Cuppi: spero in una coalizione unita e larga

Per la presidente del Pd e sindaca di Marzabotto occorre lavorare per allargarla. Le primarie di partito solo se saranno proprio indispensabili

di Barbara Beghelli, giornalista


Docente (precaria) di storia e filosofia alle prese col mondo delle supplenze, sindaca di Marzabotto, presidente del PD. Valentina Cuppi, classe 1983, triangola fra tre mondi diversi, in realtà non così lontani. Ha un figlio di tre anni, Santiago, nome di battaglia di Italo Calvino e un compagno, il papà di suo figlio: “il mio moroso”, dice, con cui sta “da una vita”.

Cuppi ha vinto le Comunali dello scorso anno guidando un’alleanza civica di centrosinistra, dopo una decennale esperienza nell’amministrazione, prima come consigliera con delega alla Pace e alla Memoria, quindi come vicesindaca e assessora a Cultura e Turismo. Voluta alla presidenza del PD da Nicola Zingaretti, con le due vice Anna Ascani e Debora Serracchiani fa sì che per la prima volta al vertice del partito ci siano tre donne.

Oggi la sindaca è un po’ arrabbiata. A giorni ci sarà il ‘concorsone’ per i docenti con più annualità di servizio che concorrono per il ruolo, e a seguire la procedura per i giovani che vogliono iniziare a insegnare nell’infanzia, nella primaria e nella secondaria. Un “caos calmo”.

Cosa non va?

“Ci sono pochi concorsi nella scuola e una mancanza cronica di docenti, di assegnazione di cattedre. Ogni volta si pone la toppa, ma mai un piano che guardi sia all’aspetto strutturale che al resto per arrivare a programmare un piano di assunzioni che sia una risposta ai numeri reali dei precari in graduatoria”.

Ci hanno provato in molti, in questi ultimi 40 anni, a riformare la galassia scuola.

“Eh sì, in un recente passato, per esempio, la ‘Buona Scuola’ una cosa positiva l’aveva ideata: l’organico aggiuntivo. Poi é stato gestito male. Perché le persone in più invece che fare le supplenze facevano i tappabuchi”.

Presidente, lei va spesso a Roma?

“Il mio incarico ha coinciso con l’inizio del Covid, periodo sfortunato, visto che fino a maggio non ci si è potuti muovere. Alcuni giornali tipo ‘Libero’ mi hanno attaccata, accusandomi di ‘assenteismo’, ma in un momento di emergenza ci sono delle priorità, come sindaca e come madre. Approfitto per dire che dovrebbe esistere un tempo di conciliazione e che si deve sempre fare un grande piano cultural-sociale in questo senso. Non a caso stiamo organizzando come Pd nazionale “Women New Deal”, un grande patto per la ripartenza che metta al centro l’esperienza e il protagonismo delle donne per il futuro del Paese, e che cambi anche le condivisioni della cura. Il carico di lavoro dentro e fuori casa è determinante, e ancora oggi spesso i datori o le datrici di lavoro ti chiedono se intendi avere figli. Il congedo di paternità fino a tre mesi è un nostro obiettivo”.

Come sta, in questo periodo, il PD?

“Mi sembra che sia andata bene, alle Regionali e anche ai ballottaggi delle Comunali. Ora dobbiamo agire per tornare ad ‘allargarlo’, ma non guardando ai nomi quanto alle persone, alle idee, ai programmi. L’importante è avere una grande forza di centrosinistra, inclusiva”.

Bologna al voto a maggio: velleità e veleni: meglio una donna?

“Spero non ci si divida, come partito è importante essere uniti, quindi mi auguro che anche la sinistra rientri in questo discorso per arrivare così ad una coalizione larga, in cui rientri anche Coalizione Civica. C’è tempo, ma si deve riuscire ad esprimere un candidato/a”.

Lei ha preferenze?

“Sinceramente c’è stato un lavoro grande come non mai sul turismo, in questi anni, che sarebbe un peccato perdere. La prospettiva economica e culturale-ambientale, una continuità su quanto è stato fatto finora, per noi dei comuni appenninici è importante”.

È d’accordo sulle primarie interne al PD per la scelta del candidato sindaco?

“Cerchiamo intanto di capire se si faranno, poi vediamo. Se si opterà per i gazebo bisognerà anche fare i conti con l’epidemia, ma una maniera si può trovare, se proprio dovessero risultare indispensabili”.

Come vede il mondo femminile?

“Occorre sgambettare ancora molto per farsi valere, visto che la situazione è bloccata, anche all’interno del PD. Abbiamo un grandissimo lavoro da fare, tutte insieme e non solo alle elezioni, dove anche all’ultima tornata erano quasi tutti candidati uomini. Le donne devono far sentire la loro voce, sempre. E giocare in squadra, se vogliono davvero ottenere qualcosa che possa essere di giovamento a tutte, senza distinzione di età”.


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