Cinema ritrovato, la stupenda cartolina da Bologna che la destra non spedisce

La politica davanti a questa meraviglia dovrebbe trasversalmente promuovere chi lavora al Festival. Con la Cultura si mangia, checché ne dicano quelli che guardano alla Nazione invocando solo misure drastiche. Il sindaco ha dato la Turrita d’Argento a questa eccellenza mondiale. Sulla pagina ufficiale di Lucia Borgonzoni, che ebbe l’onore di occuparsi di Cultura al ministero, dei film in piazza non c’è traccia: solo immagini di degrado, il nulla come nei profili social dei suoi alleati

di Cristian Tracà, docente


Il Festival del Cinema Ritrovato, nella sua inedita collocazione agostana, ancora una volta sta facendo girare immagini stupende di Bologna. Cartoline da Piazza Maggiore con volti celebri della storia del cinema che si stagliano tra il cielo stellato e le bellissime facciate del cuore della città. Per le strade del centro è un formicolio di gente che entra ed esce dalle sale, va a mangiare nei ristoranti e nei bar tra le pause, con la targhetta dell’accredito e la sportina di cotone della kermesse. In Via Azzo Gardino quel clima un po’ vintage e un po’ bohémien con gli spazi pedonali vivi e le rastrelliere delle bici piene. Un’atmosfera bella e possibile, un laboratorio sostenibile di vita culturale.

E poi c’è la rarità, l’orchestra, il documentario che non ti aspetti, la bella pellicola iraniana degli anni Settanta censurata e dimenticata, riportata in vita e ricostruita dalla Cineteca, che agli occhi del pubblico internazionale diventa una gioia con quei colori che recuperano la bellezza dell’artigianato e delle stoffe orientali. In religioso silenzio si rispettano i riti del distanziamento e della prevenzione, mentre in molte sale della città si alternano presentazioni di critici, collegamenti video di attori internazionali che ringraziano la città e la Cineteca per questa straordinaria occasione di respiro per la cultura.

Martin Scorsese e Isabelle Huppert, per dirne due, ma soprattutto tutte le collaborazioni con le cineteche e i centri di restauro di tutto il mondo. Le pellicole che tanto ci fanno sognare hanno in realtà un corpo che va curato e in via Riva Reno ogni giorno decine di persone proteggono quest’arte dall’oblio. La cultura che diventa lavoro e che crea lavoro, in uno dei circuiti maggiori di produzione di valore autentico.

La politica davanti a una meraviglia di questo tipo dovrebbe trasversalmente ringraziare chi lavora al Festival e ai restauri, lucidare questo gioiellino e proteggerlo. Visto il ritorno d’immagine per la città e l’indotto che si crea, sarebbe da folli non propagare questo patrimonio. Questo è un caso eclatante di cultura che distribuisce e arricchisce, che crea un circuito positivo attorno a uno spazio fisico e immaginario come quello del cinema.

Virginio Merola, a nome della città, ha voluto riconoscere questa straordinaria eccellenza cittadina con il premio della Turrita d’Argento. Ti aspetteresti dei post entusiasti anche di Lucia Borgonzoni, però. Per qualche periodo aveva avuto l’onore di occuparsi di cultura al Ministero, ha corso per guidare il Comune e la Regione. Ricordiamo tutti le promesse di valorizzare il territorio, le specificità, le bellezze della città. Sul Festival nulla. Sulla sua pagina ufficiale troviamo più che altro video e scritte sull’immigrazione collegata al degrado, legati ai casi rilanciati quotidianamente dalle tribune reazionarie italiane. Paura e misure drastiche, immagini di decadenza, sguardo proiettato alla Nazione.

Anche gli altri colleghi delle varie anime della destra felsinea si occupano di altro. Nessun cenno a questa forma di imprenditorialità, a questa eccellenza. C’è spazio persino per guardare tra le pieghe dei Pof delle scuole dell’anno scorso per scovare il progetto pericoloso per l’integrità educativa dei bambini. Immigrazione sempre trending topic, con qualche sprazzo di lotta agli autovelox, sarcasmo sulle ciclabili e sui monopattini, ricami su Rampini e sulla sua ormai leggendaria paura alla stazione di Bologna.

Non dovrebbe essere infatti interesse elettorale, mentre non può bastare come alibi la tradizione progressista o di sinistra della platea cinéphile, e non si può nemmeno ridurre questo risultato a un circuito di nicchia, a una repubblica aristocratica dell’immagine. Neanche la data prossima delle Comunali può giustificare questa indifferenza. Alle urne ognuno si giocherà le proprie carte. E non è mica da questi particolari che possiamo giudicare i giocatori… O no?

Coraggio, altruismo e fantasia disegnano idee di città, creano una visione, danno l’entusiasmo di essere cittadini aperti e fiduciosi.

Photo credits: Ugeorge (CC BY-SA 4.0)


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