L’appuntamento con il proiettore fa parte dell’identità di questa città, è un patrimonio imperdibile, un’idea che ha trovato un territorio capace di pensare in grande e di realizzare un qualcosa di cui spesso non si comprende fino in fondo la portata. Basti pensare a quanti capolavori sono stati restaurati e offerti al pubblico grazie al lavoro della Cineteca.
di Cristian Tracà, docente
Follia visionaria, possibile solo in qualche discorso strampalato a fine serata in osteria, in pieno inverno, con la nebbia così fitta che ti impedisce di vedere ad un passo e ti costringe ad immaginare l’infinito e oltre (come la siepe leopardiana). È l’impossibilità di vedere oltre qualche centimetro che rende questa regione così immaginifica? Il cinema in Piazza Maggiore l’ha raccontato così Stefano Accorsi, ambasciatore per le bellezze emiliano-romagnole, in un monologo riflessione scritto in collaborazione con lo sceneggiatore Fabio Bonifacci, mentre introduceva insieme a Gianluca Farinelli la chicca cinematografica della serata dedicata a Steve McQueen.
Chi avrebbe mai pensato che un giorno un film d’autore muto e in bianco e nero potesse creare una lanterna magica con sottofondo orchestrale, con tanto di risse tra cittadini per accaparrarsi un posto onde evitare il rischio di doversi accomodare per terra in via D’Azeglio per vederlo? Film che nella battuta da bar erano sdoganati come punizioni più che come gioie (e il pensiero non può non correre alla pazzesca Corazzata Potemkin), sul Crescentone sono diventati oggetti di culto, con maratone fino a notte inoltrata.
Il Covid aveva messo tutto in discussione, anche se l’estate bolognese era impensabile senza quello schermo. Ho sentito in prima persona alcune coppie in questi anni modellare le proprie vacanze e gite al mare in base al programma del festival“Sotto le stelle”. L’appuntamento con il proiettore fa parte dell’identità di questa città, è un patrimonio imperdibile, un’idea che ha trovato un territorio capace di pensare in grande e di realizzare un qualcosa di cui spesso non si comprende fino in fondo la portata. Basti pensare a quanti capolavori sono stati restaurati e offerti al pubblico grazie al lavoro della Cineteca.
Dopo qualche legittimo timore, per fortuna si è avuto il coraggio di osare con un’organizzazione eccellente di prenotazione e distanziamento, con un recupero last minute dei posti prenotati e non occupati. In questa Regione quando si vuole davvero si è capaci di non lasciare ma di raddoppiare, con una bellissima sperimentazione di proiezione multipla che ogni sera porta centinaia di persone alla Barcarena, realizzando l’idea del policentrismo culturale, che è una prospettiva sicuramente da esplorare a fondo e sempre di più per il futuro della città.
Proprio questa scelta, premiata dall’opinione pubblica, oggi ci chiede uno slancio in avanti nel folle volo dell’immaginazione: lavoriamo affinché la rete pubblica e privata che permette la realizzazione del cinema si espanda e riesca a raggiungere altri spazi e altre piazze, cucendo quel progetto di centri civici e culturali diffusi che è stato uno dei punti programmatici più interessati del programma che ha portato alla rielezione di Virginio Merola.
Quanti cittadini erano mai stati di sera alla Barca e al suo bellissimo Centro Sportivo prima di questa occasione? È un indubbio arricchimento per la città, favorisce la conoscenza dei luoghi, avvicina le proposte, limita la solitudine di chi non si sente coinvolto dalla vita del centro. Ci allarghiamo troppo se pensiamo ad uno schermo per ogni quartiere, a una Bologna città del cinema, sempre di più e sempre meglio?
Gli emiliano-romagnoli sono quei cittadini che riescono a far diventare meta di turismo balneare internazionale persino alcune spiagge col mare color cappuccino- dice sempre Accorsi in quelle sue righe. In questa Regione sognare in grande è possibile.
Photo credits: Emanuele Rosso (CC BY-NC-ND 2.0)