Il tradimento delle promesse fa male alla democrazia

Borgonzoni, Sgarbi, Bibbiano, comportamenti che alimentano l’antipolitica

di Aldo Balzanelli, giornalista


Ha fatto bene il presidente della Regione Stefano Bonaccini a non voler commentare la decisione della sua ex rivale Lucia Borgonzoni, che qualche giorno fa ha finalmente annunciato la scelta di restare in Senato, rinunciando a guidare l’opposizione in Emilia-Romagna, come aveva peraltro solennemente promesso in campagna elettorale in un’intervista a Bianca Berlinguer. Bonaccini ha fatto bene per una questione di stile, chi vince deve guardare avanti, ma soprattutto perché in questo periodo ha decisamente altro a cui pensare.

Anche se in questi giorni l’attenzione di tutti è concentrata sul Coronavirus, la questione non è irrilevante. Si dirà: tutti sanno che le promesse in campagna elettorale valgono quel che valgono e nessuno si aspetta che vengano mantenute. Renzi e Boschi avevano annunciato che in caso di sconfitta nel referendum avrebbero lasciato la politica e invece sono ancora lì, come se niente fosse. È altrettanto vero che la memoria delle persone è molto labile, ma questi comportamenti rappresentano il miglior concime per l’anti-politica,  il timbro sul concetto tanto sono tutti uguali.

La scelta “romana” di Borgonzoni in realtà rappresenta uno schiaffo al milione e 14 mila 672 persone che hanno tracciato una croce sul suo nome indicandola come la persona giusta per guidare l’Emilia-Romagna, o di converso l’opposizione. Quel milione e rotti sono cittadini che verosimilmente hanno ascoltato le proposte del centrodestra e si sono formati un’opinione, hanno maturato una scelta. Se avesse vinto la loro candidata si sarebbero realizzate le sue proposte (la privatizzazione della sanità sul modello lombardo, tanto per citarne una). Se invece fosse stata sconfitta, quelle proposte non avrebbero perso di valore, ma sarebbero state rilanciate in consiglio regionale, cercando di condizionare le scelte dell’amministrazione di centrosinistra. Questo si aspettavano gli elettori di centrodestra.

Più o meno la stessa cosa si aspettavano i bolognesi che avevano votato Borgonzoni alle elezioni comunali, salvo poi scoprire in fretta che la loro candidata aveva sostanzialmente perso l’indirizzo di Palazzo d’Accursio. E la stessa delusione devono aver provato i sostenitori di un’altra stella cometa delle elezioni regionali, il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Anche in questo caso gli elettori di Forza Italia hanno creduto alla sua voglia di contribuire alla politica emiliano romagnola, in particolare nel settore della cultura, salvo scoprire ben presto che Sgarbi, dopo aver svolto il suo ruolo di specchietto per le allodole elettorale, non si sognava neppure di perdere il suo tempo tra gli scranni di viale Aldo Moro.

E cosa dire di Bibbiano? La località salita agli onori delle cronache, si fa per dire, per un’inchiesta sulla gestione dei servizi sociali. Durante la campagna elettorale sembrava diventata il centro del mondo. Dopo la maglietta “Parliamo di Bibbiano” esibita da Borgonzoni in Senato, Salvini e Meloni hanno fatto di quel paese del reggiano il cuore della battaglia contro il Pd. “Siamo stati i primi ad arrivare, saremo gli ultimi ad andarcene”, recitava il cartello imbracciato orgogliosamente dalla leader di Fratelli d’Italia. Qualcuno l’ha più vista? D’accordo, ora non si può, ma prima del blocco della circolazione per il Coronavirus?

Sento già nelle orecchie chi dice e che vuoi? La politica è questa… No, la politica non è questa. Questo è quello che alcuni hanno fatto diventare la politica, sporcandola con il loro modo di fare, il loro modo di essere. E contribuendo in questo modo a far crescere la disaffezione di quote crescenti dell’opinione pubblica verso la partecipazione democratica. Forse occorrerebbe cambiare le regole, assimilandole a quelle già esistenti in alcuni casi: chi si candida a una carica pubblica deve rinunciare, prima, alle altre cariche che eventualmente ricopre. Non si risolverebbero certo tutti i problemi, ma sarebbe una boccata d’aria fresca.


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