli alti livelli del progetto criminoso, gli assassini non potevano immaginare che avrebbero aperto un cratere vulcanico di reazioni a catena. I familiari, i magistrati, la politica, le associazioni, i cittadini, i giornali. Tutti, dal 2 agosto 1980 in poi, si sono incessantemente prodigati perché quella ferita insanabile non finisse rimarginata con qualche colpevole e basta. Ci voleva tutta la verità. E se ancora qualcosa manca, certo il pezzo grosso di verità che serviva, è arrivato.

In diciotto capitoli, scritti dalle firme storiche di Repubblica, con i contributi di Benedetta Tobagi, di Cinzia Venturoli e del sindaco Matteo Lepore, abbiamo cercato di ricostruire il tutto. E abbiamo anche la presunzione di esserci riusciti. Il giudizio definitivo spetterà ovviamente ai lettori, che mercoledì troveranno il libro in omaggio con la copia del giornale. Bologna, intanto, continuerà a non dimenticare. E noi con lei.

In copertina: un momento della presentazione del libro in Sala Borsa, ospiti il sindaco Matteo Lepore, il presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime Paolo Bolognesi, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, la storica Cinzia Venturoli e il giornalista Lirio Abbate (Photo credits: Gianluca Perticoni/eikon)


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