C’è chi crede all’innocenza dei fascisti dei Nar, seppure condannati per la strage alla stazione. Avessero almeno il rispetto dei famigliari delle vittime: consentire loro di manifestare proprio il 2 agosto significa farsi beffe di chi piange quei morti. Nella piazza concessa agli innocentisti si sono radunati invece un centinaio di inermi di XM24 o di Làbas. Dai candidati sindaco, bastardi o meno, non si è sentito nulla. E nemmeno dal sindaco
di Beppe Ramina, giornalista
Caro direttore,
il 2 agosto del 1980 sentii il botto e corsi in stazione. Diedi una mano, tra le altre e tra gli altri, e a sera dettai l’articolo per il giornale al quale collaboravo, Lotta Continua. “È stata una bomba”.
Di quel giorno mi è rimasto il ricordo dell’autobus 37. I finestrini coperti da lenzuola bianche, l’autobus adibito al trasporto dei resti dei morti, ben diversi da quelli ai quali siamo soliti rendere omaggio, composti nella bara. Quei corpi a pezzi, sfibrati, polverizzati.
Ne vidi altri di corpi così, la notte del 23 dicembre del 1984 a San Benedetto Val di Sambro – allora collaboravo con Radio Città – estratti dal tunnel all’interno del quale era stata fatta esplodere una bomba in un vagone (furono 16 i morti). Ed era già la seconda volta, perché un’altra bomba, che causò 12 vittime, era stata fatta esplodere dieci anni prima, il 4 agosto del 1974, al passaggio del treno Italicus nella stazione di San Benedetto Val di Sambro.
Stragi diverse, contesti differenti e legati alle mie e nostre viscere, così come l’uccisione, da parte di un carabiniere, di Francesco Lorusso nel marzo del 1977.
Degli 85 morti e 200 feriti causati dalla bomba alla stazione molto si sa e molto ancora deve essere chiarito, ma come esecutori sono già stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, mentre per concorso in strage è stato condannato in primo grado Gilberto Cavallini. Tutti si proclamano innocenti.
Il curriculum di Mambro e Fioravanti si compone complessivamente di 11 omicidi, alcuni precedenti e altri successivi alla strage di Bologna.
Gli innocentisti sostengono che furono assassini, ma non stragisti. Non è così: il 9 gennaio del 1979, Fioravanti e altri assaltarono la sede di Radio Città Futura a Roma dov’era in corso una trasmissione condotta da un gruppo femminista. Appiccarono fuoco ai locali e ferirono quattro donne a raffiche di mitra. Nel giugno del 1979 Fioravanti guidò l’assalto a una sezione romana del Partito Comunista lanciando due bombe a mano e sparando diversi colpi d’arma da fuoco. I feriti furono 25.
Stragisti in erba, stragisti in fase di rodaggio.
Nonostante tutto questo, comprendo che ci sia chi è convinto della loro innocenza, ma chi lo crede ha il dovere di farlo con rispetto per i familiari delle vittime e per la città.
Al contrario, il 2 agosto di quest’anno in 40 città italiane gruppi fascisti, col beneplacito della autorità statali, hanno manifestato a favore di Mambro, Fioravanti, Ciavardini, Cavallini. A Bologna il raduno si sarebbe dovuto tenere in piazza Carducci. Consentire che queste manifestazioni si tenessero il 2 agosto significa farsi beffe dei sentimenti dei famigliari delle vittime e, nel nostro caso, di una intera città.
Oltretutto, le stesse autorità avevano incomprensibilmente negato ai familiari delle vittime di poter tenere il consueto corteo da piazza del Nettuno al piazzale della stazione.
Quella di piazza Carducci era dunque una evidentissima provocazione, uno schiaffo alla città e una vergogna per chi non si è mosso per evitarlo. Avrei voluto vedere in quella piazza, dove ci siamo radunati in un centinaio, inermi e pacifici, ma non pacificati, i presenzialisti e le presenzialiste che si candidano al ruolo di sindaco. O, se non partecipi, avrei voluto sentire almeno la loro voce, bastarda o no che fosse, esprimere sdegno. In particolare avrei voluto sentire quella del sindaco, dal tono tanto grave quando indica nelle attiviste e negli attivisti dell’XM24 i reprobi e delinquenti da perseguire, mentre in questa occasione ha taciuto.
In piazza Carducci, tra quel centinaio di persone che eravamo, alle quali la polizia aveva detto di sgomberare per dare spazio ai negazionisti, la gran parte proveniva dalle esperienze di XM24, di Làbas, di altri centri sociali autogestiti. Le stesse persone che hanno animato, con rispetto e più numerose, il corteo del mattino dal Sacrario del Nettuno a piazza Medaglie d’Oro: è stato loro, nostro, il lungo e commosso applauso che ha fatto seguito al fischio della locomotiva alle 10.25 che sarebbe altrimenti risuonato in stazione in un surreale deserto. Anche in questa occasione, non pervenuti e non pervenute habituée dalla dichiarazione facile.
Povera città quella nella quale tocca ai reprobi, ai delinquenti, ai refrattari cercare di tenerne alto l’onore.
Sottoscrivo. Assurdo autorizzare la “contromanifestazione” dei negazionisti. E imbarazzante, molto imbarazzante, il silenzio del sindaco. Grazie ai ragazzi di XM24, di Làbas e di altri collettivi per aver salvaguardato la memoria del 2 agosto, tenendo alta la bandiera antifascista della città di Bologna.
Calma un momento!
Prima premessa: non ho nessuna, nessunissima,simpatia per i trucidi che il 2 Agosto volevano fare una contromanifestazione in piazza Carducci. E mi chiedo con quale criterio la loro richiesta sia stata esaudita, visto che la motivazione contrastava politicamente e logicamente con le ragioni del Comitato dei parenti delle vittime, Comitato impegnato a celebrare il 40’ anniversario della strage fascista.
Ma non ho nemmeno simpatia per i collettivi XM24 o Labas che non perdono occasione per far mostra della loro predilezione per la provocazione.
Ecco: essi hanno voluto smarcarsi dal programma deciso dalle autorità e sono andati in piazza Medaglie d’Oro. Bravissimi! ma non erano i soli! anch’io ero lì, c’ ero andata a piedi, da sola, e lì ho trovato tante persone e amici che, come me, avevano seguito il vecchio itinerario.
Finora il Comitato dei parenti delle vittime ha saputo difendere la sua dignitosa autonomia da ogni ingerenza. Lo ha fatto anche quest’ anno, perché il rispetto delle norme sanitarie non è un cedimento.
Ciao Sandra Festi, mi piacerebbe capire meglio cosa intendi con ” i collettivi XM24 o Labas che non perdono occasione per far mostra della loro predilezione per la provocazione”
Cara Sandra,
Un solo commento in questi giorni mi ha veramente convinto sui fatti del quarantesimo anniversario della strage dell’80:
“L’anniversario dei cittadini lasciati soli”.