La presenza femminile non deve essere interpretata come quella delle figurine. Quindi, o c’è chi ha le carte in regola o altrimenti anche no
di Barbara Beghelli, giornalista
In tanti la vorrebbero sindaca di Bologna, ma lei (almeno per ora) declina l’invito. “In questa fase penso che il mio ruolo sia quello di europarlamentare”. Secca e lapidaria come è nella sua indole, Elisabetta Gualmini, 52 anni appena compiuti, sposata con il professor Salvatore Vassallo, mamma di Sofia (18) e Giacomo (13), già vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, risponde da Bruxelles tra una corsa e l’altra: aeroporti, stazioni, taxi, complicate commissioni di bilancio e una montagna di miliardi di finanziamenti da assegnare. “Sono in trincea sul Recovery Fund, speriamo di avere buoni risultati già al Consiglio europeo del 17 luglio. Ce la stiamo mettendo tutta, e se a questo giro va bene, allora entro l’anno avremo i fondi (500 miliardi)”.
Spiega che la strategia di risposta della Ue alla crisi da Covid-19 passa per 4 pilastri, uno è appunto il Recovery, più un fondo garantito dal bilancio a lungo termine (2021-2027) che emetterà dei titoli sui mercati; gli altri sono il Mes sanitario, Sure (aiuta i paesi a integrare la cassa integrazione) e il programma per le PMI: un pacchetto aggiuntivo da 165 miliardi.
Innanzitutto che si dice del nostro Paese al Parlamento europeo?
“A fine febbraio hanno trattato l’Italia con pregiudizio. Poi con il lockdown l’atteggiamento è cambiato totalmente. Ora sono tutti collaborativi. Vedremo in autunno cosa succederà, e ancor prima all’importante sessione di questo mese”.
Ma a lei piacerebbe fare la sindaca? E se il Pd glielo proponesse?
“Adesso sono al Parlamento europeo e lì rimango a rappresentare i miei elettori. Certo le vie del Signore sono infinite: auspico comunque primarie di coalizione. A proposito, un anno è lunghissimo, in politica. Può succedere davvero di tutto”.
Sarà una partita tutta al maschile, quelle delle Comunali.
“La presenza femminile non deve essere interpretata come quella delle figurine. Quindi, o c’è chi ha le carte in regola o altrimenti anche no. Certo per gli uomini il potere è scontato, mentre nelle donne spesso genera paura. Non alzano ancora la mano per dire ‘io ci sono’ ”.
Ma secondo lei nel PD c’è una questione di genere da affrontare?
“In realtà non c’è un veto, ma sono ancora poche le forze al femminile. Ci sono donne competenti che magari salteranno fuori: che facciano più fatica è evidente, ma il potere bisogna prenderselo, avere un pizzico di aggressività e non temere di sbagliare. Gli uomini prendono delle sonore cantonate, ma per loro non è un problema. Perché deve esserlo per una donna?”.
Da politologa, cosa consiglia al suo partito, di qui alle Comunali? Ritiene utili le primarie interne?
“È prematuro parlare adesso di primarie del PD. Certo consiglio di non cedere ai micro posizionamenti, di marciare uniti.
A Bologna il PD ha dato ottimi risultati, nelle ultime due tornate elettorali.
“Indubbiamente, e questa sfida è una gran bella occasione per la città. Sarà un periodo fervido e interessante, perché possiamo combinare il superamento dell’emergenza con l’innovazione e i progetti di welfare, per anziani e giovani. Certo non bisogna dare nulla per scontato, la destra potrebbe proporre un civico moderato che piace, ha capito la lezione delle Regionali”.
Quando torna si dedica anche alle iniziative della circoscrizione che l’ha eletta. Vita faticosa.
“Prendo l’aereo il lunedì o martedì, ritorno il venerdì, me lo sono imposta per tornare dalla famiglia, dai figli”.
Ma Sofia e Giacomo, anche se non la vedono sempre di persona, basta che accendano la tv.
“Ah no, per quello posso assicurare che cambiano canale, quando vado in onda. Ma poi adesso il maschio fa le scuole medie e ha in mente solo il pallone, la grande fa il Galvani ed è spesso fuori, impegnata socialmente, comincia ad interessarsi ad alcune manifestazioni, Sardine comprese. Poca tv, insomma”.
Si sente una donna multitasking?
“Beh, sì. Cerco di fare tutto e bene. Spesso ci riesco, eh”.
Ma lei cosa sognava di fare, quando era bambina?
“Volevo lavorare all’università, studiare le lingue e uscire dal recinto locale. Ho fatto numerose esperienze all’estero fin da giovane, e al Parlamento Europeo sto benissimo. Ma questo mica l’avevo previsto”.
Elisabetta giusto portare avanti il lavoro degli aiuti Europei a causa del Covid-19, ora è la priorità assoluta e stai facendo bene, dici che un’anno in politica è lungo? Ok ma per Bologna le comunali restano sempre di grande valore e spessore, dopo la spettacolare vittoria alla Regione sarebbe un’accoppiata di grade significato, e tu potresti incarnare l’essenza del’impegno, della conoscenza e della serietà, ciao Elio