“E non chiamatemi avvocatessa, non mi piace”

Roberta Li Calzi, consigliera comunale del Pd: “La parità non esiste, la solidarietà tra donne quasi, le quote di genere pure”. E ci sono “troppe discriminazioni per transessuali e transgender”

di Barbara Beghelli, giornalista


Un’altra avvocatessa. È una professione che aiuta le donne a far politica, pare: siete così tante.

A parte che ‘avvocata’ mi piace più che avvocatessa, se ci sono molte colleghe che hanno deciso di buttarsi in politica, si tratta di una loro predisposizione. Gli studi in giurisprudenza sviluppano la capacità di analisi e questo modo di pensare e di agire in politica è importante.

Da calciatrice professionista, ex capitana dell’Imolese femminile, pensa che fare sport agonistico sia un trampolino di lancio per la politica?

Chi può dirlo. Comunque non sono professionista perché le donne che praticano sport in Italia possono essere solo dilettanti. Colpa di una legge che molte componenti sportive e anche alcune istituzioni hanno cercato di modificare, invano. Ho smesso di giocare ad alto livello nel 2016, una volta eletta in Comune. Ma lo sport rimane importante: ho fatto anche rinascere la squadra di calcio del Consiglio comunale.

Avvocata. Lei è presidente della settima Commissione, o delle Pari Opportunità. Ma la parità esiste?

Nel nostro Paese non esiste né la parità né le pari opportunità, per questo è necessario continuare a lavorarci su. Sviluppare senso critico, studiare la condizione femminile come cerchiamo di fare nelle sedute della Commissione che presiedo, è fondamentale.

Cosa resta da fare in questo campo? Giri pure il ferro nella piaga.

Bisogna rompere il soffitto di cristallo: le donne non accedono ai vertici. E non per minori competenze. Bisogna davvero garantire parità di opportunità. E se occorre introdurre in alcuni ambiti le “quote di genere” (guai a chiamarle quote rosa), allora ok. Smettendola di nascondersi dietro la litania del “vogliamo essere giudicate per il merito”: perché questo è vero quando si può dimostrare. È importante anche il linguaggio di genere (altro OdG a mia firma approvato): declinare al femminile non è questione di lana caprina: perché non “suona male”, piuttosto “suona ancora poco”.

Domandina. Esiste la solidarietà femminile, nel Pd?

Poco. La differenza la fanno le persone in questo caso, non il genere. Ognuna pensa a emergere, ma se non affrontiamo le battaglie più importanti insieme non vinceremo: né come sinistra, né come donne.

Vorrebbe una donna per sindaco?

Vorrei una sindaca che voglia bene a Bologna e con competenze,  passione, energia per prendere le giuste decisioni. Che sappia lavorare in squadra e valorizzi le realtà migliori, senza pregiudizi e condizionamenti. Con quel coraggio tipico delle donne, per poi metterlo in campo col sorriso e con la gentilezza, di cui la nostra società ha un gran bisogno.

La comunità Lgbti bolognese: ci racconti.

Molto “colorata”, piena di passione, competenze, contraddizioni. Al mondo Lgbti, fin da quando sono stata eletta, ho chiesto di essere più unito: sembra una richiesta banale, ma non lo è. Perché solo quando siamo capaci di unità riusciamo a portare a casa le battaglie più importanti. Le condizioni di molte persone Lgbti sono migliorate, negli anni, riescono a vivere meglio le loro vite. Ma c’è tanto da fare. Ancora troppe discriminazioni nei confronti delle persone transessuali e transgender. A Bologna le combattiamo partendo dalle scuole, con i progetti di “educazione alle differenze”, ma dobbiamo aumentare questo lavoro e introdurli in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Così come dobbiamo lavorare di più sul mondo dello sport.

Come vivono le donne sole di tutte le età ai tempi del Coronavirus? Esiste un servizio del Comune che dà assistenza?

Il Comune, anche con l’aiuto della Asl, ha messo in campo servizi appositi. Per conoscerli si possono utilizzare gli strumenti di comunicazione a distanza (telefono, posta elettronica, Pec). Sono altresì a disposizione le strutture del Piano Freddo, aperte di giorno per offrire protezione alle persone senza dimora.


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