Bologna è una delle poche città ad avere un assessore dedicato. Sarà finalmente realizzato il cimitero degli animali e trovata una soluzione soddisfacente per i cani della polizia locale “in pensione”.
di Barbara Beghelli, giornalista
Elena Gaggioli, 31 anni, vicesindaco di Alto Reno Terme, é entrata nella giunta comunale di Bologna un mese fa, con il rimpasto all’indomani del “trasferimento” in Regione di Irene Priolo e Marilena Pillati. Laureata in Legge e specializzata in progettazione di fondi europei, ha diversi incarichi: Politiche per gli adolescenti, i giovani e la famiglia. Agenda digitale, Affari generali, Servizi Demografici. Tra gli altri anche l’incarico di occuparsi dei diritti e del benessere degli animali, una delega che fa di Bologna un Comune all’avanguardia per essere una delle prime città ad avere un assessore dedicato: “Li proteggerò, amo gli animali, so che sono importanti nella vita delle persone. Minerva e Feuerbach, i miei due gatti, sono una gioia: e se ci penso già mi mancano”.
“Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso”, ha scritto Marguerite Yourcenar. Cosa ne pensa assessore Gaggioli?
“Sono esseri dotati della capacità di sensazione. La loro dignità e tutela deve essere garantita e su questo la giurisprudenza si è espressa chiaramente. L’introduzione del concetto di sofferenza in animali capaci di percepire dolore, fisico e psichico, é un grande risultato”.
In “Animal Machines” Ruth Harrison, autrice e attivista per i diritti animali, portò alla luce gli aspetti negativi dell’allevamento intensivo. Da lì si sviluppò il concetto di rispetto attraverso cinque libertà: dalla fame, dalla sete; dal dolore e dalle malattie; dalla manifestazione delle proprie caratteristiche comportamentali; dalla aura e dal disagio. Questi esseri devono vivere in un ambiente fisico adeguato: negli allevamenti intensivi i diritti non esistono. Poi ci sono gli allevamenti dei cani…
“Gli animalisti hanno espresso la loro contrarietà a tutti gli allevamenti. La priorità di adozione dovrebbe essere rivolta prima di tutto ai canili, ma non si può obbligare la scelta”.
Nelle famiglie italiane ci sono 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti. A Bologna? Per inciso i cani spesso non hanno spazi adeguati.
“Ad oggi sono registrati 30.000 cani e 10.000 gatti. Dal 2015 c’è stato un incremento di 5000 esemplari l’anno. Le aree di sgambatura per cani, in città, sono 22 e sono indicate nel sito http://www.comune.bologna.it/ambiente/servizi/6:3244/3941/. Ma se non bastano è possibile fare richiesta agli uffici di manutenzione del Verde Pubblico”.
Veniamo a oggi. Abbandono dei cani per paura che trasmettano il virus, squilibrati che lavano le zampe con la candeggina, l’Enpa che diffonde un vademecum. A New York svuotano i canili per fare la passeggiatina…
“Tengo con forza a sottolineare che i nostri amici NON diffondono il Covid-19. A inizio epidemia si sono registrati diversi casi di abbandono che, grazie ad una attenta campagna di sensibilizzazione, sono cessati. Sono anni che il ruolo degli animali d’affezione è stato riconosciuto per l’aiuto alla persona. In ogni caso l’adozione momentanea ‘modello New York’ non mi sembra attuabile a Bologna: e non credo sia opportuno prevedere un affidamento temporaneo”.
Qual è la situazione dei ricoveri per cani abbandonati e maltrattati in città?
“E’ un servizio essenziale per la città, affidato non a volontari, ma ad una società di professionisti, educatori cinofili: la situazione che sembra sia avvenuta tra Pianoro e Ozzano, con decine di cani malnutriti perché abbandonati da chi gestiva, non può aver luogo a Bologna. Ne approfitto anzi per ringraziare i tanti operatori sul campo che garantiscono continuità di lavoro”.
Quali sono i suoi programmi del Comune per il ben-essere degli animali?
“Sto programmando il ‘dopo-emergenza’, penso ad una campagna trasversale: nelle scuole, ma anche nelle società sportive e nei centri anziani. Mi piacerebbe utilizzare l’altra mia delega (quella alla famiglia) per ascoltare le esigenze in merito. Appena sarà terminata questa situazione emergenziale penserò anche al Cimitero per animali di cui parla da tempo”.
E i cani della Polizia Locale in pensione avranno una casa?
“Sì, troveremo la collocazione più adatta per mantenere il loro meritato benessere, prevedendo un percorso di continuità all’interno della famiglia del conduttore. Ho già ricevuto da parte del Consiglio comunale alcuni spunti per tutelare con ancora più forza la situazione di queste bestie che, è importante ricordarlo, svolgono un fondamentale servizio per la comunità. E’ una promessa, li aiuterò”.
Vorrei capire dall’assessore Gaggioli come ritenga di provvedere al benessere animale rendendo obbligatorio tenere sempre e comunque i cani al guinzaglio, anche se provvisti di museruola, e togliendo loro in tal modo ogni possibilità di muoversi alla velocità per loro naturale anche in parchi o aree prive di traffico. Se il fine che persegue è quello di prevenire il rischio che un cane morda qualcuno (evento, peraltro, rarissimo e sempre legato a comportamenti errati di una persona nei suoi confronti) la museruola è più che sufficiente. Non pensa che sarebbe più opportuno svolgere un’opera di informazione su come evitare di indurre comportamenti violenti in un cane? Come purtroppo sappiamo anche l’uomo compie atti violenti, ma decidere che tutti gli esseri umani debbano vivere ammanettati per timore che si comportino come Totò Riina sarebbe insensato. O no?