La Sala del papa di Palazzo Boncompagni a Bologna ha ospitato, lo scorso 12 giugno, la presentazione dello studio dei disegni di artisti bolognesi del XXVI° secolo, conservati al Museo del Louvre di Parigi. Un progetto di analisi e ricerca sfociato nei mesi scorsi anche in una mostra ospitata nel prestigioso museo francese
di Massimiliano Cordeddu, giornalista
Il prestigioso volume è stato presentato dalla sua curatrice Roberta Serra, Ingénieur d’études, incaricata di studio e ricerca al dipartimento di Arti grafiche del museo del Louvre, sulla collezione di disegni di artisti bolognesi del ‘500 conservata al museo del Louvre, e la mostra che ne ha accompagnato la pubblicazione.
Lo studio è contenuto in un volume di 400 pagine con circa 430 opere per la prima volta presentato in città. «Un libro nel quale sono riuniti tutti gli studi dei disegni bolognesi del Sedicesimo secolo, custoditi a Parigi – ha dichiarato Roberta Serra, intervistata a margine dell’evento da un’emittente tv bolognese – e nei miei studi e nelle mie ricerche ho cercato di mettere in relazione le decorazione pittoriche, le pale di altare e a gli affreschi che sono ancora presenti nella città di Bologna. Opere collocate in palazzi come questo di Palazzo Boncompagni oppure conservate in alcune chiese della nostra città. Sono disegni di vario tipo: studi preparatori per delle opere pittoriche, copie dall’antico e che oggi, appunto, vengono presentate in questo libro e permettono di scoprire come il disegno si sia evoluto nel corso di un secolo e che da una linea pura e semplice ha dato una grande importanza all’aggiunta del colore in queste opere. Attraverso 431 opere presentate in questo libro possiamo forse percorrere l’evoluzione del disegno bolognese nel corso del Cinquecento».

Alcuni di questi disegni sono stati protagonisti di una mostra dedicata al Louvre inaugurata nel settembre del 2022 e chiusa lo scorso gennaio. L’esposizione ha rappresentato un ideale racconto di Bologna, della sua storia, della sua cultura e dei suoi tesori, anche perduti. Dai preziosi disegni bolognesi del ‘500, eccezionalmente esposti alla Rotonda Sully, proprio accanto alla famosa Piramide, i visitatori hanno potuto ammirare tutta la suggestione, la bellezza e la ricchezza di una città-gioiello che ha fatto scuola.
Insomma un indubbio ‘spot’ per Bologna, proprio nel cuore del museo più visitato al mondo. Dal primo classicismo di Francesco Francia, fino alla forza del disegno di Bartolomeo Passerotti, il percorso è stato suddiviso in quattro sezioni che volutamente nell’allestimento erano contraddistinte da altrettanti colori, il mattone, il beige e l’ocra: «Sono le tinte di Bologna, una città colorata e accogliente», aveva sottolineato la curatrice durante l’anteprima. Nelle collezioni grafiche del Louvre (240mila disegni) le opere di autori bolognesi sono circa 500, dunque la mostra ne aveva proposto solo una decima parte: disegni bolognesi erano presenti già nella ricca raccolta del banchiere Everhard Jabach che Luigi XIV, il Re Sole, acquistò nel 1671, segno di una fama assai radicata degli artisti di terra emiliana.

«Il volume, pubblicato nel mese di settembre 2022, riunisce circa 500 opere – specifica il sito internet di Palazzo Boncompagni – e appartiene ad una collana edita dal museo (coedizione Silvana Editoriale) avente vocazione di aggiornare l’inventario del suo incredibile fondo di arti grafiche, ricco di varie migliaia di opere su carta. Per celebrare l’uscita del libro, Roberta Serra ha curato una mostra presentante una scelta di disegni inclusi in esso. I visitatori del museo del Louvre hanno potuto scoprire, durante circa quattro mesi, il modo di disegnare di alcuni artisti bolognesi di primo piano, come l’aulico Francesco Francia, ma anche di altre personalità meno note, come Biagio Pupini, prolifico disegnatore e proprio per questo particolarmente interessante. Non sono mancati all’appello i richiami all’opera di Pellegrino Tibaldi, disegnatore raffinato e vigoroso, e a quella di Bartolomeo Passerotti, la cui forza espressiva non lascia indifferenti. Tale mostra ha colpito, affascinato e sedotto le migliaia di visitatori che ogni giorno frequentano il museo del Louvre, ma pochi bolognesi hanno potuto vederla».
L’articolo è stato scritto per la rivista di CUbo – Circolo Università di Bologna, diretta da Massimiliano Cordeddu. In copertina: Bartolomeo Passerotti, Giove. Credits: Musée du Louvre, dist. Rmn, Grand Palais. Photo: Michel Urtado.