Piazza Maggiore sia luogo di riserva per ristoratori in difficoltà

Lettera al direttore: l’emergenza farà saltare il Cinema in Piazza. E così il Crescentone, sul modello delle città di Francia e di Spagna, potrebbe offrire un intrattenimento piacevole e dare una mano a chi ha piccole attività nelle adiacenti stradine anguste che rischiano di essere travolte dalle misure anti-Covid

di Valeria Consolo


Caro direttore, cara redazione.

Mi sono chiesta da privata cittadina come far arrivare un suggerimento a chi nell’amministrazione della nostra città si dovrà occupare della progettazione delle attività di intrattenimento estive alla luce del periodo e delle regole relative alle restrizioni necessarie alla salvaguardia della salute dei cittadini. 

Cantiere Bologna mi è sembrato lo spazio giusto a cui chiedere di dare visibilità a questa mia proposta riguardo piazza Maggiore che quest’anno, credo, dovrà rinunciare a ospitare il Cinema in piazza, manifestazione amata da tutti i cittadini e conosciuta in tutto il mondo. 

Nel pensare a come poter dare comunque vita alla Piazza mi sono venute in mente alcune città francesi o spagnole in cui le piazze sono completamene adibite a ristoranti, tanti, piccoli o grandi, ognuno con il proprio spazio, la propria identità e clientela.

Una cosa del genere la si può tradurre anche sul Crescentone, dove si potrebbero, con l’ausilio delle transenne, creare riquadri regolari di spazi congrui, nei quali si possano allestire tavoli e che grazie alle transenne mantengano lo spazio di sicurezza e di circolazione al proprio interno.

Si potrebbe prevederne l’entrata da una parte e l’uscita da quella opposta della piazza, con un servizio di vigilanza minimo che si occupi di accompagnare le persone ai tavoli liberi e che facilmente possa vedere e organizzare l’avvicendamento delle stesse.

Questa organizzazione e utilizzo della piazza potrebbe consentire a tutti quei ristoratori, nati recentemente con il grande sviluppo turistico nelle stradine anguste immediatamente limitrofe alla pizza, che oggi non potrebbero prevedere ospitalità nei termini che la legge sancisce, di avere la gestione di alcuni spazi tra quelli creati come sopra descritto. Come analogamente è avvenuto nella piazza del Mercato delle Erbe in via Ugo Bassi. Si potrebbe altresì anche allestire un piccolo palco che possa ospitare tutte le sere un gruppo musicale che crei un sottofondo piacevole.

Qui mi fermo, il mio immaginario non va oltre, potrebbero esserci tante controindicazioni che io non posso prevedere e che osteranno alla realizzazione di questo progetto, ma mi sono detta comunque: perché non formularla? Perché non chiedere ospitalità?


Rispondi