Fugg’ da Foggg’, le sole 5g che funzionano in certe aree del paese

Non serve invece scappare da San Lazzaro o da Bologna per connettersi alla rete, magari problemi analoghi però esistono in Appennino. Forse un dibattito franco sul tema della nuova tecnologia di rete mobile risulterebbe politicamente e culturalmente più utile di certe scelte calate dall’alto usando come argomento la salute dei cittadini

di Pier Francesco Di Biase, studente


Mentre da un balcone affacciato sugli sterminati e meravigliosi campi di Daunia leggo gli interventi di Michele Pompei e Gabriele Via su Cantiere Bologna, non posso fare a meno di ripensare ad una conversazione avuta un paio di giorni fa con uno dei tanti figli del Meridione emigrati al Nord per lavorare.

Si parlava in sostanza di smart working e di come in luoghi quali Sant’Agata di Puglia, da dove scrivo, l’accesso al magico mondo di internet rappresenti ancora oggi l’eccezione più che la regola e del fatto che, anche nei casi più virtuosi, restino molto alte le probabilità di rimanere imbrigliati in processi lenti e “poco lineari”.

Il paese è infatti dotato di ben due antenne per la diffusione della rete, a cui però è possibile accedere soltanto registrandosi in presenza presso l’apposito sportello comunale, in determinati giorni e a determinati orari… La tecnologia in Italia sarà pure claudicante, ma la burocrazia in compenso (s)foggia il solito invidiabile fisico da maratoneta.

E dunque giusto che da noi a Bologna si discuta dell’opportunità o meno di installare nuove infrastrutture per utilizzare tecnologia di ultima generazione, ma senza dimenticare mai, come giustamente sottolineato da Via, che il principale obiettivo di una politica tecnologica che voglia dirsi equa dovrebbe essere la garanzia di servizio per tutti i cittadini. Il 5G è in grado di colmare le differenze che già ci sono tra le varie aree del Paese o rischia invece di aumentarle ancora di più?

Forse un dibattito franco su questo tema risulterebbe politicamente e culturalmente più utile di certe scelte calate dall’alto usando come argomento la salute dei cittadini. Salute che del resto è argomento controverso, come è bene che sia un argomento scientifico e come di recente è stato plasticamente dimostrato anche dall’evoluzione della pandemia di Covid19.

Dice bene Via (cui chiedo di perdonarmi la grezza parafrasi del suo pensiero), una nuova invenzione non necessariamente è una buona invenzione, ed è dunque sempre meglio tenerne insieme i pregi e i difetti. A patto però che non si finisca per rimanere immobili. È opinione diffusa tra molti storici che l’utilizzo a fini pratici di macchinari a vapore nell’antica Grecia sia stato bloccato dalla considerazione che questi avrebbero velocemente soppiantato la manodopera umana, mettendo in crisi il sistema schiavista su cui si basava l’economia mediterranea. A posteriori, dovremmo ammettere che non fu proprio una grande idea…


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