Dopo le assurde richieste di dimissioni, giova ricordare che nel post dell’assessore non era presente alcuna offesa né tanto meno alcuno sgarbo evidente. A meno di non considerare tale il libero pensiero di un essere umano (e quello di tanti altri). Il Pd, anziché pretendere chiarezza sul ricovero, si è accodato persino alla Lega. Sembra che a sinistra non sia rimasto nulla se non farsi la croce, sperando nella giustizia divina, come se ci fosse solo quella
di Andrea Femia, digital strategist
La premessa obbligatoria è che a chi scrive non importa assolutamente nulla di correnti e correntine dentro il Pd. Tutt’altro. Penso (torno alla prima singolare per evitare Tso) che nella storia dell’umanità, dopo le piaghe d’Egitto vengano le correnti del Pd. Questo per evitare qualsivoglia equivoco. Si parla dei fatti.
Claudio Mazzanti scrive un post su Facebook nel quale, venuto fuori che Flavio Briatore si trova al San Raffaele, ricoverato positivo al tampone per Covid-19, parla di giustizia divina perché lo stesso imprenditore, dopo averci distrutto i maroni su quanto questa storia del Coronavirus fosse una buffonata, versava nella condizione in cui si doveva trovare a spiegare il perché non solo lui, ma decine di suoi dipendenti sono affetti dal virus. E che magari, dopo tutto questo, la giustizia divina gli imporrà di tenere i toni leggermente più bassi quando ci sarà nuovamente da pontificare a tal riguardo.
Cosa che, diciamocelo serenamente, non è né offensiva né tanto meno grave. Lo pensa più o meno la metà del popolo italiano, per dire poco. Non gli ha augurato di stare male, non lo ha offeso, non ha scritto nulla se non quello che passa per la testa di tantissime persone.
Il guaio, diciamola tutta, è che un personaggio come Briatore, e tanti suoi simili, siano chiamati a creare opinione in un modo totalmente sregolato rispetto all’argomento. Per mesi abbiamo sentito su tutti i media, vogliosi di caos, le parole di chi non poteva sostenere la terribile onta del dover provare a evitare un dilagare di una dannata pandemia, perché è bene ricordare che è ciò di cui stiamo parlando.
Quelle stesse parole di svergognato sfottò, ripetute e straripetute non potevano non generare un disastroso marchingegno opinionistico per cui, tutto sommato, la parola di chi si spacca la schiena 24 ore su 24 in ospedale è tanto valida quanto quella del titolare di una discoteca per ricchi (sì, la mia è invidia sociale, ma non credo sia un peccato mortale).
E allora il Pd?
Il Partito Democratico poteva pretendere chiarezza sulla vicenda del ricovero di Briatore, incapace di prevenire un focolaio nel suo regno, trattato come un re con la prostatite mentre il suo barman staziona in terapia intensiva nell’ospedale di noialtri, anime meno abbienti.
Poteva trovare questo segnale come sconvolgente e disgustoso, degno di sdegno, in un Paese che l’uguaglianza dei cittadini la sancisce nella Costituzione che viene citata e difesa solo quando non funge da fastidio.
No, ovviamente il Partito Democratico (o meglio, taluni esponenti), hanno meglio pensato di invitare alle dimissioni Claudio Mazzanti. Come gli esponenti di Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia.
Per un post su Facebook. Un post nel quale, vale la pena ribadirlo, non c’è l’accenno di una sola offesa.
Non riesco a capacitarmi di come, a sinistra, si possa scendere in abissi di depressione ancora inesplorata. Ma capita sovente che, prima ancora di riuscire a capire di che colore sia l’abisso, questo trovi il modo di farsi più oscuro, si sentano digrignare i denti del mostro, e rimane nulla se non farsi la croce, sperando nella giustizia divina.
C’è rimasta solo quella. Il che è tutto dire.
Chi può definire una malattia giusta? Chi può auspicarla come conseguenza di comportamenti sbagliati? Credo che Mazzanti, nella forma sincopata del tweet, intendesse che la malattia di chi sottovaluta la prevenzione debba essere di monito, ma non credo certo che la cosa lo rallegrasse.