Il desiderio di vedere una città diversa: ecco le proposte per riportare il gioco negli spazi aperti e trasformarli in luoghi di incontro dove le nuove generazioni possano imparare in autonomia a relazionarsi con il mondo
di Cristiana Costantini, insegnante e consigliera di quartiere
Bologna è una città che da sempre ha a cuore l’infanzia e spesso è stata la prima a progettare servizi educativi d’avanguardia, ma da un po’ di tempo fatica nel realizzare politiche urbane per i più piccoli: i giardini, i parchi e le piazze pedonali mancano in qualche modo di uno sguardo particolare verso le giovani generazioni e le strutture gioco presenti sono ormai superate e poco stimolanti.
Le strade nella maggior parte delle zone sono molto trafficate, camminare a piedi o in bici può diventare spesso rischioso, andare a scuola a piedi un miraggio. Se si gira è difficile trovare zone dove i bambini possano a loro diritto praticare il gioco libero: i portici sono spesso invasi dai dehors e i diritti dei bambini vengono dopo quelli dei consumatori.
Francesco Tonucci con la sua “Città dei bambini e delle bambine” già negli anni Novanta analizzava le nostre città e proponeva i cambiamenti necessari perché i bambini potessero essere considerati cittadini del presente e non solo del domani. Limitando l’autonomia dei bambini e delle bambine, li si rende dipendenti dagli adulti e l’iperprotezione li rende fragili e spaventati.
Per questo, anche a Bologna, alcune persone legate a vario titolo al mondo dell’infanzia hanno iniziato a unirsi per proporre un cambiamento. La prima idea? La Cargo Bike, ovvero un mezzo dotato di un cassone itinerante con dei giochi da fare in strada, in modo che anche in spazi vuoti i bambini possano ritrovarsi ed usare lo spazio per un gioco non strutturato. La “Cargo dei giochi” ha animato Bologna con un buon risultato: i bambini hanno esplorato un nuovo schema ludico, usando gli attrezzi trovati nella cargo come stimolo. Una semplicissima idea per mettere i bambini al centro.
Dopo questa prima sperimentazione è nata la libera Consulta Cinnica (di cui Cantiere Bologna ha già parlato), per una trasformazione concreta degli spazi cittadini, con la richiesta all’amministrazione di mettere a sistema questo tipo di approccio semplice, poco costoso e molto coinvolgente.
Il manifesto elaborato racconta il pensiero e le proposte concrete che a nostro parere sono necessarie per trasformare l’ambiente urbano. Del resto “chi progetta spazi, progetta comportamenti”, come ci ha insegnato l’urbanista Vittorio Gregotti, recentemente scomparso. Per fare un esempio concreto: una piazza può essere un parcheggio oppure, se pedonalizzata, diventare luogo d’incontro per chi abita o passa. Servono soluzioni semplici, però politicamente impegnative.
Chiediamo una Bologna più europea, più vicina alla filosofia degli spielplatz (parco giochi) di Berlino: luoghi innovativi dedicati ai bambini, belli esteticamente e capaci di sviluppare la loro creatività e il loro desiderio di avventura. È necessario attuare una ricerca in questo senso, affidandosi a esperti e ispirandosi alle realtà urbane più innovative.










Cosa si può fare per una città amica dell’infanzia? Ecco qualche azione possibile. Siamo una delle poche città senza fontane a raso che abbelliscono i luoghi pubblici, danno refrigerio in estate e fanno divertire i bambini. Cinnica ha attivato una petizione (https://www.change.org/p/comune-di-bologna-rinfresca-bologna-vogliamo-le-fontane-a-raso-df21d40c-2a0b-43e8-a357-1b7d0899f856) per realizzarle a Bologna. Tante le firme raccolte, ora siamo in attesa che l’amministrazione realizzi questo desiderio, compatibilmente al nuovo quadro finanziario.
Altri progetti: una mappatura qualitativa degli spazi per valutarne il loro potenziale di gioco, fino all’elaborazione di un Bimboplan, una mappa a uso dei cittadini e dei turisti per scoprire la città ed esplorarla nei tanti posti dedicati al gioco e all’incontro.
E ancora: mercatini dei bambini e dei giochi ad appuntamenti fissi nelle piazze: c’è una serie di giochi tradizionali da riscoprire, utile per combattere l’isolamento all’interno delle case e davanti ai videogiochi. Lo sport e il gioco hanno un ruolo centrale nella crescita dei/delle ragazzi/e e non vanno relegati in spazi appositi, spesso chiusi: bisogna fare un investimento forte sui cortili aperti perché luoghi di allenamento sociale. Tanto i cortili delle scuole nel pomeriggio, quanto i cortili dei palazzi spesso vietati ai bambini dai regolamenti condominiali.
La nostra speranza è che la libera Consulta Cinnica possa davvero diventare un interlocutore speciale e autorevole riuscendo a incidere per un cambiamento vero, profondo e stimolante nella città.
È ora di ripensare alle priorità in base a cui destinare gli spazi urbani liberi da edifici. Meglio alle nostre macchine o a noi e ai nostri bambini?