La lotta contro i virus sarà perenne?

La correlazione tra Coronavirus e inquinamento di regioni come la nostra è documentata da studi seri, non si capisce perché l’assessore Irene Priolo si sia voluta aggiungere al coro della confutazione politica. Questione irrisolta è l’incapacità dell’establishment di governare realtà in continua mutazione

di Giovanni De Plato, psichiatra


Perché la Città metropolitana di Bologna, dotata di servizi sanitari e sociali ottimali, forte di un’economia competitiva e capace di contenere la disoccupazione in confronto alle altre regioni italiane, è ugualmente messa in ginocchio dal Coronavirus? Bologna come le altre città italiane è destinata a una lotta senza fine per l’espansione delle malattie infettive? Questi interrogativi vanno affrontati da subito, altrimenti le singole e settoriali risposte durante e dopo l’epidemia potranno rilevarsi un buco nell’acqua. Come non bisogna considerare l’interrogarsi, in questi momenti di crisi, un lusso inopportuno da rinviare a tempi più propizi, ricorrendo all’infausto slogan “non disturbare il manovratore”, fatto proprio anche da un’altezzosa sinistra.

È chiaro che prima di rispondere bisogna fare la fatica di acquisire le giuste conoscenze scientifiche, non fermandosi al semplicismo d’imputare i fenomeni di contagio virale alla globalizzazione e alle connessioni create tra continenti, paesi e territori locali. Gli studiosi dei processi planetari in materia di salute e di malattie riguardanti il capitale umano ci invitano a inquadrare il problema in una dimensione antropologica (l’evoluzione delle specie) e multifattoriale (dalle trasformazioni ambientali alle modificazioni delle nano-particelle). In quest’ottica si può dire che la diffusione e la virulenza del coronavirus, più precisamente Sars-Cov-2 mentre Covid-19 indica le malattie respiratorie conseguenti, sono state potenziate da una serie di concause ignorate o mal governate, senza sapere opporre argini o trovare primi rimedi.

Lo United Nations Environment Programme già nel rapporto del 2016 documentava che “…le attività antropiche continuano a innescare distruzioni inedite degli habitat… e minacciano lo sviluppo economico, il benessere animale e umano e l’integrità degli ecosistemi”. E prevedeva come conseguenza l’esplosione di epidemie o pandemie dovute alla comparsa di nuovi virus trasmessi dagli animali all’uomo. Quest’allarme, dopo alcuni anni persi senza contrastare i fenomeni, è stato confermato recentemente dallo studio della Società italiana di medicina ambientale (Sima) e delle Università di Bari e Bologna. La ricerca ha dimostrato che l’inquinamento atmosferico da CO2 e Pm 10 ha determinato un habitat favorevole al contagio del Coronavirus (Sars-Cov-2) e ha intensificato la diffusione delle malattie polmonari (Covid-19). A questa insalubrità dell’aria si aggiungono nella Pianura Padana l’alto inquinamento delle acque e dei terreni.

Le tre regioni del Nord-Est, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto devono a queste concause l’essere divenute le popolazioni maggiormente colpite dal contagio del Coronavirus e quelle più esposte alla diffusione delle malattie bronchiali e polmonari. Questi processi sono accelerati dalla globalizzazione quale fattore determinante della rottura dell’equilibrio dell’ecosistema (la devastazione ambientale) e della distruzione del capitale umano a livello locale (le diseguaglianze economico-sociali). A tanta evidenza scientifica, documentata da altre molteplici ricerche degli istituti e laboratori nazionali e internazionali, non poteva mancare lo scetticismo e la confutazione di quella politica poco competente e molto arrogante.

Dispiace che a questo stonato coro si sia aggiunta la voce dell’assessore all’ambiente della regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, che forse infastidita dal riferimento della stampa locale all’inquinamento della Val Padana ha voluto dichiarare che “l’associazione tra smog e Coronavirus è un’ipotesi non verificata”. La verifica è possibile incrociando questi studi con quelli clinici degli pneumologi del Policlinico S.Orsola di Bologna. Ammesso il caso che fosse anche come sostiene l’assessore, sarebbe stato più opportuno leggere attentamente le ricerche ambientali e cliniche e dichiararsi disponibile a un approfondimento dei temi con gli esperti di chiara fama. Dubitare o criticare studi dei più qualificati istituti, università e società scientifiche è possibile ma richiede ai politici un po’ di umiltà e tanta competenza, come impone la drammaticità dell’epidemia in corso. Ritenersi immuni e rifiutare qualsiasi rilievo sono un atteggiamento politico da lasciare a quel populismo negazionista da cui la sinistra dovrebbe stare lontano non un metro ma mille miglia per non lasciarsi infettare. La questione vera e irrisolta resta l’incapacità dell’establishment e l’incompetenza della classe politica di governare a livello mondiale e locale una realtà che è in continua mutazione. Tali limiti non permettono di essere all’altezza delle sfide del nuovo Secolo. L’uscita da questa tragedia planetaria montante è un problema aperto, anche perché si annunciano scenari per nulla tranquillizzanti.


9 pensieri riguardo “La lotta contro i virus sarà perenne?

