Muzic: una coalizione larga è un valore irrinunciabile

Le primarie vanno bene purché non diventino una gara fra i fan club dei candidati

di Barbara Beghelli, giornalista


È stato un inizio di mandato del tutto particolare quello della giovane sindaca piddina di Argelato, Claudia Muzic. Immediatamente dopo le elezioni, che ha vinto l’anno scorso con una coalizione di centrosinistra ottenendo il 65,43%, è stata impegnata a gestire la prima fase di risarcimento per i cittadini colpiti dall’alluvione, quando il Reno è esondato a Castel Maggiore, allagando buona parte del suo comune. A gennaio l’amministrazione è riuscita a liquidare la prima parte dei danni, cui dovrà seguire una seconda e più consistente tranche, poi è arrivato il Covid a stravolgere i piani. Ma la sindaca di 37 anni, da dieci compagna di Matteo Meogrossi, coordinatore della segreteria Pd di Bologna, e mamma per la seconda volta a settembre, non è una ragazza che si scoraggia facilmente. Un po’ per carattere, un po’ per formazione.

Sindaca, con i livelli del Reno siamo a posto?

“Abbiamo fatto l’innalzamento dell’argine a luglio, a Malacappa, dove straripò. Settantamila euro investiti per un lavoro fondamentale: così sono stati ripristinati”.

Fare la sindaca è rischioso da queste parti, soprattutto quando piove.

“La piena del Reno mi ha tenuta in allenamento, non c’è dubbio. Ironia a parte, anche per via del Covid sono stati mesi complicati, per la gestione di una fase emergenziale, ma i miei concittadini sono stati piuttosto bravi: hanno osservato le regole e insieme abbiamo messo in campo una rete assistenziale per le persone in quarantena e positive, anche grazie alla protezione civile. Come amministrazione pubblica abbiamo ripensato ai servizi, tra un aumento inevitabile dei costi per il Comune che ha stravolto i nostri bilanci, e la voglia di ritornare alla normalità. Non abbiamo mai abbandonato il piano degli investimenti”.

Le donne sono ben rappresentate nella sua assemblea cittadina?

“Sono la maggioranza. Compresa me, il Consiglio è composto da 12 elementi di cui 7 donne, con un’età che va dai 24 ai 70 anni”.

Le piacciono le quote rosa?

“No, ma si vede che ce n’è bisogno. La vita spesso taglia le gambe alle donne, il tema esiste eccome, e anche nel Pd se ne parla”.

Lei ha vinto con una coalizione di centrosinistra prendendo il 65%. Pensa sia uno schema vincente anche per Bologna?

“Ritengo sia un valore aggiunto irrinunciabile il lavoro fatto insieme ad una coalizione con cui si condividono obiettivi per la città”.

Le polemiche di oggi tra i tanti candidati a sindaco in campo e il modus che consiglia al Pd, di qui a dicembre.

“Natale non è poi cosi lontano, e da iscritta condivido il percorso di discussione all’interno dei circoli che si sta facendo. Aperto a tutti, serve per capire come orientare la scelta. Prediligo comunque l’idea di parlare prima di contenuti e poi di nomi”.

Ma le primarie metropolitane esistono?

“Non sono mai state fatte, ma in proposito penso che se i compagni di viaggio del Pd alle prossime elezioni le chiederanno è giusto prenderle in considerazione. Lo ha detto anche il segretario provinciale Tosiani”.

E quelle interne al Pd? Le vorrebbe?

“Io, nel 2014, per essere candidata a sindaco ho corso alle primarie; sono uno strumento in cui credo, ma se si riesce a farle davvero larghe, non solo tra i fan club dei candidati. Non so se quest’anno ci siano le condizioni per garantire questo risultato e se sia opportuno proporlo. Poi un gruppo dirigente deve anche essere in grado di assumere delle decisioni, per cui se ci fosse convergenza su un nome unitario nel Pd, sarebbe ottimo”.

Difficile conciliare famiglia e lavoro?

“Sì, soprattutto per chi non può mai staccare dalla propria attività. Sono privilegiata perché ho aiuti familiari per Vittoria e Isabella, oltre che collaboratori e assessori molto validi”.

Che significato ha la campagna del “Giusto mezzo” a cui ha aderito?

“È una petizione per chiedere che il 50% delle risorse del Recovery Fund venga destinato a politiche strutturali che ci supportino e ci aiutino di fatto a superare le troppe disparità ancora in essere. Ad esempio, molte donne nel lockdown sono state le prime a lasciare il lavoro per stare con i propri figli: questo appello vuole puntare l’attenzione su politiche di investimento per asili nido, cura e assistenza degli anziani, incentivazione dell’occupazione femminile”.


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