L’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro dell’industria musicale è troppo spesso lasciato al caso, alla fortuna del singolo di incontrare sulla propria strada qualcuno del settore disposto a trasmettergli i “ferri del mestiere”. È per questi ragazzi che l’Università di Bologna ha immaginato un percorso di studi ad hoc, con il Master in produzione e promozione della musica
di Anna Scalfaro, professoressa associata in Musicologia e Storia della musica – Università di Bologna
La città di Bologna si contraddistingue da tempo per un’offerta ricca, variegata e multiforme di attività musicali, per una realtà produttiva vivace e altamente qualificata – case discografiche, agenzie di management, istituzioni concertistiche – che attrae molti giovani laureati, desiderosi di entrare nel mondo del business musicale per apportarvi un contributo utile e innovativo.
L’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro dell’industria musicale, tuttavia, è troppo spesso lasciato al caso, alla fortuna del singolo di incontrare sulla propria strada qualcuno del settore disposto a trasmettergli i “ferri del mestiere”, in modi e forme da inventare di volta in volta. È quanto mai essenziale dunque, soprattutto in una città come Bologna, costruire percorsi di formazione strutturati, che consentano al talento di ciascun giovane motivato di venir fuori e di essere correttamente indirizzato: percorsi adeguati che siano il frutto di un proficuo dialogo e di una concreta collaborazione tra la sede deputata a formare, l’Università, le altre istituzioni cittadine, le aziende e le imprese.
L’idea di un Master in produzione e promozione della musica, di recente attivato dall’Università di Bologna, nasce proprio dalla forte convinzione della necessità di una formazione post-laurea per l’acquisizione di competenze professionali, spendibili sul piano dell’industria e del mercato musicali. Ideato e realizzato da un gruppo di docenti del Dipartimento delle Arti, sede del corso di laurea DAMS, il Master offre dieci insegnamenti su materie teoriche essenziali organizzati in tre macro aree (media-comunicazione, economia-normativa, sociologia-storia), otto laboratori tecnico-pratici affidati a esperti del settore, nonché una serie di incontri, nominati “case-history”, nei quali i professionisti delle aziende bolognesi coinvolte nel progetto illustreranno agli studenti la propria esperienza e le strategie adottate in specifiche situazioni lavorative.
Le “case-history” diverranno anche occasione per i professionisti di conoscere gli allievi e indirizzarli verso il tipo di tirocinio più adeguato sulla base dei loro interessi e delle attitudini dimostrate. Alla base vi è la consapevolezza che la costruzione di percorsi di tirocinio rigorosi e strutturati è ciò che fa di un master un’esperienza produttiva, efficace e arricchente sul piano formativo.
Dal dialogo che durante la fase ideativa del master abbiamo instaurato con i principali attori della scena musicale bolognese, è emersa a gran voce un’esigenza comune: quella di “fare rete”, di coordinarsi maggiormente, soprattutto in un momento storico come l’attuale, in cui la pandemia mette a serio rischio la sopravvivenza di tante realtà artistico-musicali.
Riteniamo dunque indispensabile far sì che attorno al master si costruiscano occasioni di incontro – presentazioni, tavole rotonde, workshop – aperti alla cittadinanza, in cui docenti universitari, esperti dei vari settori, dirigenti di azienda, ed esponenti delle istituzioni cittadine dialoghino sui temi della formazione nell’ambito del business musicale e sulle nuove strategie da impiegare per il futuro.
Che proprio in questo momento l’Università di Bologna avvii il master in produzione e promozione della musica speriamo possa essere un segnale di buon auspicio per l’intera città.