  1. Grazie De Plato, articolo molto interessante che andrebbe accoppiato nell’analisi sul futuro con altre due considerazioni: la spesa sanitaria nell’ultimo decennio (ho sentito un intervento molto documentato questa mattina a radio anch’io ma non ho capito di chi so trattasse) e sul perché gli scienziati sul cambiamento climatico non vengono ascoltati, per discutere proposte adeguate proprio ora che non si può fare altro che pensare.
    Condivido il giudizio sull’intervento della Priolo. Inoltre ho pensato che ha ragionato come fosse assessore alla mobilità a dimostrazione di quanto è grave la logica settoriale.
    Ugo Mazza

  2. i rilievi di ugo mazza sono giusti, proprio per questo lo inviterei a scrivere un suo articolo per la nostra rivista sulla interazione ambiente-salute, sapendo della sua competenza e del suo impegno. grazie in anticipo e un caro saluto
    gdp

  3. Spezzerei una lancia per l’assessore Priolo che si è limitata a contestare la presunta verità assoluta che viene da molti criticata (penso a Franco Prodi per dire un esperto di fama). Del resto ci sono filoni di studio da decenni sovrafinanziati anche dal pubblico che continuano a suggerire senza dimostrare. E’ come dire che se la virosi colpisce di più i fumatori allora la virosi è colpa dell’abitudine al fumo. La Priolo giustamente non sbandiera seppur dotte suggestioni ma per governare cerca di attenersi ai dati inoppugnabili. Del resto da noi un TAR impose di sperimentare stamina e adesso faremo anche uno studio sull’avigan grazie a you tube.

  4. Mi permetto di far notare gentilmente a Gianluigi Magri che l’esempio del fumatore non ha senso, perché nel mio articolo non cerco d’individuare il colpevole o d’indicare la causa. Ho solo provato a dire che esistono fattori favorenti la fragilità di una persona, che di conseguenza è più esposta a contrarre l’infezione influenzale o da coronavirus. Credo che Magri possa convenire con me che l’inquinamento atmosferico e ambientale di certo non sono dei costituenti della salute.

  5. Infatti l’esempio era per dire che l’assessore Priolo fa bene a predicare cautela rispetto ad ardite teorie che rischiano di confondere la coesistenza con la causalità. Nessuno dice che l’inquinamento faccia bene, difficile è invece misurare il peso di un fattore. Il sillogismo categorico appartiene alle forme di pensiero totalitario che non mi si addicono, spero mi si perdoni uno spiccato amore per la tolleranza.

  6. La mia disponibilità al confronto con chi critica (parlerei di dialogo e non di tolleranza) è tale da invitare Magri a scrivere su questa rivista un articolo, argomentando il suo punto di vista come meglio crede. Grazie dell’attenzione e cordiali saluti
    gdp

  7. Mi inserisco, se è permesso, nel dibattito perché l’argomento per me è di estremo interesse, da oncologo mi sono sempre interessato all’interazione fra polluzione ambientale e insorgenza di malattie, principalmente polmonari. Il fatto che il massimo della virulenza il Sars-Cov-2 l’abbia sviluppata nelle tre, adesso con il Piemonte 4 regioni della pianura padana non è un caso, essendo questa la zona più inquinata d’Italia e fra le maggiori d’Europa. E’ vero che molti aspetti del problema, quale ad esempio la funzione vettrice delle PM 10 e altre, devono essere definitivamente dimostrati, ma il fatto che un virus con un tropismo elettivo per il sistema bronchiolo-alveolare trovi un terreno preparato dall’inquinamento atmosferico è un dato di fatto e può in buona parte giustificare l’alta percentuale di polmoniti interstiziali. In ragione di questo sarebbe utile che l’Assessorato all’ambiente tenesse in debito conto studi che vengono da istituzioni accademiche e, quanto meno, non liquidasse frettolosamente un argomento che interessa ugualmente la comunità medico-scientifica e la cittadinanza.

  8. Non so cosa pensasse l’assessore Priolo quando pronunciò la frase incriminata, ma ho immaginato che fosse occupata da emergenze riguardanti problemi più direttamente aggredibili rispetto al rapporto tra Covid19 e inquinamento ambientale della pianura padana. Ripeto che il problema non è convenire sul danno da inquinamento (ovviamente concordo con un grande medico come Marangolo) semmai è chiedersi tra diversi fattori con quali modalità e con quale tempistica vadano impiegate le energie di governo per un risultato efficace. Se l’assessore Priolo non credesse nella tutela dell’ambiente non occuperebbe quel ruolo e ho troppa stima dell’intelligenza Sua e di Stefano Bonaccini per dubitarne. Non vedo negazionisti, semmai romanticamente spendo una parola per i politici intelligenti rispetto ad una politica con tanta, troppa cialtroneria. Su questo credo convenga anche un uomo intelligente e colto come De Plato.

  9. Ottimo l’articolo di De Plato, lo provano le diverse reazioni che ha avuto.
    Tanto l’inquinamento ambientale quanto il fumo danneggiano i polmoni e favoriscono
    conseguenze gravi a livello polmonari. Lo dicono, su base empirica oltre che scientifica,
    i medici che si occupano di pneumologia e oncologia.
    Il Covid19 aggredisce i polmoni. I casi più gravi sono caratterizzati da difficoltà respiratorie
    che possono, in alta percentuale, portare al decesso.
    I fumatori e le persone esposte all’inquinamento ambientale
    hanno mediamente polmoni danneggiati, sono dunque più fragili e aggredibili dal virus.
    Cordiali saluti

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