Libertà, diritti e benessere dei cittadini si difenderanno lasciando stare la quantità, gli incassi, i diritti tv, adottando la qualità e il rispetto del pubblico, anche, ad esempio, facendogli incontrare più spesso allenatori e tecnici
di Luca Corsolini, giornalista
Per lo sport è facile votare Bologna capitale federale d’Europa: non per un gol, non per un canestro, ma per un’idea di futuro che riguarda tutti ed è legato a una città che ancora non c’è. Ma quando sarà pronto il centro per le previsioni meteo, il mondo, le Olimpiadi e chi pratica uno sport in spiaggia o in acqua, guarderà qui per avere informazioni, rassicurazioni e pure piani per possibili sviluppi.
Succede, in questi giorni di Coronavirus. Sai di doverti lavare spesso, non solo le mani, e lo fai. Ma ci sono pensieri che non puoi lavare, proprio perché già puliti ti restano addosso, pesanti come una compagnia da cui non riesci a liberarti, e leggeri per le idee che ti suggeriscono. L’intervento di Fulvio Cammarano per Cantiere Bologna è stato, è questo per me.
In particolare, una domanda: come si difendono libertà, diritti e benessere dei cittadini all’interno delle nostre piccole patrie? Non è una domanda generica, al contrario, a me sembra precisa e diretta: ognuno deve trovare nel suo ambito, personale e professionale, una risposta.
Io mi occupo di sport e in questi giorni è una missione strana: non capisco, sinceramente, l’accanimento nel cercare di completare il campionato di calcio, sapendo che si tratterà di un campionato altro, e nemmeno alto; addirittura mi offende che il dibattito sulla Serie A (oltre tutto negando l’assunzione di una responsabilità sociale e social, oggi bisogna ragionare in due modi, nemmeno sempre complementari) abbia azzerato la ricerca di un piano alternativo e soprattutto abbia impedito di comprendere che gli stessi problemi che ha la serie A, comunque più ricca, li avrà alla ripresa lo sport di base, lo sport di tutti, che non ha nessuna difesa.
Inutile fare barricate, per meglio dire, bisogna alzare quelle giuste; difendere lo sport, la sua essenza, è legittimo e doveroso, a calcio si gioca 11 contro 11, a basket 5 contro 5, e sono sport di contatto; è sbagliato, pericolosamente sbagliato pensare di non dover correggere, subito, il contenitore. In sintesi, io mi sarei dedicato e mi dedicherei subito alla prossima stagione piuttosto che alla sola semplice partita. Influenzato forse da un libro, Il gioco infinito, di Simon Sinek, che senza parlare benissimo di sport ne spiega alla perfezione i meccanismi: “La motivazione che ci spinge a partecipare a un gioco infinito è completamente diversa: l’obiettivo non è vincere, ma continuare a giocare. E far progredire qualcosa di più grande di noi o delle nostre organizzazioni”.
Lo sport del dopo Coronavirus dovrà essere, forse tornare a essere, un ambiente. Abbiamo passato settimane e mesi in casa per essere protetti, anche quando torneremo a uscire vorremo infilarci in ambienti come casa nostra. Sicuri, comodi, anche a nostra immagine. Dunque stadi e palasport non dovranno e non potranno essere affollati, se non troveremo il gel all’ingresso e un personale discreto ma fermo a indirizzarci, non ci sarà nessun campione e nessun risultato che ci faranno sentire tranquilli.
L’ambiente è qualcosa di fisico, di tangibile, ma anche di intangibile. E allora, per estensione, trovo questa risposta per Cammarano nello sport: libertà, diritti e benessere dei cittadini si difenderanno così. Lasciando stare la quantità, gli incassi, i diritti tv, adottando la qualità, il rispetto del pubblico, anche, ad esempio, facendogli incontrare più spesso allenatori e tecnici.
Poi. Bologna. Perché l’ambiente dello sport comincerà ad essere, ed è già, lo stesso a cui pensa Greta: ci fossero state le Olimpiadi a Tokyo, la maratona si sarebbe tenuta a Sapporo, a km di distanza, per tenere lontano gli atleti da caldo, umidità e smog della capitale giapponese, decisione presa con largo anticipo analizzando le previsioni. La Liga, la serie A spagnola, decide gli orari delle partite in base all’irraggiamento solare, per evitare di avere, nelle riprese tv, uno stadio all’ombra per metà. Sono estremi di un presente in cui possiamo aggiungere altro, tanto altro, perché continuano a crescere gli sport outdoor, da quelli invernali a quelli praticati nell’acqua e sulle spiagge.
Ecco, Bologna potrebbe essere Capitale Federale dell’Europa se nel nuovo centro meteo raccoglierà informazioni specificatamente adatte allo sport che non è solo una questione di qualche serie A, ma di milioni di cittadini che vogliono la libertà di praticare uno sport, il diritto di farlo senza offendere nessuna norma di un Dpcm, inseguendo quel benessere custodito nella formula antica mens sana in corpore sano.