I farmaci utili nelle terapie per le persone trans devono essere gratuiti. Grazie ad un accordo tra Emilia-Romagna e Aifa – esteso in seguito a tutto il territorio italiano – si sancisce un principio giusto e rivoluzionario. Ed è davvero deprimente leggere reazioni negative di gente che non trova di meglio da fare se non dimostrarsi umanamente misera
di Andrea Femia, digital strategist
Di tanto in tanto c’è da levarsi il cappello di fronte alla straordinaria capacità del progresso di affermarsi per mezzo di persone abili a comprendere le urgenze di un mondo sempre più stratificato e, perché no, magari sempre più difficile da interpretare. L’evoluzione delle tecnologie in ambito medico, da questo punto di vista, ha reso possibili scenari che erano inimmaginabili fino ad epoche storiche per noi tutto sommato recenti.
Uno degli argomenti di conversazione universale è quello che riguarda le persone transgender. La loro condizione, le loro eventuali difficoltà, l’incapacità della stessa lingua che si parla di trovare soluzioni che siano inclusive, fino ad arrivare a diritti e urgenze più essenziali, come la famiglia e la tutela della salute. Si parla sempre molto di ciò che in realtà si conosce poco.
Il mondo si muove più velocemente rispetto a quanto molti vorrebbero. Non conoscere abbastanza una realtà può portare alla pur logica, benché deprimente, conseguenza di porsi in uno stato difensivo. Molto spesso, quando non si è in grado di aprirsi a ciò che non si conosce, l’unica arma in dote all’essere umano è quella dell’attacco come miglior difesa, specialmente se ci si riconosce in un branco. La paura per ciò che non si conosce è, purtroppo, una caratterista tremendamente radicata nella nostra specie.
Ora, tutto questo razionalissimo cercare di comprendere va bene eh, però basta.
Anche perché si scontra con una rosicata pazzesca che accompagna quelle manifestazioni di odio molesto da parte di persone che pure hanno avuto gli strumenti per emanciparsi e leggere il mondo con occhi diversi ma hanno scelto di ragionare seguendo quella nocciolina che si ritrovano in testa e che si spaccia per neurone.
Il fatto di solito si enuncia in cima ma troverete il modo di perdonarmi. La Regione Emilia-Romagna ha reso orgoglio al concetto stesso di istituzione e al suo territorio stabilendo un principio sacrosanto e progressista: i farmaci utili nelle terapie ormonali per transgender devono essere gratuiti. Grazie a un accordo con l’Aifa, che a seguito di quest’esperienza porta immediatamente questo principio su tutto il territorio italiano, si sancisce un principio giusto e rivoluzionario. Ed è davvero deprimente leggere alcune reazioni di chi non trova di meglio da fare se non menarsi nel benaltrismo.
Li avrete letti anche voi. Per ogni commento entusiasta ce n’era un altro che suonava più o meno così:
“Esistevano ben altre priorità”. “Ci sono ben altre situazioni clinicamente più rilevanti che avrebbero meritato l’attenzione”. “E allora il cancro?”.
Lo Stato nel quale viviamo prevede una categoria infinita di farmaci di fascia A gratuiti, ovvero – più precisamente – rimborsabili. Qui l’enorme lista: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/elenco-medicinali-di-fascia-e-h
Ciò che davvero infastidisce, però, è proprio quell’atteggiamento tipico di chi non riesce a non gioire per delle persone che, ad esempio, potranno evitare di finire per essere operate – quando non lo trovassero utile – per concedersi il diritto di vivere nel corpo che sentono proprio. Ciò che infastidisce è l’urgenza di gridare allo scandalo quando l’istante è così bello, così rilevante e così di sollievo per noi tutti. Poiché quando una persona si avvicina a limitare le proprie sofferenze ne gioviamo tutti.
Viviamo un momento di straordinaria novità, in cui la parola Transgender viene accostata a un diritto conquistato. E i diritti conquistati, specialmente quelli che affievoliscono situazioni di difficoltà, andrebbero festeggiati e non osteggiati o sbeffeggiati.
Meriterebbero un capitolo a parte quelli che ritengono che i diritti civili si contrappongano ai diritti sociali. Quando salgono gli uni diminuiscono gli altri e viceversa. Ne parleremo più approfonditamente, è una cretinata che si sente anche a sinistra ma raramente si può trovare un’affermazione più idiota e priva di dati a supporto. (Basti pensare che il diritto al divorzio viene conquistato nello stesso identico anno dell’approvazione dello statuto dei lavoratori.)
Chiuderei con le parole di Ben Harper, ché spesso nell’arte si nascondono le soluzioni più semplici.
[My choice is what I choose to do
And if I’m causing no harm
It shouldn’t bother you
Your choice is who you choose to be
And if you’re causin’ no harm
Then you’re alright with me]
[La mia scelta è quello che scelgo di fare e, se non causo dolore, non dovrebbe importarti
La tua scelta è chi scegli di essere e, se non causi dolore, allora sei a posto per me]