Avvocatessa, guida la Fondazione del Monte e qualcuno sussurra che potrebbe essere la prossima rettrice dell’Alma mater
di Barbara Beghelli, giornalista
Giusella Dolores Finocchiaro, segni particolari: numero uno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Professoressa ordinaria di diritto privato, diritto di internet e social media in Alma Mater. Avvocatessa, ricopre diversi incarichi societari e rappresenta l’Italia nella Commissione Onu sul commercio elettronico dell’UNCITRAL, di cui è la presidente. Non più tardi di cinque anni fa era l’unica donna in Italia al timone di una fondazione bancaria. E questo ente, oggi, lei lo vuole sempre più vicino al territorio e con lo sguardo rivolto al terzo settore.
Ottantasei fondazioni: 19 in regione, 2 a Bologna. Comincio col chiederle perché voi non litigate tutti i giorni come in casa Carisbo.
“Su questo preferisco non rispondere, anche se più che di giorni parlerei di anni (di liti)”.
Quante le donne presidente nel Belpaese?
“Nove. Ho aperto la strada”.
E’ stata dura arrivare al vertice?
“La grande prevalenza dei colleghi é sempre stata maschile, ma non è stato un problema. Forse la stupirò: non mi sono mai pensata come donna o come uomo, bensì come persona. Il genere mi é indifferente, dunque su questo non mi sono concentrata. Mi hanno fatto capire gli altri, soprattutto le donne, che interpretavo un ruolo, forse un modello”.
Avete avuto un riconoscimento molto importante dall’Onu, un anno fa: lo status consultivo di NGO (Non-Governamental Organization). Il valore aggiunto per Bologna?
“Ha significato molte cose importanti per la città. Prima di tutto i frutti dello scambio culturale e relazionale con le realtà straniere: un osservatorio privilegiato dove si analizzano i problemi da una prospettiva elevata. Noi siamo gli unici, in Italia, ad avere avuto questa prestigiosa onorificenza. Peraltro conoscevano già il mio operato, ho un ruolo all’Onu come presidente della commissione del Commercio elettronico (e-commerce)”.
Cosa succede oggi, nell’era del post-Covid? La programmazione si è bloccata o conferma i progetti del 2020?
“Non ci siamo mai fermati, anzi. Abbiamo imboccato la via del sociale dando 500mila euro tra il Sant’Orsola e l’ospedale civile di Ravenna per l’acquisto di respiratori e ventilatori. Questo nostro percorso é stato importante per il contributo, ma anche perché la fondazione ha rifissato il proprio obiettivo, ed essendo ente privato ha potuto convocare d’urgenza il cda ed erogare fondi in 24 ore. Siamo soggetti molto veloci”.
E’ cambiato lo schema, quindi.
“Diciamo che attualmente con l’80% dei fondi stanziati sosteniamo iniziative presentate da soggetti terzi, e con il 20% iniziative nostre. In termini di cifre, avendo da poco presentato il bilancio consuntivo, posso confermare che abbiamo finanziato nel 2019 5.488.571 euro per 345 progetti e pianificato la stessa cifra per il 2020. Ma spenderemo di più, tra S.Orsola e servizi alle famiglie, che già sono costati 700mila euro. E continueremo a sostenere tutti i teatri, con 700 mila euro all’anno”.
Lei definisce l’ente di via Donzelle “antenna del territorio” e vuole combattere l’attuale emergenza sociale. Come?
“Sostenendo il lavoro e le famiglie. Abbiamo appena pubblicato un bando (con scadenza 10 giugno e 11 luglio) per sostenere educatrici e associazioni che presentano progetti per i centri estivi (150mila euro). In una fase come questa non penso che manchino gli educatori da assumere a tempo, né le mamme che hanno bisogno di avere certezze per i propri piccoli da sistemare in ambienti didattici qualificati. Per i progetti culturali già finanziati e che richiedono vicinanza fisica come la danza e la musica abbiamo previsto proroghe e rimodulazioni”.
Il suo messaggio alle studentesse del 2020.
“Non scegliete tra carriera e famiglia, ma impegnatevi con passione e senza paure. Abbiate chiaro cosa volete dalla vita, lavorativa e privata. E se é dannosa, sia l’una che l’altra, meglio voltare pagina”.
Circolano voci che danno l’attuale rettore come candidato a sindaco e lei come papabile per il ruolo di futura rettrice. Sarebbe la prima volta per una donna, a Bologna.
“Girano tante voci, ma é ancora troppo presto per parlare”.
Ultima domanda: ma lei ha anche il tempo di annoiarsi?
“Quando si fanno lavori che piacciono le giornate vanno via veloci. E si é felici”.