La costruzione di un percorso di conoscenze al servizio dei lavoratori, delle imprese e dei policy maker, per il futuro prossimo. L’autore ci porta a riflettere sui cambiamenti in atto nel mondo del lavoro industriale nei prossimi anni nei nostri territori – Parte Seconda
di Maurizio Morini, esperto di Innovazione Applicata, ricercatore sul Lavoro del Futuro, direttore di DataLab
Differenti tecnologie avranno differenti impatti sul mondo del lavoro anche a breve termine. Volendo valutare i dettagli dell’orizzonte relativo alle chiavi per lo sviluppo delle attività lavorative nell’industria per il prossimo triennio, le tendenze che si evidenziano sono le seguenti.
In prima battuta si stima che oltre l’85% delle imprese investirà in maniera rilevante sulla data analysis,
Inoltre App e web saranno la chiave per la facilitazione delle relazioni nei mercati, mentre sia il machine learning (ovvero l’apprendimento automatico), sia la realtà aumentata e virtuale saranno oggetto di cospicui investimenti.
Sulla robotica applicata gli investimenti saranno ingenti, ma la sua adozione riguarderà circa un terzo delle imprese e saranno i lavori di base, puramente applicativi, ad esserne coinvolti (dopo il 2022 si prevede che la robotica entri anche nelle attività operative dei servizi e della finanza).
Inoltre, circa la metà delle imprese prevede che l’automazione avrà un effetto riduttivo sul numero di persone impiegate sui lavori attuali.
Più in generale evidenziamo che esistono capacità macrodimensionali dello scenario economico-sociale che possono avere un impatto cruciale sull’attività d’impresa e sulla capacità conseguente di generare nuovo lavoro.
In maniera ancora più specifica, esistono tecnologie che potranno avere effetto diretto sull’attività lavorativa e sulla dinamica del lavoro sia in termini qualitativi sia in termini quantitativi.
Le tecnologie impattanti sul lavoro (in varie maniere) possono essere divise in tre segmenti:
– Ad impatto diretto
– Ad impatto indiretto
– Ad impatto sicuramente negativo.
Le prime (impatto diretto) creano nuovi posti di lavoro e potenzialmente ne riducono altri, ma il saldo stimato appare positivo. Sono ad esempio l’analisi tramite big data, la realtà aumentata, i nuovi materiali, la blockchain.
Le tecnologie ad impatto indiretto producono effetti non sul loro specifico ma in altri contesti. E’ il caso del Cloud, del commercio elettronico, dei trasporti a guida autonoma.
Ad impatto negativo sono le tecnologie che sicuramente ridurranno i posti di lavoro specifici dove applicate. Pensiamo a tutti i robot che sostituiscono operatori, oppure al calcolo quantistico nel computing, che comporterà un significativo ridimensionamento delle necessità di operatori in ambito produttivo e presumibilmente anche software.
Una conseguenza di questa relazione tra persone e macchine sarà quella della compensazione oraria specifica che l’intervento automatizzato procurerà sul nostro modo di lavorare ed operare in genere.
Le simulazioni effettuate ci portano a sostenere che nelle attività considerabili “di base” (amministrazione, lavori fisici e manuali, elaborazioni non complesse di dati, immissione dati), in un orizzonte al 2025 circa il 25% dei posti di lavoro attuali sarà sostituito da macchine e/o automazioni, le quali richiederanno nuove figure addette alla loro programmazione ed alla loro gestione.
Le osservazioni di questi fenomeni nel prossimo futuro naturalmente ci porteranno a vedere scenari differenti in contesti differenti. L’impatto di nuove tecnologie e conoscenze non sarà lo stesso in tutti i settori operativi. Ci troveremo di fronte a mutamenti rilevanti soprattutto in definiti ambiti di mercato, mentre in altri l’impatto sarà di entità minore. (SEGUE).