La piccola politica dei giorni nostri chiede alla scienza risposte sul virus, risposte che la scienza non può dare, perché non ha avuto a disposizione il tempo necessario alla conoscenza. Di fronte ad un fenomeno sconosciuto, la politica deve dare risposte con risorse proprie
di Mario Bovina, avvocato
No, non voglio scrivere che questo è il tempo della scienza, bensì che la scienza (ogni scienza) ha bisogno di tempo. Brillano, nel buio di questo momento storico, le scintille che si creano dall’attrito tra la velocità furiosa del nuovo millennio – velocità che è ormai nel DNA della nostra società e che ancora ribolle sotto la coltre di apparente immobilismo imposta dall’emergenza sanitaria – e i tempi lunghi della conoscenza.
La plastica dimostrazione di questo attrito sta nella ossessione compulsiva con cui la piccola politica dei giorni nostri, assuefatta alla frenetica ossessiva, puntiforme, superficiale ed immemore esternazione, chiede alla scienza risposte sul virus che ci ammorba, risposte che la scienza – attesa la novità del fenomeno – non può dare, per il banale motivo che non ha avuto a disposizione il tempo necessario alla conoscenza.
La scienza ancora non sa.
Di fronte ad un fenomeno sconosciuto, la politica deve dare risposte con risorse proprie, certo, tenendo in considerazione le pochissime nozioni scientifiche apparentemente certe a disposizione, ma con risorse proprie.
Raziocinio, logica, ma anche coraggio, intuizione, visione.
Scrivono in molti che sperano che questa emergenza sanitaria acceleri l’avvento dell’epoca della scienza.
Io spero, soprattutto, che questa emergenza sanitaria restituisca linfa vitale alla politica, quella vera, quella che guarda lontano.
Il termine “politico” equivale anche troppo a totipotente: chi è stato eletto diventa improvvisamente laureato in tutte le discipline e dispone per scelta “Politica”. Purtroppo però non condivido questa impostazione senza voler affidare tutto alla scienza non è possibile decidere con la sola politica in questo campo altrimenti finiamo per farci iniettare la amuchina in vena come dice Trump.
La Politica è VISIONE! il vero politico, lo statista, è colui che agisce pensando alle generazioni future e non ai sondaggi del momento. E in questo processo la scienza, e gli “scenziati” non possono che essere meri strumenti. Fare Politica vuol dire avere chiari in mente diversi scenari da poter applicare di volta in volta al presentarsi delle diverse evenienze, e ancora una volta la scienza può essere solamente di supporto, importante,ma non fondamentale.Purtroppo non è questa la situazione che stiamo vivendo.