Vorrei un bancomat di notizie verificate

Ci sono catene di Sant’Antonio che arrivano via WhatsApp inviate da persone di cultura con linguaggio specialistico. Serve qualcuno che sappia smontare le imposture

di Sandra Festi, docente in pensione


Tra le infezioni trasportate in questo infausto momento, ho avuto modo di scoprire quella della mala-informazione. Di  “ bufale” o fake news ne abbiamo sentite di tutti i colori, relative per lo più alla politica, concepite in gran parte nelle zone grigie della pubblicistica di infima qualità. Ciò che ho dovuto scoprire in questi giorni è la bolla della mala-informazione di livello più alto, costruita da esperti manipolatori del linguaggio scientifico, ma tale da lasciare perplesso chi non è proprio familiare con le pratiche della ricerca.

Sono stata colta alla sprovvista da lunghi messaggi, corredati di foto e interviste comparse su riviste specialistiche – a me ignote -spesso in lingua inglese, con citazioni di esperti cinesi, americani, canadesi, ecc.- tutti a me ignoti, essendomi occupata di letteratura francese. I messaggi WhatsApp provengono da amici o figli di amici e conoscenti, appartenenti tutti a una generazione tra i 40 e i 50 anni, laureati e impegnati in lavori di responsabilità. Hanno il tono di chi ti mette in guardia da un pericolo incombente, ma con un cifrario da eletti.

Per fortuna ho letto “Il mondo nuovo” di Huxley circa 60 anni fa e qualcosa ho imparato. Ciò che non ho imparato è come rispondere, smontando l’ impostura.  Mi mancano le letture specialistiche, il linguaggio le competenze.  Io non ho neppure nozioni di seconda mano. Ma non si può lasciar passare questa catena di Sant’ Antonio dell’ ignoranza. Sento il bisogno di un bancomat sicuro di risposte corrette.

Questo CantiereBologna, cui afferiscono anche tanti esperti del mondo scientifico (mi piacerebbe che l’ Alma Mater si sentisse chiamata a riparare i danni dell’ ignoranza malandrina), desse una mano a smontare le imposture.


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